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Prova MV AGUSTA BRUTALE 1000 RR: nuda d’autore

LA PROVA – motore infinito, stile inconfondibile e qualità ai massimi livelli sono gli ingredienti della hyper-naked varesina più estrema di sempre, che sa però anche essere sorprendentemete facile e mansueta

Moto - Test: Prova MV AGUSTA BRUTALE 1000 RR: nuda d’autore

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Quanto può costare un sogno? Dipende. MV definisce la sua Brutale 1000 RR “una spettacolare Superbike replica. Naked. Alla portata di molti”; effettivamente come contraddirli, eccezion fatta per l’affermazione “… alla portata di molti”. Diciamo che il prezzo - in primis - non è sicuramente quello che gli americani definirebbero un “bargain price”, un affare, ecco. In secundis, questa non è una moto che può guidare chiunque. Anzi: chiunque può sedersi e apprezzarne la triangolazione perfetta delle quote che costituiscono la posizione in sella, afferrare la manopola del gas con la mano destra e andare a fare un giro. Con la nuova piattaforma inerziale ed una gestione elettronica evoluta, portarla a spasso è quanto di più facile ci sia. Ma quando arriva il momento di richiamare all’ordine i 208 cv erogati dal 4 cilindri varesino, la faccenda si fa complicata; la Brutale 1000 RR si scatena tra i 10 ed i 14.000 giri, restituendo emozioni che ti fanno venire i brividi lungo la schiena. Ecco, in questo frangente ci si accorge che per sfruttare al meglio questo missile, bisogna saperci fare, altrimenti è meglio esporla in un moderno living ed ammirarla in tutta la sua disarmante bellezza, in mezzo a trappeti pregiati e mobili di design.

PIACERE PER GLI OCCHI

Ogni test che ha come oggetto una MV, prevede come denominatore comune una intro su quanto siano belle e personali le moto realizzate a Schiranna. Se davanti alla Superveloce 800 eravamo rimasi colpiti dal mix perfetto tra design moderno e richiami di stile retrò, guardando la Brutale 1000 RR non possiamo fare a meno che ammirarne le linee tese, studiate per sposare la causa dell’aerodinamicità. Sì, perché a 300 km/h (circa 298 a voler essere precisi!) le ali aerodinamiche generano una deportanza mostruosa, così come gli estrattori ricavati sotto la sella del pilota, permettendo a questa hypernaked di rimanere con le ruote aggrappate all’asfalto. La moto, alla vista, risulta compattissima e perfettamente equilibrata dall’avantreno al retrotreno: faro anteriore, serbatoio e codino sono stati disegnati e messi in produzione esclusivamente per questo modello. Il proiettore anteriore full LED è il non plus ultra del design che ha caratterizzato tutta l’evoluzione del nome “Brutale”, dal lancio della prima versione assieme alla F4, ad oggi.

Si caratterizza per l’integrazione del sistema Cornering – per una migliore visibilità anche in curva in condizioni di scarsa luminosità - e comprende le ormai “obbligatorie” DRL che, assieme alla particolare sezione interna ad X colorata in rosso, rendono la Brutale 1000 RR immediatamente riconoscibile anche tra le sorelle… come se ce ne fosse bisogno! Come per la ancor più prestigiosa Serie Oro, le sovrastrutture si avvalgono di numerose componenti in preziosissima fibra di carbonio: contorno proiettore anteriore, fianchetti serbatoio, profilo supporto sella pilota ed anche passeggero, copricarter motore e protezione superiore del serbatoio stesso, a ridosso dello spettacolare telaietto in alluminio che regge il superbo display TFT. La sella del pilota è rifinita in maniera eccelsa, con impunture bianche a vista utilizzate anche per lo strapuntino destinato al passeggero che, si integra alla perfezione nel profilo della moto, sembrando più un accento aerodinamico che un “posto” di fortuna. Merito forse di quell’opera d’arte che è il posteriore: un mix di linee tese che integrano la luce stop a “C” e che viene a sua volta divisa al centro da una segmento che supporta il sellino del passeggero.

Così facendo si ottengono i due diffusori che incanalano i flussi d’aria generando portanza anche al retrotreno. Inutile dire che anche i cerchi forgiati in alluminio (sulla Serie Oro erano invece in carbonio) mostrano un disegno specifico che contribuisce ad impreziosire ulteriormente la visuale d’insieme di questo capolavoro tutto italiano. La vista laterale lascia il propulsore in bella vista e permette di apprezzare in toto la linearità del design: il gruppo ottico anteriore punta verso l’asfalto, mentre il posteriore si eleva verso l’alto, contenendo lo sviluppo in lunghezza della carrozzeria in concomitanza del mozzo posteriore. Gli ingegneri ed i designer sono riusciti nell’intento di integrare anche il voluminoso catalizzatore nella linea globale della moto, senza creare quei fastidiosi “buchi” che rovinano l’estetica delle nostre amate due ruote. Ah, manco a dirlo poi, abbiamo una reinterpretazione in chiave moderna delle famose “canne d’organo” che hanno contraddistinto gli scarichi MV fin dal ritorno sul mercato nel 2004: in questo caso il bellissimo impianto di scarico è sdoppiato e tenuto altissimo.

Oltre ad essere di una bellezza disarmante, emette un sound che non fa rimpiangere i terminali aftermarket. Sopra i 7.000 giri prende vita per poi iniziare ad urlare come un dannato attorno ai 10, quota che segna il passaggio al tipico “concerto” made by MV. Come per la Superveloce 800, anche la Brutale 1000 RR permette l’utilizzo con l’App dedicata “MV Ride” che consente di interfacciare la moto con lo smartphone: una volta effettuato il collegamento tramite Bluetooth, sarà possibile tenere sotto controllo lo stato della batteria ed il livello del carburante, ad esempio: molto utile anche il sistema di navigazione integrato e l’interfaccia diretta con WhatsApp. Mai come su questo modello abbiamo apprezzato la possibilità di gestire e mappe preimpostate (Rain, Sport e Race) e soprattutto la possibilità di creare nuove mappe Custom, totalmente personalizzabili dall’utente. Diciamo che, ancor prima di salire in sella, gli elementi per renderla un vero e proprio oggetto del desiderio, ci sono tutti.

QUATTRO CILINDRI. SELVAGGI!

Quattro cilindri, 16 valvole, doppio albero a camme in testa, camera di combustione di derivazione F1 e bielle in titanio di provenienza MotoGP: ecco la formula magica del nuovo 998 cc by MV Agusta che, di uguale al vecchio, ha solamente la fusione del basamento. Il resto è stato totalmente riprogettato per comunicare al meglio con la nuova piattaforma inerziale comandata dalla centralina EM2.0 sviluppata da Eldor e studiata appositamente per questo propulsore. E’ presente il full ride by wire multimappa (con le già note Sport, Race, Rain e Custom), il controllo di trazione (settabile su 8 livelli di intervento), Front Lift Control (che in MV definiscono “l’evoluzione dell’anti-wheeling”), l’ormai immancabile Launch Control ed il cambio elettronico EAS 2.1 Up&Downshift. L’ABS di ultimissima generazione è un Bosch 9 Plus Race Mode con Rear Wheel Lift-up Mitigation che contiene il sollevamento del posteriore nelle staccate più violente. L’evoluzione delle Hyper-naked ci sta abituando a cavallerie che – fino a pochi anni fa – non erano appannaggio nemmeno delle supersportive carenate più esasperate.

Oggi, la MV Brutale 1000 RR è la più potente del lotto, al pari con la diretta concorrente italiana, l’altrettanto sexy Ducati Streetfighter: 208 cv a 13.450 giri con un picco di coppia pari a 116,5 Nm. Completamente riprogettata – attingendo a due mani dalla tecnologia sviluppata per la F1 e MotoGP - è la distribuzione a valvole radiali e la catena di distribuzione centrale, ora in grado di mitigare gli effetti della torsione degli alberi a camme (caratterizzati da alzate e fasature inedite in aspirazione e scarico) agli alti regimi di rotazione mentre, le inedite bielle in titanio, contribuiscono a contenere le masse, i carichi e l’inerzia complessiva del motore. Dall’esperienza sviluppata da MV nel mondo delle competizioni per derivate di serie arriva l’inedito sistema di lubrificazione a “splitter” che consente di separare l’olio dagli organi meccanici in movimento.

La lubrificazione a carter semisecco permette di ottenere la protezione della meccanica anche in condizioni di guida estreme senza penalizzare gli attriti che restano comunque contenuti: proprio sugli attriti, tecnici ed ingegneri si sono concentrati adottando ingranaggi di nuova concezione che oltre agli attriti stessi, riescono a diminuire la rumorosità complessiva, attutita anche dai nuovi coperchi di ruota fonica e della frizione, che hanno il compito di assorbire in parte il rumore. Alla riprogettazione completa dell’airbox, ha fatto seguito il nuovo sistema di aspirazione con cornetti a lunghezze differenziate tra loro per massimizzare il rendimento del motore, potenza e coppia. L’attuale struttura dispone di doppi iniettori: quattro inferiori Mikuni e quattro superiori Magneti Marelli a doccia, con portata maggiorata disposizone sopra al cornetto di aspirazione. Chiude il tutto un fantastico impianto di scarico 4 in 1 in 4 di produzione Arrow con valvola parzializzatrice. Chi acquista una MV Brutale 1000 RR chiude in garage un oggetto che custodisce tutto il meglio della produzione attuale della casa varesina: il motore è, esattamente come il resto di questa due ruote, un’opera d’arte. E va forte, anzi, fortissimo.

NUDA, MA CON I SEMIMANUBRI

Il concetto di sportività che MV comunica agli appassionati con questo mezzo, è chiaro: “eccovi una supersportiva travestita da naked”. Ed infatti, una volta in sella, non si stringe tra le mani il classico handbar tipico delle naked, montato su risers. No. Ci si accuccia e si impugnano dei fantastici semimanubri. Questo contribuisce a fare in modo che si senta la ruota tra le mani, con il risultato di un avantreno solido, anche se tende ad alleggerirsi alle alte velocità e nei cambi di direzione più repentini. Il telaio è composto dalla classica struttura mista tipica di MV con traliccio in cromo-molibdeno e piastre laterali di fusione in alluminio, debitamente evoluto e migliorato per adeguarlo alle prestazioni della nuova Brutale. La posizione in sella – a soli 845 mm dal piano strada – è frutto di un attento studio ergonomico volto al massimo controllo del veicolo: la protezione dall’aria è inesistente ma, l’inclinazione in avanti che assume il busto, avvicina il casco alla zona del serbatoio, dando continuità ai flussi che incontrano l’anteriore e che poi salgono, schiacciando il pilota e “scaricando” la tensione che si genera sulle braccia. Non stiamo dicendo che è una moto idonea ai lunghi viaggi - semplicemente è meno scomoda di quel che si possa pensare - anche se sul blocchetto destro troviamo il tasto del Cruise Control affiancato dal suo estremo opposto: il tasto del Launch Control! Usandola nel quotidiano risulta stancante, anche per via del ridotto raggio di sterzo che rende faticose manovre che con altre concorrenti si gestiscono con molta più naturalezza. La MV Brutale 1000 RR è comunque concepita per ben altri utilizzi e, quando è nel suo ambiente naturale – e dunque basta uscire dalla città – si comporta egregiamente.

IN SELLA ALLA PERFEZIONE?

Questa MV Brutale 1000 RR ha due personalità: una che la rende facile e gestibile da chiunque, l’altra che la trasforma in una race-replica omologata per l’utilizzo stradale. Seduti in sella ci si sente subito a proprio agio: basta protendere il busto in avanti per afferrare i semimanubri che danno comunque la sensazione di essere più aperti rispetto a quelli delle sorelle carenate. Gli stivali incontrano le pedane senza nemmeno sentire il bisogno di guardare dove siano sistemate; giriamo la chiave di avviamento – che si trova in una posizione scomoda proprio dietro al bellissimo telaio che sostiene il prezioso display TFT da 5” – e diamo vita al nuovo 998. Con un peso di 186 kg a secco ed un serbatoio da 16 lt pieno, la Brutale fa della maneggevolezza una delle sue caratteristiche principali, a patto di condurla su strade che la lascino scorrere. La prima delle due personalità – ossia quella più mansueta – quasi non ce l’aspettavamo. Il motore ai bassi gira rotondo e senza strappi, soprattutto utilizzando le mappe Rain e Sport.

Fluido e capace di riprendere anche in sesta a meno di 4000 giri/min con una linearità impressionante, sale senza incertezze, mutando radicalmente superati i 10.000 giri, quota dopo la quale la Brutale 1000 RR si trasforma, diventando un mostro che ha bisogno di un circuito per sfogare tutti i cavalli e – soprattutto – la rapportatura lunghissima che, in piste medio/corte, obbliga a tenere una marcia in meno di quella che si avrebbe l’intenzione di utilizzare. Nel misto stretto, la scelta di adottare i semimanubri non paga ma, appena le curve aumentano di raggio, tutto funziona alla perfezione. Diciamo che, se amate affrontare strade tortuose e piene di tornanti, questa non è la moto che fa per voi! Se siete piloti esperti e siete determinati ad ottenere il massimo dalla Hyper-naked varesina, avete a disposizione tutto quello che serve per cucirvela addosso: questo succederà quando il range di utilizzo si sposta tra i famosi 10 e 14.000 giri: qui la Brutale stupisce per rabbia e cattiveria del propulsore. Le alette poste ai lati del radiatore iniziano a generare deportanza dopo i 200 km/h, velocità che si supera agevolmente in terza marcia; il cambio elettronico non sbaglia un colpo e funziona sempre meglio con il crescere del numero di giri.

Magnifico il lavoro delle sospensioni semiattive Öhlins Smart EC che fanno affidamento su una granitica forcella NIX oleodinamica con steli da 43 mm, regolabile elettronicamente tranne nel precarico della molla (idem al posteriore) che – come accade anche per le concorrenti, rimane manuale. Al posteriore è abbinato il classico mono TTX in lega di alluminio, una scelta ormai obbligata per tutti i produttori che puntano ad una fornitura top per quanto riguarda il reparto sospensioni. Le asperità non sono un problema, esattamene come non lo è la guida più estrema. Nei cambi di direzione è sveltissima, soprattutto alle alte velocità, quando si ha la sensazione che lo sia addirittura troppo; avremmo preferito una taratura più rigida dell’ammortizzatore di sterzo ma il poco tempo ea disposizione e le condizioni meteo, non ci hanno permesso di lavorare di fino sulle regolazioni. Certo è che una moto di questo genere, deve obbligatoriamente essere portata in pista almeno una volta. Ci vorrà del tempo per capirla ma, una volta apportate le dovute regolazioni, non deluderà ed anzi, potrà essere sfruttata al massimo delle sue potenzialità. Per capire il livello di dotazione tecnica che MV ha riservato a questa esclusivissima nuda, basta concentrarsi sull’impianto frenante che è poi lo stesso della Serie Oro: una coppia di prestigiose pinze radiali Brembo Stylema monoblocco chiamate a mordere dischi da 320 mm con fascia in acciaio e flangia in alluminio. Il funzionamento? Sopraffino.

IL PREZZO ED I CONSUMI

Ogni Mv Brutale 1000 RR costruita, porta sul telaio a traliccio una targhetta con il nome dello specialista che l’ha assemblata per voi. Questo dovrebbe rendere l’idea dell’esclusività del prodotto che – anche se non di fregia della famosa denominazione “Serie Oro” – si pone ad un livello elitario rispetto alle dirette concorrenti. Un design ricercato, linee tese e curve mozzafiato abbinate ad una dotazione di primissimo livello che culmina con sospensioni Öhlins, pinze Brembo Stylema, carbonio a profusione e dettagli incredibili. Senza dimenticare il sound: semplicemente inconfondibile. Disponibile nella classica colorazione Ago Red e nella più aggressiva versione Fluo Yellow/Metallic Avio Grey, costa ben 31.500 Euro. Una cifra importante, giustificata in parte dalla dotazione ma pur sempre nettamente superiore rispetto alle concorrenti.

I consumi? Se può essere d’aiuto nella scelta, confermiamo un valore medio attinente a quello dichiarato da MV di 6,7 litri per 100km. Siamo certi che questo non sarà un dato in grado di vincolare il vostro acquisto, anche perché a questi livelli, il consumo di carburante è un dato che la passione non prende nemmeno in considerazione.

PIACE - Motore impressionante, doppia personalità, finiture, design ed ergonomia

NON PIACE - Maneggevolezza alle basse velocità, pedane del passeggero fastidiose nella guida sportiva, specchietti inesistenti

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO

Casco: X-Lite X-903 Ultra Carbon

Giacca: Alpinestars Crazy Eight

Guanti: Alpinestars Rayburn V2

Jeans: Alpinestars Copper V2

Scarpe: Alpinestars J-6 Waterproof

 

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