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MotoGP, Evoluzioni e rivoluzioni: a caccia di Ducati nei test di Valencia

L'ANALISI - Honda ha cambiato tutto, Yamaha non ancora, Aprilia lavora sui dettagli e KTM si mimetizza. Cosa dobbiamo aspettarci dal 2024, Casa per Casa

MotoGP: Evoluzioni e rivoluzioni: a caccia di Ducati nei test di Valencia

Il 2023 è finito il 26 novembre e il 2024 è iniziato il 28 novembre: un giorno di test per prepararsi alla nuova stagione, impostare il lavoro nell’inverno, attenti a non scoprire troppo le carte con i rivali. L’obiettivo per tutti è quello di battere Ducati, per il gli ingegneri di Borgo Panigale, invece, di non farsi prendere. I piloti hanno fatto l’ultimo sforzo prima di concedersi il meritato riposo e contare i giorni che li separano dai test di Sepang. A Valencia abbiamo avuto le prime indicazioni di come potrà essere il 2024 delle Case impegnate in MotoGP: ecco com’è andata.

Aprilia: il meglio deve ancora arrivare

È stato Lorenzo Savadori a portare in pista la novità più importante: il telaio in carbonio che gli uomini di Noale stanno sviluppando e collaudando già da qualche tempo. Dal punto di vista estetico è promosso a pieni voti e promette tanto anche per in termini di prestazioni e leggerezza, ma per vederlo nelle mani dei piloti dovremo aspettare ancora. Infatti non è prevista la sua introduzione in gara nel 2024 e i piani sono quelli di completare lo sviluppo forse per il 2025, provandolo su diversi circuiti per continuare la sua evoluzione. 

Per quanto riguarda le novità per il prossimo anno, a Valencia Aprilia ha potuto contare solo su Maverick Vinales, con Aleix Espargarò che ha abbandonato i test dopo pochi giri a causa dei suoi problemi fisici. La RS-GP è stata in grado di vincere 2 gare quest’anno, ma ha lamentato anche problemi su diversi circuiti e una tendenza a diventare rovente nel GP più caldi. Romano Albesiano e i suoi uomini stanno quindi lavorando su diverse aree, consapevoli che non bisogna stravolgere il progetto ma limare le ultime imperfezioni, come sempre il lavoro più complicato.

Ducati: guardare al passato per migliorare il futuro

Quando si vincono 4 titoli costruttori consecutivi e si piazzano 3 piloti davanti a tutti in campionato, è chiaro che non ci siano bisogno di rivoluzione. D’altra parte, come sa bene Gigi Dall’Igna, chi si ferma è perduto e dormire sugli allori è un errore che a Borgo Panigale non vogliono fare. Sicuramente la lezione di due anni fa (quando furono portate fin troppo novità nell’inverno) è stata imparata, quindi per la GP24 si procede passo dopo passo, cercando di non rovinare l’equilibrio raggiunto.

Oltre la bellissima livrea nera, a Valencia non c’erano novità che colpivano immediatamente l’occhio, ma è una strategia ormai consolidata quella di non svelare le novità aerodinamiche fino all’ultimo momento. I cambiamenti erano sotto la carena e sono piaciuti sia a Bagnaia sia a Bastianini. In un certo senso si è fatto un passo indietro, cercando di ‘aggiungere’ alla GP23 le migliori doti della GP22. A partire dall’erogazione del motore (“ora si sente di nuovo la botta di potenza” il commento di Pecco) che era diventata fin troppo ’dolce’ e i piloti volevano una migliore connessione con il comando del gas. Poi si è lavorato per migliorare l’ingresso in curva, una qualità che sulla moto 2023 si era un po’ persa per avere maggiore trazione, il che fa pensare che si stia facendo qualche esperimento sul bilanciamento dei pesi e sulla posizione del motore. Si lavora di fino, insomma, in attesa di scoprire se dai cassetti di Dall’Igna spunterà qualche colpo ad effetto.

Honda: voglia di rivoluzione

La RC213V aveva bisogno di qualcosa di più di una rinfrescata perché il progetto non era più ai livelli della migliore concorrenza e a Valencia gli ingegneri giapponesi hanno dimostrato che si ricordano ancora come si fanno le moto (si spera vincenti). La nuova Honda vista nei test è radicalmente diversa dalla moto che l’ha preceduta, più ‘europea’ se vogliamo così definirla. A prima vista si nota come il prototipo 2024 abbia una lunghezza maggiore della moto che l’ha preceduta, uniformandosi al nuovo standard delle MotoGP che le vuole basse e lunghe.

Quello che non si vede, ma che ha sottolineato Joan Mir, è una diminuzione del peso complessivo, segno che fino a ora la Honda non era in perfetta forma sulla bilancia. Lo spagnolo, invece, ha detto che c’è ancora da lavorare sul motore, ma non dovrebbe essere un problema farlo anche per via delle nuove concessioni che permettono a HRC di sviluppare il propulsore nel corso della stagione. In generale, sembra che Honda sia riuscita finalmente a iniziare un nuovo corso e il nuovo prototipo rappresenta una base solida su cui costruire il proprio futuro.

KTM: novità mimetizzate

La sensazione è che quest’anno la RC16 abbia raccolto meno di quanto potesse e, se nella classifica costruttori ha chiuso al 2° posto dietro all’irraggiungibile Ducati, non è riuscita a vincere nemmeno una gara. La novità più importante era stata introdotta già questa stagione, con l’arrivo del telaio in carbonio portato al debutto in gara da Pedrosa e poi utilizzato anche da Binder e Miller. Al momento, la Casa austriaca è l’unica a poterlo vantare in MotoGP ed è un passo in avanti.

A Valencia quello che più ha colpito l’occhio è stato il nuovo pacchetto aerodinamico, per l’occasione verniciato con una grafica mimetica che impedisce di individuare con esattezza le sue forme. La livrea ‘fa molto prototipo’, ma alla prova dei fatti la nuova carena non ha convinto del tutto Brad, come nemmeno i nuovi scarichi. Un po’ come Aprilia, KTM deve trovare nei dettagli gli ultimi decimi che le mancano e in questo senso il lavoro nella pausa invernale degli ingegneri sarà fondamentale per presentarsi a Sepang con le giuste evoluzioni. Il plus è l’arrivo di Pol Espargarò come collaudatore, che si aggiunge a Dani Pedrosa e Jonas Folger nel test team.

Yamaha: la lunga attesa

È ormai da anni che gli ingegneri di Iwata fanno esperimenti sull’aerodinamica della M1, salvo poi tornare sempre sui loro passi. A Valencia non è mancata una nuova carena (con dei ‘baffi’ in stile Aprilia), una novità dell’ultimo momento, tanto da non essere nemmeno realizzata in carbonio. A Quartararo comunque è piaciuta, anche se quando si parla di Yamaha la domanda è sempre la stessa: il nuovo motore ha più cavalli? Per la risposta dovremmo però aspettare Sepang, quando si scoprirà se l’ingegnere Luca Marmorini sarà riuscito a trovare più potenza nel 4 in linea giapponese.

Tutto sommato Fabio a Valencia non aveva il muso lungo mostrato in altri test, ma era comunque consapevole che i miglioramenti fatti alla moto non bastavano ancora. Yamaha, però, sembra avere finalmente cambiato la sua mentalità, avvicinandosi a quella europea. L’arrivo delle concessioni sono un aiuto fondamentale per risalire la china, ma i giapponesi dovranno dimostrare di saperle sfruttare. Facile a dirsi, meno a farsi.

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