Lorenzo il numero 1, Rossi la storia

Jarvis: "Il pilota più popolare  deve avere una moto competitiva, un bene per lo sport"


Cosa significa Valentino Rossi per Yamaha? Come è nato il ritorno del campionissimo a Iwata? Erano tante le domande e le curiosità dopo il divorzio del Dottore dalla Rossa. Ha cercato di rispondere Lin Jarvis, managing director della squadra ufficiale, che oggi per la prima volta ha raccontato la genesi del colpo dell’anno. “Il nostro non era stato un divorzio difficile, certo quando c’è una separazione significa che ci sono dei problemi, ma i nostri rapporti sono sempre rimasti buoni” ha sottolineato subito il manager che il prossimo anno si troverà a gestire quello che non esita a definire un “super team”.

Partiamo dall’inizio, quando è entrata nel vivo la trattativa?

A luglio, anche se abbiamo avuto dei contatti già nei mesi precedenti”.

Chi è stato a fare la prima mossa?

Valentino ci ha fatto sapere di avere un interesse a ritornare”.

E’ stata una negoziazione difficile?

Direi di no, del resto ci conosciamo da tanto tempo e non è durata a lungo. Valentino ha preso la decisione finale dopo Laguna Seca”.

Perché Rossi?

Non bisogna dimenticare la storia che abbiamo condiviso, non pensiamo solo al divorzio, ma ai sette anni in cui abbiamo fatto insieme grandi risultati e vinto 4 titoli. La nostra volontà è quella di tornare a quei bei tempi passati insieme”.

Avete subito informato Lorenzo della possibilità di un ritorno di Rossi?

Sì, dopo il Mugello gli ho parlato, inizialmente Jorge avrebbe preferito Spies al suo fianco, anche per i buoni rapporti che intercorrono fra i due, ma poi ha rispettato la nostra decisione”.

La vostra priorità per il prossimo anno è sempre stato la spagnolo?

Assolutamente, Jorge è il numero 1, il pilota con più potenziale per vincere il titolo iridato. Abbiamo fatto il massimo per tenerlo e per non farlo andare in Honda”.

Invece Rossi?

Valentino ha fatto la storia di Yamaha in MotoGP, è popolarissimo. Non solo può fare tanto per la nostra Casa ma per la MotoGP in generale. Secondo il mio punto di vista, averlo su una moto competitiva è un bene per il nostro sport. Non è possibile che il pilota più popolare al mondo lotti solo per un 5° o un 6° sponsor”.

Avete avuto pressioni dall’alto per prenderlo?

No, è stata solo una decisione di Yamaha e Valentino”.

Ed è un grande catalizzatore per gli sponsor.

La ragione per cui Yamaha è nel motomondiale non è quella di trovare sponsor, ma di correre e di affermare il proprio marchio. Non nego, però, che con una squadra così avremo le migliori possibilità anche in questo campo”.

Lorenzo e Rossi correranno con gli stessi colori?

Sì, magari uno potrà avere uno sponsor diverso dall’altro, ma piccole cose. L’importante comunque è che la squadra sarà solo una, senza divisioni e senza disparità di trattamento”.

Riusciranno a convivere?

Quando hai due top rider in squadra è difficile fare andare tutto alla perfezione, ma sono fiducioso. Le condizioni oggi sono completamente diverse a quelle del 2008, quando Valentino era il numero 1 e Lorenzo il giovane emergente. Abbiamo già parlato del passato e sono sicuro che è tutto superato”.

Chi guiderà lo sviluppo?

Lorenzo, come ha fatto in questi anni, da Valentino ci aspettiamo una partecipazione ma non in competizione con Jorge”.

Rossi sarà subito competitivo?

Nessuno lo sa, neanche lui, come ha ammesso. Io penso che possa vincere delle gare, non so se riuscirà a conquistare un altro titolo. Inoltre credo che non ci metterà molto a riabituarsi alla M1”.

Dal punto di vista economico che accordo è stato?

Diciamo che la maggior parte del budget era già stato destinato alla riconferma di Lorenzo”.

Anche Jeremy Burgess e il suo team ritorneranno?

Ne stiamo ancora parlando, ma penso di sì, anche lui conosce bene Yamaha e viceversa”.

Se non ci fosse stato Rossi, chi avreste voluto nella squadra ufficiale dei vostri altri piloti?

A inizio stagione Spies, ma poi i risultati hanno premiato Dovizioso, anche se penso che Ben abbia un grande potenziale, come del resto anche Crutchlow”.

Alle domande sull’incontro fra Masao Furusawa e Filippo Preziosi ha invece risposto il boss di Yamaha nelle corse Masahiko Nakajima: “non ne sapevo niente, l’ho saputo dopo che è tornato dall’Italia, ma non da lui. Non ci siamo sentiti – ha spiegato – So che fra Furusawa e Preziosi c’è un rapporto d’amicizia e Masao in quanto tecnico è sempre interessato a capire cosa succede anche nelle altra Case. Posso solo ipotizzare come siano andate le cose. Penso che gli sia stato chiesto un aiuto e che lui abbia risposto no, perché, pur non essendo più un uomo Yamaha, è difficile per lui dare una consulenza a un concorrente della sua vecchia azienda. E’ un ragionamento tipico della cultura giapponese”. Jarvis ha invece sgombrato il campo su un altro punto: “non c’è comunque nessuna relazione tra il ritorno di Valentino e gli incontri di Furusawa con Preziosi”.

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