Rossi: le Bridgestone fanno paura

Valentino ha confessato i suoi dubbi all'amico Kevin Schwantz

Rossi: le Bridgestone fanno paura

Dopo gli ultimi test a Jerez la scorsa settimana, si sono abbassate definitivamente le serrande dei garage del motomondiale, calando il sipario su una stagione anomala. Iniziata con grandi novità – la promozione di Spies e di Simoncelli a piloti ufficiali, il ritorno di Stoner in Honda, e la nascita di una delle coppie più affascinanti di sempre con Valentino Rossi sulla Ducati Desmosedici. Finita su note amare: Rossi che stenta, una griglia sempre più ristretta col ritiro della Suzuki, e la scomparsa di Marco Simoncelli.

Si è parlato tanto del giovane ragazzo di Coriano. Tra ricordi, sgasate, e silenzi assordanti, il vuoto lasciato da “Sic” è emerso, quasi irreale, in tutta la sua grandezza. E con lui, le polemiche su una paradossale evoluzione di elettronica e gomme che ha portato ad uno dei campionati più martoriati da cadute e infortuni.

Sui pneumatici Bridgestone si sono già spesi fiumi d’inchiostro. Capaci di raggiungere velocità incredibili a centro curva e grande longevità, ma anche difficili da mandare in temperatura a causa della durezza della carcassa. Il risultato: tante cadute e momenti di incertezza nei primi giri di gara, uno dei quali ha avuto conseguenze fatali.

Due amici di “Sic”, Kevin Schwantz e Valentino Rossi, hanno affrontato l’argomento Bridgestone per la rubrica di Schwantz su Superbike Planet.

“Se chiedi alla Bridgestone, ti dicono che sono le stesse gomme dell’anno scorso – ha dichiarato Rossi all’amico – Ma ti dico una cosa. L’anno scorso in Malesia, 90% dei piloti hanno corso con gomme dure. Quest’anno, su 17 moto in griglia, solo una ha montato le dure. Tutto questo in condizioni meteorologiche quasi identiche, non in previsione di pioggia o temperature basse. L’unico a montare la dura fu Simoncelli.

Ovviamente, queste incertezze tecniche hanno anche conseguenze psicologiche. “Spesso la causa degli incidenti sembrano essere le gomme – ha scritto Schwantz – Se parli con i piloti dei primi giri di gara, capisci che hanno davvero paura. Ci vuole tempo per mandare i pneumatici in temperatura e prendere confidenza. Non so se le moto montino sospensioni più rigide o abbiano adottato altri cambiamenti, ma Valentino mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto: ‘Queste gomme mi fanno paura’”.

E' singolare il fatto che sia proprio Valentino Rossi il 'testimonial' della Casa giapponese...

L’adozione del monogomma obbliga le moto ad adattarsi ai pneumatici, e non viceversa, con ovvie ripercussioni sullo sviluppo tecnologico. “Quando guidavo la Honda, la Yamaha, e la Suzuki, non usavano tutti la stessa gomma – ha aggiunto il texano – Il più delle volte, la Yamaha usava le Dunlop quindi non sapevamo che mescola montassero in realtà. Ma in Honda e Suzuki, Doohan, Gardner, io, e a volte anche i miei compagni di squadra, montavamo mescole diverse. Non credo che si possa fare una gomma per tutti, perché ogni moto ha caratteristiche peculiari. Era un problema di costi, ma ora è diventato un problema di sicurezza. Poi c’è il rischio che i costruttori di gomme si adagino nello sviluppo. Il progresso tecnologico non ci sarà se la Bridgestone non dovrà capire come battere la Michelin o la Dunlop e vice-versa”.

Se non fosse possibile coinvolgere altre case, si dovrebbe almeno incrementare la scelta delle mescole. “Le gomme fanno spesso la differenza a questo livello. Ma se anche ci fossero solo le Bridgestone, sarebbe meglio avere più opzioni di due. In ogni caso, durante l’inverno si dovrà esaminare perché così tanti piloti teoricamente non siano in grado di salire su una MotoGP e prendere confidenza col mezzo”.

Su quest’ultimo punto, anche Rossi ha dovuto, suo malgrado, mostrare solidarietà. “Ha detto che la nuova moto va meglio ma non è abbastanza – ha scritto Schwantz – Rossi mi ha detto: ‘Abbiamo bisogno di molto di più. Non riesco a sentire questa moto. Non trovo la fiducia necessaria per spingerla al limite’”.

Il “Dottore” non resterà comunque con le mani in mano in attesa dei test di fine gennaio a Sepang. Rossi sta infatti costruendo una pista da sterrato in una delle sue proprietà per allenarsi a fare dei “traversi”. Dopo il rally di Monza, pare che ci abbia preso gusto.



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