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Spies: mai detto di lasciare la MotoGP

Il pilota Yamaha: "Ho delle opzioni e potrei anche restare qui"

MotoGP: Spies: mai detto di lasciare la MotoGP

Non è iniziato nel migliore dei modi il fine settimana di Ben Spies a Brno. Reduce da una trasferta americana che lo ha visto rompere il forcellone a Laguna Seca ed il motore a Indianapolis, l'americano ha chiuso il venerdì di prove libere a Brno all'ottavo posto, staccato di 9 decimi dalla vetta. A complicare il suo lavoro sul tracciato ceco, una scivolata a metà della seconda sessione non gli ha consentito di portare il cosiddetto 'time attack' negli ultimi minuti, ma il texano non sembra ormai prestare attenzione alla sfortuna che lo ha perseguitato fin qui.

"Ho spinto troppo con le gomme che avevo già usato al mattino, e la temperatura dell'asfalto forse era un po' troppo alta – ha ammesso – Si è trattato di un mio errore. La cosa positiva è che avevo un buon feeling con la moto, già di questa mattina. La moto numero 2 però aveva un assetto completamente diverso, e non avremmo avuto il tempo di modificarlo come l'originale. Ho lavorato su altre cose, sapendo che il tempo sul giro non sarebbe stato nulla di eccezionale. Ma il potenziale c'è".

Con una stagione ormai compromessa, la domanda sulla bocca di tutti è dove andrà Spies il prossimo anno. Da molti dato come futuro compagno di Melandri in Superbike su BMW, l'americano non ha però sciolto i dubbi sul suo futuro, anzi...

"Ho proposte interessanti, alle quali sto pensando molto. Le opportunità ci sono, devo solo prendere una decisione. Non ho mai detto che non voglio restare in questo ambiente, ma ho avuto un po' di sfortuna nelle ultime due stagioni, specialmente nel 2012. Ciò ti fa pensare a quali altre opzioni ci siano".

Insomma, nessun segno del male di vivere che ha contraddistinto Casey Stoner nella sua ultima stagione in MotoGP.

"Alcune cose evidenziate da Casey sono vere, ma molti piloti la pensano così e magari semplicemente non lo dicono. Il mio obiettivo è restare nel mondo delle corse, con un buon pacchetto. Non ho mai detto di voler lasciare a tutti costi il paddock del motomondiale. Ho opzioni per restare qui e potrebbe ancora succedere. Starà me decidere cosa sia meglio".

Con tutte le moto ufficiali occupate, a Spies restano come opzioni un ritorno in Tech3 o un passaggio in Honda con il team Gresini. La seconda appare la più verosimile: i rapporti con Yamaha non sono idilliaci e la presenza dell'americano rafforzerebbe la posizione di Honda (al momento inferiore dal punto di vista del rendimento delle moto satellite), che potrebbe anche sfruttare l'appeal del pilota sul vasto mercato americano.

Da appassionato ciclista, Spies ha speso anche alcune parole sul caso di Lance Armstrong, privato dei 7 titoli del Tour de France in seguito alle indagini della Usada (agenzia anti-doping statunitense).

"Quello che ha fatto appartiene al passato, ed è brutto che venga fuori solo adesso. Se però è la verità, è giusto che le sanzioni vengano applicate perché le regole vanno rispettate. Con ogni probabilità però, quello che ha fatto lui lo hanno fatto anche gli altri a suo tempo. A mio avviso, Armstrong avrà comunque fatto più bene che male, soprattutto se consideriamo la sua fondazione per il cancro".

In chiusura anche qualche delucidazione sul doping nel motociclismo.

"Senza dubbio esistono prodotti che potrebbero aiutare i motociclisti durante le gare. I ciclisti usano prodotti proibiti anche in fase di allenamento, per noi sarebbe inutile, ma siamo entrambi sulla stessa lista e sanno dove siamo 24 ore su 24. Io sono stato testato una volta sola in 7 mesi, quindi non capisco perché ci costringano a comunicare sempre dove siamo. Dovrebbero testare i primi 5 di ogni categoria, solo nei fine settimana di gara. Non mi piace vivere una situazione da Grande Fratello, ma sono indubbiamente contro ogni tipo di doping".

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