Hopkins all'inferno e ritorno

John è pronto a tornare in MotoGP a Brno in sella alla Suzuki


John Hopkins è sicuramente in lizza per la palma di stakanovista delle corse: tre gare in tre fine settimana sono il suo biglietto da visita. Solo quindici giorni fa era a Silverstone con la Suzuki del team Crescent per una wild card nell’appuntamento del mondiale Superbike, non una semplice passerella per Hopper che il sabato ha siglato la Superpole e la domenica ha conquistato il 5° posto in gara 1 e il 7° in gara 2, lottando nei primi giri per il podio.

Passano meno di sette giorni e Hopkins è di nuovo in sella alla sua Suzuki nel campionato britannico delle derivate di serie, a Brands Hatch, dove è secondo in campionato alle spalle di Shane Byrne. Questo fine settimana, invece, ad aspettarlo nei box del circuito di Brno, troverà la GSV-R del team Rizla, che aveva già guidato in questa stagione a Jerez, in sostituzione di Bautista messo fuori gioco da una caduta.

In Spagna, dopo più di due anni dall’ultimo gran premio su un prototipo, Hopper aveva tagliato il traguardo in decima posizione. L’americano aveva guidato la moto della casa di Hamamatsu nel mondiale MotoGP dal 2003 al 2007, la sua ultima stagione in Suzuki fu anche la migliore: salì 4 volte sul podio.

Nel 2008 passò alla Kawasaki, la brutta caduta nei test invernali di Phillip Island compromise la sua stagione e l’anno successivo, con il ritiro della casa giapponese dal motomondiale, disse addio ai prototipi. È l’inizio del suo personale inferno, nel 2009 riesce a trovare una sella in Superbike, con la Honda del team Stiggy, in sostituzione di Roberto Rolfo. A Valencia va a punti all’esordio, ma ad Assen cade malamente, fratturandosi il piede ed è costretto a sottoporsi a una lunga riabilitazione. Nel 2010 cerca fortuna negli Stati Uniti, nel campionato AMA, ma senza fortuna, rimediando un nuovo infortunio al polso.

Anni bui per un pilota che nel 2007, in MotoGP, era riuscito a concludere in quarta posizione il campionato. L’alcol sembra essere l’unica soluzione, l’anestesia per i dolori del corpo e della mente e per dimenticare una carriera che sta precipitando nell’abisso.

John HopkinsIl 2011 è l’anno della rinascita, il bicchiere è ormai solo più un ricordo, Hopper decide di ricominciare dal campionato inglese, ritrova la voglia di guidare. A inizio stagione la Suzuki lo chiama per un set fotografico in sella all’800, poco più di un gioco per John, che però impugnando quel manubrio riprova le stesse sensazioni di un tempo.

Tornare a gareggiare in MotoGP sembra un sogno, ma a Valencia diventa realtà e i suoi tanti tifosi possono applaudire ancora una volta il passaggio della moto numero 21, magari in uno dei lunghi monoruota che sono il marchio di fabbrica di John. A Brno succederà un’altra volta e potrebbe non essere l’ultima, nell’anno della resurrezione di un pilota dato, troppo presto, per finito.

“È la terza gara in tre settimane e non vedo l’ora di correre! – dice Hopper - Partecipare a tre campionati diversi uno dopo l’altro è davvero impegnativo, ma sono molto contento di tornare tra i big in MotoGP. Quando ho corso a Jerez all’inizio di questa stagione non avevo corso molte gare per cui è stata un po’ dura. Era anche la prima volta che correvo con il polso apposto dopo l’operazione e nel 2011 ero salito sulla moto solo per i test pre-stagione e per le riprese in Qatar. Ora mi sento di aver acquistato più sicurezza e sto correndo meglio che mai. Sono davvero contento che la gara sia a Brno perché è uno dei miei circuiti preferiti e spero di far bene. Non mi faccio illusioni, sarà dura, perché gli altri piloti hanno corso su moto MotoGP tutta la stagione e avrò bisogno di un po’ di tempo per riprendere confidenza con la moto e con le gomme, ma ce la metterò tutta e vorrei riuscire a ottenere un buon risultato per il team”.

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