Regolamento SBK, guerra contro l'HRC

Nakamoto vorrebbe tornare alle Superstock modello endurance. Le altre case no


Niente rivoluzione nel 2014, la Superbike andrà avanti cosi com'è. E' la posizione che Bmw, Aprilia e Kawasaki hanno espresso nel meeting della Msma (associazione dei costruttori da corsa) riunita a Phillip Island.

La Dorna ha riportato sulla scena la Msma che non si occupava di Superbike dal lontano 2002, cioè da quando i costruttori giapponesi, Honda in testa, avevano chiuso la porta per irrisolvibili divergenze di opinione con il precedente promoter Flammini. La Msma era contraria al fornitore unico di gomme e avrebbe voluto che ogni costruttore commercializzasse un kit racing da mettere sul mercato. La Superbike prese altre strade: nel 2003 e 2004 il campionato andò avanti con la sola Ducati impegnata in forma ufficiale, in seguito sono rientrati più o meno tutti. Perfino la Honda: la HRC corre solo in MotoGP ma la potente filiale europea che schiera una propria formazione (gestita da Ten Kate) dal 2005.

Ha destato una certa sorpresa rivedere nel paddock Superbike i massimi vertici della HRC, a cominciare dal grande capo Shuei Nakamoto. Da quanto è trapelato, la HRC vorrebbe che la Superbike tornasse più vicina alla produzione, adottando lo stesso regolamento in vigore nel Mondiale Endurance. Cioè, tanto per capirci, una specie di Superstock un po' più libera. Per Aprilia, Bmw e Kawasaki abbassare il livello della sfida significherebbe ridurre a zero l'interesse del pubblico e delle aziende. Infatti l'Endurance è un campionato in declino, con appena quattro round nel 2013: ha un certo seguito solo in Francia solo perchè resiste il fascino delle 24 ore.

Le Case coalizzate invece ritengono che la Superbike sia un banco di prova irrinunciabile per la sperimentazione di evoluzioni da trasferire nella produzione. Quindi vogliono una certa libertà nella preparazione delle moto. In pratica spingono perchè nulla, o molto poco, cambi.

Per controllare i costi, il tema che sta più a cuore alla Dorna, hanno dato disponibilità a fornire moto a prezzo controllato ai team satellite. Già adesso l'Aprilia propone in leasing la RSV4 full factory a 400 mila € a stagione, comprese revisioni motore e l'assistenza di due ingegneri del reparto corse. E' un pacchetto vincente, lo dimostrano le prestazioni 2012 di Chad Davies (una vittoria) e quelle attuali di Michel Fabrizio e Davide Giugliano. Sono a parte solo le cadute: il team ParkinGo anno scorso ha speso 66900 € in ricambi, con cinque cadute del pilota britannico.

Per il 2014 Aprilia si è dichiarata a fornire quattro moto “satellite”, abbassando il prezzo a 350 mila € per lo stesso pacchetto. C'è anche l'ipotesi di proporre al mercato un pacchetto “RSV4 base” a soli 200 mila €: questo potrebbe convincere molte squadre impegnate nei campionati nazionali (CIV, BSB ect.) che hanno scarso richiamo ad impegnarsi nel Mondiale.

Bmw e Kawasaki praticheranno la stessa politica, Ducati che l'ha sempre perseguita (nel 2012 c'erano sette 1198 in pista) non avrà problemi ad adeguarsi: se la Panigale continua ad andare così forte, le richieste non mancheranno.

Le moto per rinfoltire la griglia, che adesso conta appena 19 piloti permanenti, ci saranno. Alla Dorna però non basta: è allo studio anche la possibilità di contingentare il numero di motori per l'intera stagione. Ma si partirà con un limite ampio: un propulsore a gara, o qualcosa del genere. In futuro si potrebbe arrivare ad una limitazione più sostanziale, anche se ridurre i propulsori non significa ridurre i costi, perchè sviluppare una unità che basti per 4-5 GP costa di più che correre con un motore usa e getta. Dorna vuole anche la messa al bando particolari troppo costosi, come la forcella Ohlins “evo” con steli da 48mm utilizzata dai top team della MotoGP. Costa 14 mila € in leasing e ci può lavorare solo un tecnico specializzato della marca svedese, al prezzo di 100 mila € a stagione. Troppo. Le Case non si opporranno e sono disponibili a valutare altre riduzioni quali il contingentamento del numero di meccanici, dei test e risparmi sulla logistica e test. Tutte voci che impattano sul budget ben più della moto.

Resta da vedere se la Honda darà via libera, com'è sembrato a Phillip Island, o se farà opposizione. La Msma tornerà a riunirsi il 13 aprile ad Aragon. Se sorgeranno contrasti tra le Case, deciderà direttamente la Dorna. Ma sembra che stia filando tutto liscio. La certezza: entro metà maggio avremo le regole 2014, in modo che ci sia tempo sufficiente per gli adeguamenti del caso.

Articoli che potrebbero interessarti