Schwantz: non è sport di contatto

L'ex iridato della 500 dice la sua sulla collisione Pedrosa-Simoncelli


Se ne sono dette molto dopo il Gran Premio di Le Mans della scorsa settimana. Addirittura il Direttore di Gara, Paul Butler, in realtà in una intervista precedente agli incidenti, aveva definito il motociclismo uno sport di "contatto".

A dire la sua opinione sull'argomento è uno che non si può definire una fighetta, Kevin Schwantz in persona. Ecco la sua opinione in proposito in un brevissimo estratto dell'intervista pubblicata su Superbikeplanet che vi consigliamo di leggere per intero.

"Ho sentito un sacco di cose diverse parlato in questo ultimo fine settimana. Il motociclismo è uno sport di contatto? Beh, credo che a volte le moto si tocchino. Credo che a volte si tocchino anche i piloti. Ma io non lo chiamerei uno sport di contatto. Penso che uno sport di contatto sia il calcio, o il calcio australiano, o il rugby. Questo è ciò che io chiamo contatto. Se, in qualche occasione la situazione si fa complicata le moto si possono toccare e le persone si possono toccare. Ma non credo che si debba utilizzare la moto come ... Non voglio dire come arma, ma come meccanismo di difesa. Non credo che ci si dovrebbe mettere in una posizione con la moto nella quale non si sa cosa sta per succedere, o lo hai visto accadere prima ma, "ho intenzione di fare questo e spero che l'altro ragazzo con il quale sto gareggiando ci ripensi. Forse mi vedrà e deciderà di non farlo".

Schwantz, che è amico di Simoncelli, ha effettuato poi una disanima della situazione in cui si sono trovati Dani e Marco, ed ha parlato con Sic via SMS. L'opinione di un vero esperto ed anche di uno di quelli abituati, se del caso, ai contatti, veramente ineccepibile.

 


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