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MotoGP, Brno: il Bello, il Brutto e il Cattivo

I Marquez arrivano primo due volte, l'Aprilia no e nemmeno la Yamaha. Di Giannantonio e Bastianini le facce nuove della Moto2

MotoGP: Brno: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Prendete carta, penna e una calcolatrice, così sarete attrezzati per partecipare al gioco dell’estate: calcolare in quale GP Marc Marquez vincerà il suo 8° titolo mondiale. Per lo spagnolo la matematica sembra l’unica sfida, visto che neanche girare con le gomme slick sotto la pioggia sembra essere un esercizio troppo difficile per lui.

Non resta che togliersi il cappello al suo cospetto, ma a forza di farlo i rivali rischiano di rimanere senza copricapi. In attesa di fabbricarne di nuovi, Andrea Dovizioso sta cercando di trovare un modo per tenersi in testa l’ultimo che gli rimane.

Il Dovi è ancora fortunato, c’è chi farebbe carte false per non perderlo di vista dopo un paio di curve. In questo caso, la lista è troppo lunga per riportarla.

IL BELLO – Un po’ di aria fresca in Moto2 con Fabio Di Giannantonio ed Enea Bastianini. Entrambi debuttanti, entrambi sul podio. I due ragazzi crescono in fretta e, ognuno a suo modo, hanno messo in piedi una gara concreta. Un doccia di Prosecco per festeggiare, ma sembra abbiano ancora sete.

IL BRUTTO – In inglese, ‘blue’ non è solo un colore, ma anche uno stato d’animo, una sorta di malinconica tristezza. Lo conoscono bene i piloti che in MotoGP guidano le moto blu. Questa volta è stato Valentino Rossi il migliore fra i peggiori, ma era difficile trovare un motivo per essere contenti. La Yamaha ha sorpreso ancora, questa volta in negativo.

IL CATTIVO – Un seconda possibilità la si dà a tutti, ma qui si è perso il conto delle volte che si è usata la cortesia. In Aprilia si lavora, per questo e il prossimo anno, ma i risultati non cambiano. Anzi, sembra si peggiori. La buona volontà di Albesiano e i suoi è fuori discussione, però in MotoGP non si premiano le intenzioni. Di solito lo si fa con la velocità, proprio quella che la RS-GP non ha.

LA DELUSIONE – Probabilmente Danilo Petrucci deve essersi sbagliato a puntare la sveglia, credendo di essere ancora in vacanza. L’ora della gara coincideva con quella della siesta pomeridiana e il ternano si è fatto un sonnellino cullato dal rombo della sua Ducati. Per l’Austria sono consigliate importanti dosi di caffè.

LA CONFERMA  – Tale team manager e tale pilota. Biaggi era uno dei re di Brno, Canet ne è già un principino. Aron sta dimostrando di avere la stoffa del campione e il testa a testa per il campionato con Dalla Porta è emozionante. Forse perché in Moto3 non corre nessun Marquez.

L’ERRORE – Se proprio non andasse con  la KTM, Johann Zarco potrebbe tentare col biliardo. La doppia sponda su Morbidelli e Mir è stato oggettivamente un colpo complicato.

LA SORPRESA  – Marquez che fa un giro al limite tra l’equilibrio e la pazzia con le slick sul bagnato sorprende fino a un certo punto, almeno che il suo nome non sia Alex. Il fratellino di Marc non merita più il diminutivo e ha mostrato di avere imparato bene la lezione di famiglia. Ragiona, non cade e ha sempre la situazione sotto controllo. Non stupisce che ci sia già chi lo vuole in MotoGP l’anno prossimo.

IL SORPASSO – Non piace più a Marc Marquez. Ha scoperto che se ne può fare tranquillamente a meno e continuare a vincere, come e più di prima. Perché rischiare all’ultima curva, quando si può sfiancare gli avversi per 300? Il Marc 2.0 piace molto a se stesso, meno agli avversari.

LA CURIOSITA’ –  I più attenti fra voi noteranno che è stata dedicata solo una voce a Marc Marquez. Ben inteso che ci sarebbe da riempire un’enciclopedia, rimediamo in fretta. Lo spagnolo ha eguagliato il numero di pole position nella classe regina di Doohan (58) e quello di vittorie di Hailwood (76). Due nomi da nulla, tanto per gradire.

IO L’AVEVO DETTO –Visto che non posso pensare alla classifica, mi accontenterei di partire bene e stare davanti a tutti per un paio di giri” disse Johann Zarco il sabato. Quando non sapeva ancora che avrebbe perso una decina di posizioni in una manciata di curve.

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