GIALLO Tre domande a Furusawa

Perché il manager giapponese ha parlato dell'incontro segreto con Preziosi?


Il caso dell'estate, secondo la nostra opinione, non è stato né il divorzio fra Valentino Rossi e la Ducati né il conseguente accordo con Andrea Dovizioso.

In entrambi i casi ci sono un sacco di ragioni che spiegano sia l'una decisione che l'altra.

Ci ha stupito, invece, e non poco la lunga intervista rilasciata da Masao Furusawa, ex dirigente della Yamaha al collega giapponese Akira Nishimura. Eravamo già rimasti sorpresi quando uscirono le prime ammissioni dell'incontro fra lo stesso Furusawa e Filippo Preziosi (le leggete QUI), ma il buon giornalismo, e quello fatto da Nishimura lo è, ha questo pregio: rende noti anche i fatti che avrebbero dovuto restare segreti e, in fondo, consente di capire meglio la storia.

Per la cronaca le ammissioni seguirono alle indiscrezioni secondo le quali Furusawa sarebbe stato in Italia per incontrare Preziosi. Tutti negarono finché, chissà perché, il manager giapponese raggiunto nella sua abitazione di Kyoto confermò l'incontro. Trapelarono poche frasi, ora grazie alla rivista spagnola SoloMoto  ed all'efficiente motomatters abbiamo potuto leggerla.

La prima impressione che ne abbiamo ricavato è stata quella di un interrogatorio fatto in questura. Date, luoghi, argomenti di conversazione e loro durata. Furusawa arriva anche ad ammettere di aver accettato l'invito grazie anche al fatto che avrebbe potuto visitare un po' di Italia a spese della Ducati. Non prima però di aver lasciato intendere a Preziosi che la Ducati avrebbe potuto essere il suo primo cliente, vista l'intenzione di aprire una propria società di consulenza. Questo anche se Preziosi si era offerto di andare lui stesso in Giappone.

Sono dichiarazioni pesanti, queste, e le successive ancor di più.

Furusawa infatti ammette di aver incontrato due volte Filippo Preziosi, a casa sua - per mantenere riservato l'incontro - e di aver spiegato a Preziosi  i fondamentali su come si disegna una motocicletta. Rivelazioni che avrebbero così impressionato Preziosi tanto che nel secondo incontro avrebbe portato con sé uno dei suoi telaisti!

Furusawa spiega poi di non aver rivelato dettagli del suo lavoro in Yamaha, ma piuttosto di aver spiegato la sua filosofia di progettazione, tanto da domandare ad un certo punto a Preziosi: "ma se io accettassi di lavorare per te e avessimo successo questo proverebbe che il tuo lavoro finora è stato sbagliato!".

La risposta composta di Preziosi "non mi importa di perdere il mio lavoro, l'importante è che la Ducati vada forte" e ciò che originò il pensiero di Furusawa su Filippo: "quest'uomo ha lo spirito di un samurai".

Fermiamoci qui un attimo. Sgombriamo la mente dalle baggianate sui samurai. Fino ad ora Furusawa ha fatto fare a Filippo Preziosi la figura di uno scolaretto ansioso di imparare. A questo punto lo studente Preziosi Filippo chiede al grande Masao Furusawa di lavorare per lui ed il giapponese che fa? Torna ad Iwata, dopo aver completato la vacanza, ovviamente e riferisce tutto alla Yamaha. Un pentimento postumo, si potrebbe dire, con tanto di giuramento alla Yamaha di non essere intenzionato a tradirli. Shimata! Ho sbagliato.

Che uomo, Furusawa, un vero Samurai egli stesso! Fa un viaggetto, a spese della Ducati, poi torna in patria e come sovrapprezzo invece di tenersi il rospo spiffera ciò che avrebbe dovuto rimanere segreto ad un bravo giornalista. Incluso ovviamente il fatto, ma questo è un dettaglio, che durante la permanenza in Italia Valentino Rossi l'avesse perseguitato di telefonate praticamente ogni giorno, cercando presumibilmente di capire le sue intenzioni. Il grande Furusawa aggiunge di non aver contribuito a convincere Rossi a ritornare in Yamaha, ma di averlo poi avvertito via mail che non avrebbe aiutato la Ducati.

Ognuno può leggerci cosa vuole in questa intervista. Noi ci leggiamo di un uomo che ha fatto fare una figura da ragazzino a Preziosi ed alla Ducati quella di una Casa confusa e disperata. Ci sfugge, ovviamente, il motivo per il quale Masao Furusawa abbia rilasciato una intervista così dettagliata da sembrare, appunto, un verbale da questura.

La prima domanda che ci viene in mente è: ma l'incontro, ed i suoi contenuti, non avrebbero dovuto rimanere riservati? E se sì perché Furusawa ha rotto il patto di segretezza con Preziosi e la Ducati? E' ciò la conseguenza di un qualche errato comportamento della casa italiana, una ripicca?

Intendiamoci, da giornalisti le parole di Furusawa sono oro colato per capire quale dramma kafkiano abbia vissuto Preziosi negli ultimi mesi, ma ora vorremmo sapere da Furusawa perché ha infranto l'accordo di segretezza. Cosa si è rotto nel suo rapporto con la Ducati?

Vabbè, riassumiamo in tre domande.

Furusawa-sa, c'era un patto di segretezza fra lei e Preziosi?

Furusawa-san, se esisteva, perché lo ha rotto?

Furusawa-san, se quanto da lei fatto corrisponde ai canoni di etica giapponese, ce li spieghi. Perché non li abbiamo capiti.

Qualora avrà voglia di risponderci, e permetterci così di chiarire i nostrri dubbi, GPone.com sarà in Giappone.

P.S. Oggi alle 16, a Brno, la Yamaha e Lin Jarvis risponderanno alle domande della stampa. Magari arriveranno i primi chiarimenti.

 


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