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Video Prova Suzuki Hayabusa 2021: in sella al falco

L’abbiamo scoperta tra i cordoli di Vairano e sulle curve verso la Val Trebbia, ecco le nostre impressioni a caldo

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Negli scorsi giorni ve ne avevamo raccontato tutti i dettagli (clicca per leggere l'articolo), ora è il momento di guidarla, finalmente. Iniziamo la giornata con una bellissima prova su pista. Siamo sul circuito di Vairano, una frazione del comune di Vidigulfo, in provincia di Pavia. Quale scenario migliore per provare la potentissima nuova Hayabusa? Avvicinandoci alla nuova nata di casa Suzuki, notiamo fin da subito la sua stazza imponente e le linee muscolose.

La Hayabusa è curata in ogni particolare, come ad esempio i bellissimi ed importanti terminali di scarico, che disegnano una linea continua con le carene laterali. Ottime anche le finiture, c’è una perfetta simbiosi tra ogni singolo componente della moto. I comandi sono ben fatti, le leve sono facilmente regolabili e la strumentazione mista digitale / analogica si rivela davvero completa. Saliamo in sella ed avviamo la moto facendola scaldare, poi inseriamo la prima e partiamo subito per questa prova fatta di curve e tornanti. La prima nota di questo test, va senza dubbio all’esagerazione di una moto come la Suzuki Hayabusa su un tracciato piccolo, tecnico e tortuoso come quello di Vairano (ma dovremo in parte ricrederci).

La moto sa infatti emozionare e appassionare nella guida sin dai primi giri percorsi in pista. Il sui elementi migliori restano la potenza ed il buon bilanciamento ciclistico, nonostante il peso e le dimensioni tutt’altro che ridotti. Tutto questo unito ad un avantreno solido e sincero, che punta deciso alla corda e solo nella guida al limite tende ad allargare leggermente la traiettoria in uscita di curva, ma basta un po’ di malizia nella guida, che lei asseconda i movimenti repentini del pilota.

La risposta della moto ai movimenti del pilota è quella tipica di una moto da corsa, sensibile, reattiva ed immediata nel seguire le indicazioni impartite, oltre ad essere stabilissima anche nelle pieghe più spinte. Ottima è la triangolazione sella-pedane-manubrio, che durante i cambi di direzione risulta molto comoda e non affatica le articolazioni. La protezione aerodinamica, ottimizzata in galleria del vento per vincere l'impatto con l'aria, assicura un gran riparo anche a velocità elevate, senza affaticare troppo il collo.

LA SPINTA DEL 1.340 CC CONVINCE AL 100%

Il motore spinge bene ai bassi, ma il meglio viene fuori ai regimi medio-alti. Il 4 cilindri di casa Suzuki, che risulta bello elastico, passa alla modalità "aggressive" dai 4.000 giri. Oltre questa soglia diventa molto più cupo nel sound e gli scarichi si fanno sentire, fino a salire a 10.000 giri con cattiveria da vera sportiva, una vera goduria!

Nonostante le manate di gas in uscita di curva, l'avantreno rimane incollato a terra grazie anche al sistema Anti Lift Control System, che a nostro avviso, con tutta questa potenza e coppia a disposizione, troviamo davvero utilissimo. Non nascondendo però, che avremmo voluto disinserirlo, ma non ci siamo potuti permettere di assumerci questo rischio in un test che, in tempi di Covid, a livello organizzativo non potrebbe sopportare un imprevisto.

A voler trovare il pelo nell’uovo, un tantino migliorabile su questa Hayabusa è solo il launch control per le partenze “a razzo”. Durante la nostra prova in pista abbiamo infatti avuto la possibilità di lanciarci come un "falco pellegrino" sul lungo rettilineo (2 km di lunghezza) di collaudo del circuito di Vairano. Qui abbiamo notato che con la modalità inserita qualche piccolo pattinamento della ruota posteriore nella prima fase si è avvertito, ma tutto sommato è stato all’altezza di queste partenze, che ci hanno permesso di testare la potenza ed il vero carattere di questo 4 cilindri.

Il Ride-by-wire, unito alle mappature motore, rende l'erogazione di potenza più fluida di quanto non sarebbe possibile con lo stesso motore, ma senza una elettronica perfettamente a punto. Peccato solo per un po’ di effetto on/off nell’apri e chiudi del comando del gas, avvertibile in particolare alle basse velocità. Il motore fa davvero impressione per come sappia spingere ad ogni regime e toglie il respiro per lunghi attimi in cui subentra la pura adrenalina, soprattutto sul veloce, dove impressiona per l’allungo infinito del 1.340 cc. Il Traction control gestito dal sistema “SDMS” regala infine una modulabilità e una gamma di settaggi rapidissimi da selezionare.

Con la nuova Suzuki Hayabusa non è così importante la scelta del rapporto con il quale affrontare una curva, in quanto lei ha la capacità di uscirne senza alcun problema, anche con una marcia più alta anzi, nell’incertezza è preferibile mantenere un rapporto più alto, facendo leva sulla fantastica erogazione che il motore sa trasmettere.

L’impianto frenante di questo mostro a due ruote, soddisfa pienamente le aspettative. Fa impressione, se pensiamo che deve riuscire a frenare oltre al nostro peso, anche quello importante della moto, che ricordiamolo, è nell’ordine di 264 kg. Ha una grande modulabilità e il mordente dei dischi anteriori da 320 mm è immediato e mette al riparo da eventuali indesiderati bloccaggi.

Infine è molto preciso anche il Quick Shift, sia in salita che in scalata. Offre però il meglio ad alti regimi. Dobbiamo ammette che, messa alla frusta, la nuova Hayabusa 2021 si comporta veramente bene, tutto lavora con armonia e senza mai avvertire un’insicurezza.

È GIUNTO IL MOMENTO DI PROVARLA ANCHE SU STRADA

La massiccia Hayabusa si fa sentire soprattutto nelle manovre da fermo, dove i suoi 264 Kg sono ben percepibili, ma ci si riesce comunque a muovere in modo piuttosto disinvolto. I blocchetti elettrici sono ben realizzati ed intuitivi. La strumentazione è ben leggibile e completa. Guadagna un aspetto certamente più tecnologico e, grazie alla nuova illuminazione a LED, la visione diventa più semplice e chiara. Alle basse velocità, la maneggevolezza è tutto sommato buona.

La sella ampia al punto giusto, è confortevolissima e si sta comodi anche durante i viaggi più lunghi. Su strada, questa maxi sportiva di casa Suzuki è estremamente comunicativa, soprattutto grazie alla bontà dell’avantreno, che trasmette puntualmente tutto ciò che avviene sotto alla ruota anteriore. Bisogna ricordarsi però, che per peso e dimensioni, ama una guida tonda e fluida e non apprezza essere particolarmente strapazzata all’interno della curva. 

Dire che si muove agile tra i tornanti è eccessivo, ma nel misto veloce con tante curve da raccordare, la Hayabusa riesce ad essere divertente ed offre una buona precisione di guida. Nei curvoni veloci la moto risulta stabile e scattante: se si vuole allargare la traiettoria, nessun problema, ma se si desidera stringere la traiettoria e si è troppo veloci, ci vuole mestiere. Attenzione perciò a non esagerare, il peso è sicuramente il maggior colpevole.

La tenuta di strada è ottima, anche grazie ai lodevoli pneumatici Bridgestone Battlax Hypersport S22 di serie, che consentono di fare di tutto e di più. Alle alte velocità la “Busa” risulta stabile, ben equilibrata e, nonostante il suo passo lungo, non ha mai dato segni di ondeggiamento o la sensazione di avere l’anteriore troppo leggero ed insicuro.

Il motore della Suzukona, che ama i regimi medio alti, ha un’elasticità tale che, con la terza marcia si fa praticamente tutto. Ricordiamo che si tratta di una moto che fa i 150 Km/h in prima. Sicuramente guidi più rilassato che con una 600 e poco importa se entri in curva con una marcia in più, tanto in uscita ti basta giocare con il gas e lei è lì pronta a lanciarti fuori con un’accelerazione esagerata.

La nuova regina delle maxi è al passo con i tempi in tema di dotazioni elettroniche, che sono davvero infinite. Ha tutto il necessario per viaggiare sicuri e senza pensieri, soprattutto quando si danno delle “manate” di gas in curva, non curandosi troppo della capacità della ruota posteriore di tenere botta a così tanta potenza e coppia. In autostrada si viaggia a 130 km/h a meno di 5.000 giri, quindi in tutto relax. A questo regime non si avvertono vibrazione sia sulle pedane che sui semimanubri.

La “Busa” è in grado di decelerare in un istante, grazie ad un ottimo freno motore, che rende la fase d'inserimento in curva più fluida. Grazie ad un settaggio preciso delle sospensioni Kayaba, è molto stabile e precisa in inserimento. In uscita di curva, il mono fa il suo ottimo lavoro, assicurando sostegno e stabilità facendo lavorare sia il Traction che la gomma in modo impeccabile.

Come dicevamo dopo averla provata in pista e lo confermiamo su strada, l’impianto frenante della Hayabusa risulta sempre incisivo e ben modulabile, grazie anche all’ottimo ABS Cornering, che in termini di sicurezza è il massimo.

A conclusione, cosa dire di questa cattiva di Hamamatsu? Possiamo dire che si tratta di una moto completa in tutto, non si ha la sensazione che le manchi qualcosa d’altro. Potremmo anche continuare, ma pensiamo che solo guidandola si può capire ed apprezzare fino in fondo questo sfoggio di esagerazioni apparentemente inutili, ma a cui dopo essersi abituati, difficilmente si rinuncerà.

 

Per il nostro test abbiamo utilizzato:

Per la pista:

 

  CASCO AGV GPR PISTA GP-RR (qui la nostra recensione)

 

GUANTI DAINESE FULL METAL 6

 

 

 

 

Stivali DAINESE Axial D1 Air Boots

TUTA DAINESE MISANO 2 D-AIR

Per la strada:

Giacca: Dainese HF 3 Leather jacket

Panataloni: Dainese Jeans Classic slim tex

Scarpe: Dainese Energy D-WP

Guanti: Dainese Full Metal 6

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