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MotoGP, Bagnaia: "Nel 2020 la mia voce avrà peso in Ducati"

Pecco: "Quello che dirò influenzerà lo sviluppo della moto", Miller: "Hook nella MotoE? Spero per lui non faccia un barbecue domenica" 

MotoGP: Bagnaia: "Nel 2020 la mia voce avrà peso in Ducati"

Sachsenring, ultimo appuntamento prima della pausa estiva anche per Francesco Bagnaia. Il pilota piemontese arriva infatti al giro di boa di quella che è la sua prima stagione in MotoGP e di conseguenza traccia un primo bilancio.

“Penso che la MotoGP sia la categoria più difficile del Mondiale e proprio per questo non avevo messo alcun punto di rifermento – ha esordito – il mio obiettivo era solo quello di capire e girare. Purtroppo ho commesso diverse cadute, ma trovare il limite cadendo è più importante che rimanere in piedi e non arrivare a capirlo. Gli ultimi weekend sono andati sempre meglio. Peccato per Assen, dato che ho avuto un problema con la gomma posteriore e non sono riuscito a raggiungere Jack”.

Quanto è stato complicato adattarsi alla Rossa?

“Sappiamo che la Ducati è una moto difficile, ma stiamo cercando di adattarla al mio stile di guida. Ogni volta riesco a trovarmi meglio e penso che in quanto a fiducia e sensazioni il giudizio è positivo, meno invece per quanto riguarda i risultati”.

A che punto pensi di essere arrivato?

“Nel mio stile non smetterò mai di cambiare qualcosa, dato che non si finisce mai di imparare. È quindi normale imparare a crescere, anche se rispetto a inizio anno sento di essere meno grezzo. Penso infatti di guidare con stile MotoGP”.

La più grande rivelazione di questo 2019 è Quartararo. Te lo saresti immaginato?

Sapevo che Fabio fosse forte e veloce, inoltre la sua Yamaha è una moto molto più semplice da guidare per un rookie. Lo scorso anno è stato l’unico a rimanermi davanti, nonostante venisse poi squalificato. La Ducati è complicata e non è facile da capire all’inizio, ma poi quando la comprendi riesce a darti quel qualcosa in più in confronto alla M1”.

Qual è il punto di forza della Yamaha?

Il telaio, in ingresso in curva è veloce e soprattutto è forte in percorrenza, tanto che nessuna moto come la Yamaha gira così stretta. Quello è un grande vantaggio, perché nel momento in cui cerco di curvare con la Ducati loro sono già in uscita. Sul motore sono più svantaggiati, ma questo è uno svantaggio minore rispetto al telaio. Io credo che la mia GP18 giri meglio rispetto alle ufficiali. Per quello che è il mio stile è importante che la moto abbia velocità di percorrenza, dato che spigolo meno le curve”.

Oggi Petrucci è stato confermato per il 2020. Avrete la stessa moto tu e Danilo.

“Quello sarà un cambiamento enorme, anche perché al momento guido una delle Ducati tra le più indietro. Nel 2020 mi troverò invece una moto al passo con le ufficiali. Il motore sarà migliore, così come il telaio. Proprio per quello non vedo l’ora. Il prossimo anno la mia voce conterà molto, dato che quello che dirò influenzerà lo sviluppo della moto e mi farà crescere di più”.

Se per Danilo Petrucci c’è la certezza di un posto ufficiale nel 2020, Jack Miller è rimasto per certi versi fregato. Il futuro dell’australiano è ancora tutto da scrivere, anche se la sua mente è focalizzata sul GP di Germania.

Devo dire che questa pista mi piace, anche perché in passato ho corso nel Campionato tedesco e al Sachsenring ho pure fatto il mio debutto nel Motomondiale. Spero sia un buon weekend, con delle sensazioni positive. Tra l’altro le gomme sono simili a quelle di un anno fa, vedremo quindi come comportarci”

In Germania c’è anche il tuo connazionale Hook, al debutto nella MotoE.

“Sarà interessante vederlo all’opera, non ho idea di cosa aspettarmi da lui in questa nuova esperienza con le moto elettriche. Spero per lui che non faccia un barbecue”.

Jack, facciamo un passo indietro. Cosa non ha funzionato al TT?

“Fin dal venerdì avevo un buon passo, ma non sono riuscito a essere costante. È stato quello l’aspetto che più mi ha condizionato. Ho infatti sofferto nei cambi di direzione. Inoltre, la domenica, con il vento faticavo molto in curva”.

È stata quindi una corsa tutta rincorrere.

“Nei primi tre giri arrivavo lungo in curva. Inoltre, nei cambi direzione tra le 6 e la 7, la Yamaha era molto più veloce ma anche Marc, dato che riuscivano a seguire la giusta linea. Come detto, c’era poi il vento a rendere il tutto più complicato, dato che non curvavo come volevo e mi mancava la confidenza. Ho cercato di seguire Cal e Morbidelli, ma non avevo il passo. Giusto per fare capire la situazione, sono arrivato a fine gara con le gomme utilizzate al 75%, mentre solitamente in gara le sfrutti quasi al 100%”.

Storicamente la Germania non è una pista favorevole alla Ducati.

“Queste due sono le piste più complicate per la Ducati. Devo però cercare di essere consistente. Le qualifiche saranno importanti, ma ancora di più le libere, dove dovrò lavorare sul passo gara”.

Novità sul futuro?

“No, sto ancora aspettando. La situazione è ferma. Di sicuro cerco di essere sereno, evitando di stressarmi”.

Audio raccolto da Marco Caregnato

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