Lorenzo: ho superato i miei limiti

Su Stoner: "il pilota con più talento che abbia mai visto, non so chi sia più forte tra me e lui"


Il secondo titolo di Jorge Lorenzo in MotoGP ha avuto la stessa colonna sonora del primo, il maiorchino insieme al suo team manager Wilco Zeelenberg che cantano a squarciagola “We are the champions”. Per fortuna loro non servono le doti canore per vincere un mondiale, perché l’esecuzione in pista è stata infinitamente migliore di quella davanti al microfono. Però le note del successo dei Queen sono servite a liberarsi una volta per tutte della tensione accumulata in 17 gare vissute sul filo del rasoio. Quando Jorge ha tagliato il traguardo “un peso è scomparso dalle mie spalle” dice.

E’ stata una stagione così difficile?

Sì, soprattutto mentalmente: il binomio Honda-Pedrosa è stato fortissimo nell’ultima parte. Sapevo di non dovere strafare, di non commettere errori pur prendendo qualche rischio. Dani è stato molto costante e io non ho mai potuto perdere la concentrazione. Ma adesso che è finita mi sento in paradiso”.

Lo scorso anno su questa pista hai avuto un terribile incidente e oggi hai vinto il mondiale.

E’ stato uno dei peggiori momenti della mia carriera e invece adesso solo una anno dopo mi ritrovo a festeggiare il titolo, è incredibile”.

Qual è stata la tua forza?

Ho imparato a conoscere i  miei limiti, sono migliorato molto sotto questo aspetto. Quando sono arrivato in MotoGP sbagliavo molto, ma sono riuscito a imparare dai miei errori e sono molto orgoglioso della mia crescita”.

Come hai fatto?

Ho imparato a capire il limite in ogni singola curva, in ogni momento, a prevedere quale sarebbero stati i comportamenti della moto. In passato sono finito molte volte all’ospedale e ricordo quella sofferenza dopo una caduta, ho avuto tempo per rifletterci”.

Sei al tuo massimo?

Assolutamente no, se incominci a pensare che non c’è più niente da migliorare sei finito”.

E’ stato questo il tuo titolo più bello?

E’ difficile fare una classifica, sicuramente quello in 250 è stato speciale, era la prima volta. Ma anche vincere per la prima volta il mondiale in MotoGP nel 2010 è stato bellissimo. Questo è stato sicuramente il più duro, quello per cui ho lottato fino alla fine”.

Qual è stato il momento peggiore della stagione?

Sicuramente Assen, quando Bautista mi ha fatto cadere. Ho imparato a mie spese che non si può controllare ogni cosa, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Mi sono trovato  anche con un motore in meno, ma alla fine non è stato un grande svantaggio. Anzi per Valencia forse saranno due quelli in meno, forse ho esagerato un po’ col burnout per festeggiare”.

E quello decisivo?

La gara di Misano, dove Pedrosa non ha preso nessun punto e io 25 e siamo riusciti a pareggiare i conti con la sfortuna”.

Parliamo del prossimo anno, chi sarà il tuo avversario Rossi o Pedrosa?

Non lo so, il mio obiettivo a prescindere dal rivale sarà quello di dimostrare ancora una volta di essere il migliore. Sono sicuro che Yamaha metterà in campo tutte le sue forze anche per migliorare la moto”.

Cosa vorresti di più dalla tua M1?

Maggiore trazione fuori dalle curve e un cambio migliore, per incrementare l’accelerazione”.

Sarà più difficile per te battere Rossi o per Pedrosa farlo con Marquez?

Impossibile saperlo, ma mi aspetto che saranno entrambi subito veloci, sia Marc che Valentino. Il suo stile di guida morbido, simile al mio, si adatterà subito alle caratteristiche della Yamaha”.

Però mancherà Stoner, ti dispiace e chi è più forte tra te e lui?

Lui è il pilota con più talento che abbia mai visto, mi ricordo quando entrava in pista con la Ducati e dava subito due secondi a tutti gli altri, nessun altro lo sa fare. Mi mancherà molto. Non so chi sia fra noi due sia il più veloce, magari tornerà e potremo scoprirlo…

Come giudichi la sua decisione di ritirarsi?

La rispetto, nessuno più di lui può sapere cosa l’abbia spinto a questa decisione. E’ giovane, ma ha iniziato ad andare in moto a 3 anni e da quando ne ha 15 fa il mondiale. Lui non sopporta i tenti viaggi e gli eventi promozionali. Poi ha una famiglia, lo si può capire”.

Hai mai pensato al ritiro, vuoi fare come il tuo amico Biaggi che a 42 anni è ancora in sella?

"Non sarà facile arrivare alla sua età con quella forma fisica! Diciamo che smetterò dopo Casey e prima di Max".

Se dovessi decidere sui regolamenti futuri, dove interverresti?

Limiterei l’elettronica, ma trovando il giusto bilanciamento con la sicurezza. Soprattutto toglierei l’anti-wheeling, adesso non riesco quasi a impennare neanche nel giro d’onore!”

Fra due settimane correrai in casa, a Valencia. Cosa ti aspetti?

Sarò sicuramente più tranquillo, senza nessuna pressione. Magari potrò essere anche più competitivo”.

E questa sera come festeggerai?

Ho voglia di ubriacarmi con Mojito e Caipirinha, non lo faccio mai perché sono molto attento essendo uno sportivo. Ma voglio vivere questa notte come fosse l’ultima!

Per i più coraggiosi, qui sotto l’audio di “We are the Champions” cantata da Jorge e Wilco

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