Tu sei qui

Suzuki Hayabusa 2021 - TEST

L’abbiamo scoperta tra i cordoli di Vairano e sulle curve verso la Val Trebbia, ecco le nostre impressioni a caldo

Iscriviti al nostro canale YouTube

Tra le moto che hanno scritto la storia del motociclismo, c’è senza dubbio la Suzuki Hayabusa, che dopo più di 20 anni dalla sua prima apparizione, ora è pronta per rivivere una terza giovinezza.

Come è fatta

In apparenza la Suzuki Hayabusa 2021 può sembrare la stessa di 20 anni fa, eppure ha subìto un importante restyling, ma senza dare troppo nell’occhio. Il suo nuovo look è molto più aerodinamico e un po’ più spigoloso nel frontale.

Le luci di direzione sono posizionate a lato dei condotti SRAD, mentre nella parte laterale troviamo una zona d’estrazione dei flussi d’aria dalle carene. Nel complesso risulta più pulita rispetto al precedente modello. A chi ricorda bene la “vecchia” Hayabusa, a colpo d’occhio forse risulterà maggiormente cambiata la parte posteriore rispetto a quella anteriore.

Le luci full LED, sia anteriori che posteriori, vanno a completare il new look di questa nuova Hayabusa o “bestia rifinita”, come viene soprannominata da Suzuki, che resta ancora oggi una delle moto più efficienti nell’aerodinamica e che riesce a farle toccare i 300 km/h (ed oltre se non ci fosse il limitatore).

Quali sono le parole che evoca nella maggior parte dei piloti? Sicuramente “velocità estrema”. Sì, perché la Hayabusa di 22 anni fa è diventata famosa per la sua grande potenza e per essere in grado di spingere la lancetta del contachilometri a 300 km/h ed oltre.

Sportiva, anche se non troppo e qualcuno le rimproverava un peso ingente e dimensioni non proprio ridotte, è sempre stata raffinata ciclisticamente, con un motore grande e potente, fin quasi esagerato, che spingeva con un’energia incedibile anche ai bassi e medi regimi. 

Peso e coppia incontenibile potevano mettere in crisi il posteriore. La prima Hayabusa nelle curve faceva scivolare la gomma dietro e si rischiava di cadere se non si era in grado di gestire opportunamente il gas.

Una moto che si guidava comunque molto bene, soprattutto sul misto e ovviamente sul veloce, essendo più scattante di quanto si potesse pensare. Sullo stretto invece, faticava sicuramente di più.

Questa nuova Hayabusa conferma sicuramente i punti forti della sua prima antenata, quella nata nel lontano 1999, ma inserisce anche importanti novità riguardanti l’innovazione tecnologica, che la rendono anche più adatta alla strada, consentendo a chiunque di aprire il gas in curva, preoccupandosi un po’ meno della ruota posteriore e di tenere “al guinzaglio” tutta la potenza che sprigiona il suo motore.

A spingere la Hayabusa 2021 è sempre il noto quattro cilindri da 1.340 cc, ma con qualche cavallo in meno a causa dell’Euro 5, infatti sono “soltanto” 190, ovvero 7 in meno rispetto alla seconda generazione, ma questa perdita viene compensata da una migliore erogazione ai bassi e medi regimi, andando a toccare una coppia massima di 150 Nm (-5) a 7.000 giri. 

Qualcuno potrà pensare che vada di meno, ma non è così, infatti avendo più schiena, ha anche più potenza e coppia rispetto a qualsiasi altra moto ai regimi bassi e medi, che sono i più utilizzati su strada.

La grande velocità potrebbe anche essere superiore, ma il contachilometri si ferma a 299 km/h, con il limitatore che non le impedisce comunque di essere di fatto una delle regine nel “Club dei 300”. Riuscite ad immaginare una moto che arriva a toccare i 150 km/h in prima? Beh, con la Hayabusa 2021 vi rimane ben poco da immaginare, perché con lei è una realtà tangibile.

Dando un’occhiata alla parte elettronica, la Hayabusa 2021 si presenta con una piattaforma inerziale a 6 assi. L’IMU Bosch tiene sempre il controllo della dinamica della moro per sfruttare il più possibile i dispositivi avanzati del S.I.R.S. (Suzuki Intelligent Ride System). Il tutto amalgamato da evolutissimi sistemi elettronici di assistenza, come ad esempio il sistema di frenata integrale Combinade Brake System.

Lo stile e l’aerodinamica sono ovviamente curatissimi e la linea del mostro Suzuki è come sempre ispirata al falco pellegrino giapponese, uccello da cui prende il suo nome.

Le novità sono tante, partendo da un design delle masse più sporgente e dalla coda rialzata, come se la moto fosse proiettata in avanti, ricordando appunto un falco in picchiata. Il pilota si integra nella moto alla perfezione, aumentando l’aerodinamicità nonché la stabilità della Hayabusa. La posizione di guida, rispetto al passato è più confortevole, grazie al manubrio leggermente arretrato di 12 mm.

Il telaio a doppia trave con forcellone in alluminio e la taratura della forcella a steli rovesciati a 43mm e l’ammortizzatore posteriore, entrambi regolabili, assicurano una perfetta stabilità del mezzo.

Per muoverla a queste velocità pazzesche, troviamo un motore che è proprio il fulcro centrale di questa maxi giapponese. Aggiornatissimo il suo 4 cilindri in linea da 1.340 cc (cilindri da 81 x 65 mm), che fa della Hayabusa 2021 la moto con più coppia e potenza sotto i 6.000 giri al minuto.

Per salvaguardare l’ambiente, questa “next generation” Euro 5, perde qualche cavallo e Nm, ma ne acquista in erogazione nella prima parte del contagiri. I valori di potenza e coppia sono rispettivamente di 190 CV a 9.700 giri e 150 Nm a 7.000 giri, facendo arrivare il pilota da 0 a 100 km/h in 3,2 secondi, mentre per toccare i 200 km/h ce ne vogliono soltanto 6,9, sempre ovviamente da fermo. 

Anche i consumi di carburante si sono riadattati, infatti per questa nuova generazione viene dichiarato un dato non di poco inferiore rispetto alla precedente, ovvero 17,4 Km/l contro i 14,9 di prima. La “Busa”, con il suo serbatoio da 20 litri, promette attualmente un’autonomia di 298 km. 

Possiamo dire che le novità non mancano, ma non si perde mai di vista l’affidabilità, che è ciò che conta di più, soprattutto quando si sta parlando di una belva chiamata Hayabusa, che pare non abbia limiti. È stato migliorato anche l’albero a gomiti, in modo da favorire meglio il passaggio per l’olio motore, più efficiente del 54%.

I condotti d’aspirazione diretta SRAD, sono stati riprogettati, portando più aria all’airbox e lasciando respirare meglio il motore.Questa nuova erogazione è ovviamente omologata Euro 5, allo scopo è stato totalmente riprogettato anche lo scarico, che ha tre catalitizzatori; uno si trova al raccordo dei 4 collettori e poi uno ne ha uno per ciascuno dei due terminali. Lo scarico è decisamente voluminoso, ma essendo anche più “chiuso”, migliora la coppia e la risposta ai bassi e medi regimi. 

Per quanto riguarda la ciclistica, il telaio rimane sempre un doppia trave perimetrale in alluminio, che però conferisce una maggiore agilità, grazie all’alleggerimento di 700 grammi. A dispetto di un peso non proprio piuma, sono a secco di 264 kg, distribuiti equamente al 50% davanti ed al posteriore. La caratteristica stabilità, che contraddistingue da sempre la Hayabusa, rimane sempre assicurata, dando una grossa sicurezza a chi sta in sella. 

I semimanubri ora sono più vicini al busto del pilota di 12 mm, per far sì che il guidatore abbia maggiore controllo e confort alle basse velocità e questo è l’unico aggiornamento riguardante la triangolazione pedane-sella-manubrio.

Le sospensioni sono Kayaba, hanno subito un miglioramento nella taratura di serie e sono totalmente regolabili, sia la forcella con steli da 43 mm, che il monoammortizzatore. Offrono stabilità e sostegno in ogni condizione di guida.

Il suo impianto frenante è firmato Brembo Stylema, con dischi anteriori di un diametro maggiorato a 320 mm, mentre al posteriore troviamo la pinza flottante Nissin con un disco da 260 mm. Parliamo ora dei suoi cerchi, che sono ridisegnati e sono a 7 raggi da 17” con dei nuovi pneumatici Bridgestone Battlax Hypersport S22, in misura 120/70 all’anteriore e 190/50 al posteriore.

La parte elettronica della Hayabusa 2021 è sicuramente invidiabile, al passo con i tempi ed è la più evoluta della gamma offerta da casa Suzuki, partendo proprio dal nuovissimo display TFT. Ben posizionato tra il contachilometri ed il tachimetro (sono entrambi analogici), offre al pilota grande facilità nell’avere tutte le informazioni necessarie riguardanti la Suzuki Intelligent Ride System (S.I.R.S.), che è la parte “intelligente e pensante” della moto.

Il S.I.R.S. comprende la piattaforma inerziale IMU Bosch a 6 assi, con tutte le varie funzioni come ad esempio l’ABS Cornering oppure il sistema Hill Hold Control System, simile a quello delle automobili, che nelle partenze in salita tiene automaticamente fermo il mezzo per 30 secondi, aiutando la partenza.

Troviamo poi la Suzuki Drive Mode Selector Alfa, che raggruppa 5 sistemi elettronici avanzati e consente di selezionare delle impostazioni personalizzate per ognuno di essi. Questo sistema ottimizza le prestazioni ed il comportamento della moto, adattandoli allo stile di guida ed alle condizioni meteorologiche, in base al fondo stradale che si sta percorrendo. 

L’SDMS Alfa, oltre alle 3 modalità di base (A, B e C, ovvero comfort, standard e sportiva), dà anche la possibilità di configurare tre gruppi di settaggi personalizzati. 

Il tutto è selezionabile semplicemente tramite i tasti che si trovano sul blocchetto elettrico sinistro e le varie impostazioni scelte appaiono sul display al centro della strumentazione di bordo.

Oltre a queste, permette anche di impostare i 3 livelli di potenza del motore, come anche il Bi-directional Quick Shift System, il Power Mode Selector, che gestisce le tre modalità di curva dell’erogazione della potenza, il sistema di anti impennata Anti-Lift Control System su 10 livelli, il sistema a 3 livelli del controllo del freno motore (Engine Brake Control System), che porta il traction control ad un livello nuovo, monitorando l’angolo di piega e limitando lo slittamento della ruota, sia in curva che sul dritto, garantendo una costante maggiore stabilità.

Inoltre si possono regolare anche i livelli di vari altri sistemi, come il Launch Control, che viene definito “il sistema partiarazzo”, in quanto permette uno scatto fulmineo alla partenza, il Cruise control, lo Slope Dependent Control System, che monitora tramite l’ABS la pressione della frenata, la dinamica e l’inclinazione della moto per evitare che il posteriore si alzi in fase di frenata in discesa ed il limitatore di velocità.

Non dimentichiamoci anche dell’Emergency Stop Signal, che serve per far lampeggiare rapidamente gli indicatori di direzione in caso di frenata brusca a velocità pari o superiore a 55 km/h, in modo da allertare gli altri veicoli.

Come si è potuto capire, la dotazione è ai massimi livelli, i sistemi elettronici in particolare sono davvero infiniti ed ognuno di essi è progettato per aumentare la padronanza e la confidenza con la moto, come pure per ottimizzare le prestazioni in ogni situazione, rendendo la Hayabusa molto piacevole da pilotare. Insomma, dopo questo elenco, viene proprio da dire: tanta roba!

Come va (in pista)

La prima nota di questo test, va senza dubbio all’esagerazione di una moto come la Suzuki Hayabusa su un tracciato piccolo, tecnico e tortuoso come quello di Vairano (ma dovremo in parte ricrederci).

La moto sa infatti emozionare e appassionare nella guida sin dai primi giri percorsi in pista. Il sui elementi migliori restano la potenza ed il buon bilanciamento ciclistico, nonostante il peso e le dimensioni tutt’altro che ridotti.

Tutto questo unito ad un avantreno solido e sincero, che punta deciso alla corda e solo nella guida al limite tende ad allargare leggermente la traiettoria in uscita di curva, ma basta un po’ di malizia nella guida, che lei asseconda i movimenti repentini del pilota.

La risposta della moto ai movimenti del pilota è quella tipica di una moto da corsa, sensibile, reattiva ed immediata nel seguire le indicazioni impartite, oltre ad essere stabilissima anche nelle pieghe più spinte.

Ottima è la triangolazione sella-pedane-manubrio, che durante i cambi di direzione risulta molto comoda e non affatica le articolazioni. La protezione aerodinamica, ottimizzata in galleria del vento per vincere l'impatto con l'aria, assicura un gran riparo anche a velocità elevate, senza affaticare troppo il collo.

Il motore spinge bene ai bassi, ma il meglio viene fuori ai regimi medio-alti. Il 4 cilindri di casa Suzuki, che risulta bello elastico, passa alla modalità "aggressive" dai 4.000 giri. Oltre questa soglia diventa molto più cupo nel sound e gli scarichi si fanno sentire, fino a salire a 10.000 giri con cattiveria da vera sportiva, una vera goduria!

Nonostante le manate di gas in uscita di curva, l'avantreno rimane incollato a terra grazie anche al sistema Anti Lift Control System, che a nostro avviso, con tutta questa potenza e coppia a disposizione, troviamo davvero utilissimo. Non nascondendo però, che avremmo voluto disinserirlo, ma non ci siamo potuti permettere di assumerci questo rischio in un test che, in tempi di Covid, a livello organizzativo non potrebbe sopportare un imprevisto.

A voler trovare il pelo nell’uovo, un tantino migliorabile su questa Hayabusa è solo il launch control per le partenze “a razzo”. Durante la nostra prova in pista abbiamo infatti avuto la possibilità di lanciarci come un "falco pellegrino" sul lungo rettilineo (2 km di lunghezza) di collaudo del circuito di Vairano.

Anche con la modalità inserita qualche piccolo pattinamento della ruota posteriore nella prima fase si è avvertito, ma tutto sommato è stato all’altezza di queste partenze, che hanno permesso di testare la potenza ed il vero carattere di questo 4 cilindri. 

Il Ride-by-wire, unito alle mappature motore, rende l'erogazione di potenza più fluida di quanto non sarebbe possibile con lo stesso motore, ma senza una elettronica perfettamente a punto.

Peccato solo per un po’ di effetto on/off nell’apri e chiudi del comando del gas, avvertibile in particolare alle basse velocità. Il Traction control gestito dal sistema “SDMS” regala infine una modulabilità e una gamma di settaggi rapidissimi da selezionare. 

Con la nuova Suzuki Hayabusa non è così importante la scelta del rapporto con il quale affrontare una curva, perché ha la capacità di uscirne senza alcun problema, anche con una marcia più alta anzi, nell’incertezza è preferibile mantenere un rapporto più alto, facendo leva sulla fantastica erogazione che il motore sa trasmettere.

L’impianto frenante di questo mostro a due ruote soddisfa pienamente le aspettative. Fa impressione, se si pensa che deve riuscire a frenare oltre al nostro peso, anche quello importante della moto, che è bene ricordare, è nell’ordine di 264 kg. Ha una grande modulabilità e il mordente dei dischi anteriori da 320 mm è immediato e mette al riparo da eventuali indesiderati bloccaggi.

Infine è molto preciso anche il Quick Shift, sia in salita che in scalata. Offre però il meglio ad alti regimi. Dobbiamo ammette che, messa alla frusta, la nuova Hayabusa 2021 si comporta veramente bene, tutto lavora con armonia e senza mai avvertire un’insicurezza.

Come va (in strada)

La massiccia Hayabusa si fa sentire soprattutto nelle manovre da fermo, ma ci si riesce comunque a muovere in modo piuttosto disinvolto. Alle basse velocità, la maneggevolezza è tutto sommato buona.

La sella ampia al punto giusto, è confortevolissima e si sta comodi anche durante i viaggi più lunghi. Su strada, questa maxi sportiva di casa Suzuki è estremamente comunicativa, soprattutto grazie alla bontà dell’avantreno, che trasmette puntualmente tutto ciò che avviene sotto alla ruota anteriore. Bisogna ricordarsi però, che per peso e dimensioni, ama una guida tonda e fluida e non apprezza essere particolarmente strapazzata all’interno della curva.  

Dire che si muove agile tra i tornanti è eccessivo, ma nel misto veloce con tante curve da raccordare, la Hayabusa riesce ad essere divertente ed offre una buona precisione di guida. Nei curvoni veloci la moto risulta stabile e scattante: se si vuole allargare la traiettoria, nessun problema, ma se si desidera stringere la traiettoria e si è troppo veloci, ci vuole mestiere. Attenzione perciò a non esagerare, il peso è sicuramente il maggior colpevole. 

La tenuta di strada è ottima, anche grazie ai lodevoli pneumatici Bridgestone Battlax Hypersport S22 di serie, che consentono di fare di tutto e di più. Alle alte velocità la “Busa” risulta stabile, ben equilibrata e, nonostante il suo passo lungo, non ha mai dato segni di ondeggiamento o la sensazione di avere l’anteriore troppo leggero ed insicuro.

Il motore della Suzukona ha un’elasticità tale che, con la terza marcia si fa praticamente tutto. Ricordiamo che si tratta di una moto che fa i 150 Km/h in prima. Sicuramente guidi più rilassato che con una 600 e poco importa se entri in curva con una marcia in più, tanto in uscita ti basta giocare con il gas e lei è lì pronta a lanciarti fuori con un’accelerazione esagerata. 

La nuova regina delle maxi è al passo con i tempi in tema di dotazioni elettroniche, che sono davvero infinite. Ha tutto il necessario per viaggiare sicuri e senza pensieri, soprattutto quando si danno delle “manate” di gas in curva, non curandosi troppo della capacità della ruota posteriore di tenere botta a così tanta potenza e coppia. In autostrada si viaggia a 130 km/h a meno di 5.000 giri, quindi in tutto relax. A questo regime non si avvertono vibrazione sia sulle pedane che sui semimanubri.

La “Busa” è in grado di decelerare in un istante, grazie ad un ottimo freno motore, che rende la fase d'inserimento in curva più fluida. Grazie ad un settaggio preciso delle sospensioni Kayaba, è molto stabile e precisa in inserimento. In uscita di curva, il mono fa il suo ottimo lavoro, assicurando sostegno e stabilità facendo lavorare sia il Traction che la gomma in modo impeccabile.

Le impressioni maturate in pista vengono confermate su strada: l’impianto frenante della Hayabusa risulta sempre incisivo e ben modulabile, grazie anche all’ottimo ABS Cornering, che in termini di sicurezza è il massimo.

Per concludere, possiamo sicuramente affermare che la Hayabusa 2021 è cattiva, grintosa ed affascinante e ci saprà sicuramente stupire di nuovo, dandoci innumerevoli soddisfazioni, ma soprattutto “taaanta” adrenalina sul veloce, che è la sua specialità. Sì, perché l’Hayabusa è così, è senza limiti ed è paragonabile ad un animale affamato che divora l’asfalto (oltre alle gomme) e ci catapulta in una dimensione a cui non siamo abituati.

Quanto costa

 Il prezzo della Suzuki Hayabusa 2021 parte da Euro 19.390, con di serie la cover monoposto e gli specchietti carbon look. Le colorazioni disponibili sono due, la nera con inserti in oro e la grigia chiara con inserti in rosso.

Abbigliamento

Per la pista:

Casco AGV GPR PISTA GP-RR
Guanti DAINESE FULL METAL 6 
Stivali Axial D1 Air Boots
Tuta Dainese Misano 2 D-AIR

Per la strada:

Giacca: Dainese HF 3 Leather jacket
Panataloni: Dainese Jeans Classic slim tex 
Scarpe: Dainese Energy D-WP
Guanti: Dainese Full Metal 6 

Articoli che potrebbero interessarti