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Video prova Aprilia Tuono 660: foto e tutti i dettagli

Non è una naked, non è una carenata, è una Tuono: purosangue sportiva, cattiva e affilata quando si spalanca il gas, buona e facile per andare a passeggio (se ci riuscite)

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Di Aldo Ballerini

Della Tuono 660 la prima cosa è il suono, ti prende la pancia. Apri il gas e una splendida voce d'aspirazione ti fa venir voglia di spalancare ancor di più. Tu, ovviamente, spalanchi e ne scopri un'altra: l'erogazione. Bella, pulita, lineare, un 660 - che oggi pensiamo sia una piccola cilindrata - che centra l'equilibrio perfetto tra potenza gestibile e prestazioni. E, cosa non scontata, tiro ai medi. È il risultato di una serie di scelte tecniche colte con maestria: numero di cilindri, architettura, manovellismo (270°), il tutto messo a punto con l'esperienza fatta con il V4. La potenza gestibile sono quei 95 CV, distribuiti nel modo migliore che ti puoi aspettare da un 660: ai 4.000 giri si ha già l'80% della coppia; a 6.000 si sfiora il 90% e il picco è ancora più in là, a 8.500 giri. Rimanendo in questo intervallo di regimi su strada si viaggia già forte, molto forte, e poi il bicilindrico allunga e allunga ancora, la potenza massima è a 10.500, il limitatore a 11.500. Zone del contagiri buone per la pista.

LA MAPPA "BUONA"

Ci sono cinque mappe, tre per la strada e due per la pista; due sono configurabili e si può gestire l'elettronica come si vuole. Per la strada ci sono la Commute, quella "buona", e la Dynamic, la grintosa. La Rain? Non c'è, e lo apprezziamo, non solo perché quando piove con la Tuono 660 stai a casa, visto che è nata per divertirsi, ma anche perché basta usare gli ottimi controlli che ci sono in abbondanza e prima di tutto - come sempre - la testa. La Commute è buona tra virgolette perché non fa mancare proprio nulla, ed è la nostra preferita: elimina l'on-off della Dynamic che si avverte soprattutto quando si passeggia (infatti non è adatta al passeggio) perché ha l'attacco dolce ma poi, quando si apre con decisione, libera tutta la grinta del 660, fremiti da purosangue compresi.

Se proprio non ti soddisfa nemmeno la Dynamic - quindi ti senti Stefano Bonetti - c'è l'Individual: permette di scegliete la risposta del ride by wire, il freno motore, il controllo di trazione e di impennata, questi ultimi due si possono pure escludere. Si può scegliere anche la mappa dell'ABS, spingendosi fino a quella che lascia libero il freno posteriore. Il nostro suggerimento però è di non esagerare con l'esclusione dei controlli: le  nostre Tuono 660 sono equipaggiate con la piattaforma inerziale a sei assi, così l'avanzatissimo pacchetto Aprilia APRC lavora nel migliore dei modi, a piena funzionalità, non è per nulla invasivo e su strada permette si sbizzarrissi come si vuole, di sostanza ce n'è in abbondanza.

I TORNANTINI SE LI MANGIA

Ci siano dilungati sul motore ma ne vale la pena; riassumiamo: emozioni e grandi prestazioni; in più c'è la maturità tecnica ed elettronica. Ma il progetto Tuono 660 è ancor più ampio: al bicilindrico associa leggerezza e agilità, tre obiettivi che nella guida si fondono in uno: divertimento. Puro divertimento. Per quanto riguarda la leggerezza diamo un numero, 183 kg in ordine di marcia, e così la Tuono 660 porta a casa il miglior rapporto peso/potenza della categoria. In tema di agilità c'è poi la ciclistica Aprilia, manco  a dirlo impeccabile: il telaio doppio trave in alluminio con forcellone asimmetrico è una garanzia, e sulla Tuono le quote sono ancor più agili di quelle della già affilata RS.

Con questa combinazione, leggerezza, ciclistica veloce, manubrio ampio, la Tuono 660 le curve e i tornantini, se li mangia, ma sopra tutto è agile come un gatto nei cambi di direzione. Il bello è che nonostante le quote agili, la posizione del busto eretta, quindi con meno carico sull'anteriore e con il corpo che alle alte velocità lo alleggerisce ancora, fila dritta come un fuso, non si muove di un millimetro nemmeno nelle condizioni più critiche. Poi in Aprilia ci sapranno dire come hanno fatto. Giusto una nota. Visto il percorso di oggi, tutto stradale, non abbiamo ovviamente potuto provarla alla massima velocità, test che rimanderemo a una prova più approfondita.

SI GUIDA CON GLI OCCHI

La Tuono 660 appartiene a quella ristretta categoria di moto in cui la ciclistica segue il pensiero, le braccia sono optional: non occorre concentrarsi per inserirla in curva, né usare bicipiti e tricipiti, basta scalare una marcia o due, puntare gli occhi sulla corda e già la ruota anteriore è lì, precisa e sicura grazie alle citate doti ciclistiche e sostenuta al meglio dalle Pirelli Diablo Rosso Corsa II, impeccabili anche nelle situazioni difficili, che in questo percorso non sono certo mancate. Le strade della zona dei Castelli - i motociclisti romani lo sanno bene - sono affascinanti quanto rovinate, il miglior banco di prova per verificare la ciclistica nelle condizioni più difficili, e quelle che abbiamo affrontato si può dire siano state tra le peggiori che si possano trovare su strada. Non solo per le sconnessioni di tutti i tipi, ma anche per il clima di questi giorni, che sull'asfalto (freddo) ha lasciato umido, sporco e sale.

Ma non ci sono stati problemi per la Tuono 660, ci siamo lasciati prendere la mano solo in tratti ben visibili e scorrevoli affidandoci alla sua stabilità: sulle buche, sui dossi e sulle cunette, non perde la precisione recuperando anche situazioni per lo meno complicate. Questo test che possiamo definire estremo (per le condizioni della strada) ha messo in evidenza il carattere della 660: decisamente sportivo, sullo sconnesso è più precisa e stabile che confortevole. Ragioniamo un momento, è chiaro: è una Tuono, se non fosse così si sarebbe chiamata in un altro modo. Se la V4 è una superbike spogliata, questa è una supersport, i conti tornano. Anche la frenata, infine, è al top, e non avevamo dubbi. Il primo tocco del doppio disco è morbido, poi arriva tutta la potenza che si vuole, occorrono però due dita. Ovviamente è una scelta, su strada meglio progressivo che aggressivo, anche se l'ABS ha ormai raggiunto livelli eccellenti e in più, come detto, con la piattaforma inerziale è del tipo cornering. Ci sono infine tre mappe da scegliere, dalla più sicura fino a quella da pista.

Tuono 660 O 1100?

Motore di grande carattere e prestazioni top: ma allora questa "piccola" cilindrata può competere con la maxi Tuono? Su strada diciamo proprio di sì. Ma non parliamo di "chi arriva prima al passo" (vi prego - N.d.r), se proprio volete il confronto cronometrico con la vostra più o meno maxi, più o meno naked, iscrivetevi al Trofeo Crono Climber. Qui parliamo del piacere della guida.

I nostri apripista avevano le V4 e siccome avevano guidato pure la 660 sapevano bene la differenza che corre tra le due Tuono. La maxi ha in più 26 kg e 80 CV, ovviamente su strada tutta questa potenza non serve, ma la coppia sotto del 1.100 è decisamente travolgente, e sapete bene quanto è gustoso guidare un motore così. Dall'altro lato però c'è l'impegno nella guida, ovvio che più si va sullo stretto, più il divario si allarga tra le due Tuono, ma la maxi è sempre più impegnativa, anche su tratti più scorrevoli, e senza spremere il V4; dove la 660 scappa via come uno scoiattolo la V4 richiede impegno e maggiore concentrazione. Il divario di peso, 26 kg è tanto su una moto, ma vale più di quello che si possa pensare, perché ciò che conta non sono solo i numeri ma la ciclistica: è ben diverso progettare un telaio con quote che devono reggere 175 CV oppure 95 CV. Per di più di una naked. Ed è questa la grande differenza. Quale sia la migliore è poi un fatto personale.

DETTAGLI

Il succo della Tuono 660 è questo, poi ci sono quelli che a nostro parere sono dei dettagli, qui li riassumiamo. Il concetto base da tener presente è che si tratta di una Tuono, una purosangue naked, pure se c'è la carenatura. La 660 è facile a passeggio ma capace di mettere sotto pressione quando si cammina sul serio (meglio in pista); lo spazio a bordo c'è, anche se si è di buona statura, la protezione aerodinamica lascia scoperta la parte superiore del busto, il passeggero ha uno strapuntino con pedane non troppo alte (ma è uno strapuntino), che le sospensioni sono sostenute l'abbiamo già detto.

Queste sono le caratteristiche di una sportiva; e i difetti? Proprio nulla. Tra i dettagli c'è il cambio meno intuitivo in scalata; l'on-off ai bassi regimi nella mappa Dynamic di cui si è parlato; qualche vibrazione sulle pedane e sul manubrio in rilascio, ma non fastidiose perché, solo in alto e in rilascio, quindi in transitorio.

DUE NOTE DI TECNICA

Abbiamo già presentato la Tuono 660 (ecco il nostro articolo), qui aggiungiamo qualche dettaglio in più che è stato comunicato nel corso della conferenza stampa.

Il telaio a doppio trave in alluminio è imbullonato nel cannotto e nella zona posteriore, il motore ha due punti di ancoraggio al telaio (tre su RS 660) per un maggior feeling nella guida meno estrema, il forcellone asimmetrico d'alluminio è influcrato nel motore, quindi parte stressata. Compatto e leggero ha quote ancor più agili di quelle della RS; per chi ama i dettagli: interasse più corto (1.378 mm invece di 1.383); cannotto di sterzo meno inclinato (23,9° invece di 24,1°); offset maggiore (28 mm invece di 26). È completato con una forcella Kayaba regolabile (estensione e precarico) con steli rovesciati di 41 mm e mono regolabile (come sopra), senza leveraggio progressivo (la progressione la dà il modo in cui è montato e si risparmia peso). La frenata è affidata a una coppia di dischi d'acciaio da 320 mm, morsi da pinze ad attacco radiale comandate da una pompa radiale; tutto Brembo; in quanto a grip siamo in ottime mani, ci sono le Pirelli Diablo Rosso Corsa II nelle misure di 120/70 e 180/55.

La Tuono 660 è costruita nello stabilimento Aprilia di Scorzè, vicino a Noale, è in vendita a 10.550 euro (anche depotenziata per la patente A2). Ci sono vari optional, tra questi segnaliamo la piattaforma inerziale, il cambio elettronico, lo scarico completo omologato Akrapovic; se si vuole fare qualche viaggio ci sono il cupolino maggiorato e le borse, da sella, da serbatoio e le laterali  semirigide.

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