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Mototurismo: le Gole del Verdon, sui canyon in moto

Un viaggio di 2.000 km circa a bordo della Suzuki V-Strom 1050 XT Pro. Cinque giorni per poter godere del verde smeraldo di uno dei posti più belli della Francia e d'Europa

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Quando si parla di viaggi in moto, inevitabilmente si cercano posti possibilmente unici e ricchi di curve. L'arco alpino è sicuramente in grado di offrire tutto questo, ed infatti la nostra scelta è stata proprio qui. Tra le Alpi e dintorni però, c'è l'imbarazzo della scelta. Così, abbiamo aperto la mappa ed una volta esclusi i posti già visitati, la nostra prima scelta è stata per le Gole del Verdon, in Provenza, Francia. Appena cinque i giorni disponibili, poco, ma sufficienti a passare una giornata indimenticabile su queste gole. La nostra compagna di viaggio, la Suzuki V-Strom 1050 XT Pro.

Un minimo di organizzazione

Probabilmente il problema principale, almeno per quest'anno, è stata l'organizzazione del viaggio a causa del Coronavirus. Sul sito Viaggiare Sicuri del nostro Governo abbiamo però trovato tutte le informazioni utili. Il Covid, preso poche settimane prima, ci ha quasi fermati. Il dannato Green pass, il fisico ancora debilitato... Tutto però era pronto, alberghi, la moto e quindi invece di fare una tappa diretta per l'andata, ed una per il ritorno, per poi girare tre giorni sul posto, abbiamo giocoforza deciso di fare una tappa in più "a via", così da riposare di più. Meglio di nulla...

Abbiamo dunque "farcito" le capienti borse laterali della nostra Suzuki, sulle quali sono state installate una borsa semirigida con gli antiacqua, i doppi guanti e l'immancabile kit antiforatura, e l'altra vuota per riempirla di souvenir (lo ammettiamo, c'era un intruso, un asciugacapelli! - questo dovrebbe farvi capire che non eravamo due uomini...). Un controllo alla pressione delle gomme, all'olio, l'istallazione del portasmartphone, e chiaramente l'attrezzatura da moto, pronti e via.

Verso Nizza

La prima tappa, siamo partiti da Roma, l'abbiamo fatta a circa metà strada, in Liguria, dove siamo arrivati in tarda serata per viaggiare con il fresco. Poco il traffico, vista l'ora, con la V-Strom 1050 che, una volta impostato il comodissimo cruise-control, chiedeva lo stop solo per fare il pieno (in autostrada, poco meno di 300 km). Già al termine di questa tappa abbiamo appurato l'ottima protezione aerodinamica della moto, ed una triangolazione manubrio-sella-pedane semplicemente perfetta. Ottimo l'impianto luci anteriore, che offre un fascio luminoso chiaro e profondo grazie al LED. Comfort confermato anche dalla passeggera, "incastrata" tra le due sopraborse laterali. Abbiamo constatato qualche vibrazione di troppo a velocità di crociera (130 Km/h) alla sella del pilota, che ha richiesto qualche riposizionamento in più del dovuto delle nostre terga. Una cosa fattibile, visto l'ampio spazio a loro riservato dalla sella. La giornata era conclusa ed i primi due pieni di benzina andati.

L'indomani siamo ripartiti e ripresa l'autostrada E80, è iniziato il traffico estivo. L'impianto frenante, in occasione di qualche frenata di emergenza, si è sempre rivelato pronto, con una forcella sostenuta e pronta ad "assorbire" il peso della moto stessa, del pieno carico e dei due passeggeri. Sicuramente possiamo dire che ci avrebbe fatto piacere avere il tasto dell'"hazzard" al contrario. Avere dunque l'inserimento da destra verso sinistra (il comando delle quattro frecce è sito al manubio destro N.d.R.) sarebbe più intuitivo in un momento di emergenza. La nostra mente ci ha poi riportato indietro con il tempo, con una preghiera per tutte le persone che hanno perso la vita quando abbiamo attraversato il nuovo Ponte Morandi, ovvero il viadotto Genova - San Giorgio. La sensazione di tristezza ci ha fatto stringere il cuore.

Abbiamo dunque superato il confine dopo aver effettuato la pausa pranzo, percorrendo la A8, fresca, poiché decisamente più alta rispetto al livello del mare. Non vedavamo l'ora di lasciare l'autostrada, vuoi per il traffico, vuoi per il desiderio di vedere il mare della Costa Azzurra più da vicino. Spento il tasto del Cruise Control al manubrio di destra (sarebbe meglio averlo più vicino al pollice destro), siamo usciti dall'autostrada e ci siamo concessi qualche curva sulla D6007, strada che ci porterà in quel di Nizza. Qui troveremo il traffico della città, dove i comandi morbidi della Suzuki V-Strom 1050 ci permetteranno di non affaticarci per nulla. Le leve di freno e frizione sono infatti morbide, precise al millimetro ed instancabili. Il sottocoppia della moto poi, ci permette di goderci il paesaggio in tutta serenità, insieme ad uan discreta agilità nonostante il peso. Arriviamo in albergo, un bagno rilassante veloce in mare, e dopo una cena di pesce ci aspetta il letto. L'indomani, andremo alle Gole del Verdon.

Gole del Verdon: non solo verde smeraldo

Ci svegliamo presto, la moto ha già il pieno e davanti a noi abbiamo circa 160 km per arrivare alle Gole. Prendiamo subito la A8 in direzione Fréjus e usciamo a Le Muy. Un caffè (che sembra brodo...) e finalmente siamo sulle statali. Un velocissimo pezzo della D1555 e giriamo a destra verso la D54. Una statale dove snoccioliamo le marce e dove apprezziamo un cambio a dir poco perfetto. Ben spaziato, non rifiuta nulla. La coppia ci porta fuori dalle curve, la moto è stabilissima e l'asfalto francese è praticamente perfetto ovunque. La campagna è meravigliosa, ed oltre agli alberi verdi ed alle varie piante di vite, notiamo diverse fattorie dove allevano cavalli. Il senso di libertà è massimo...

Arrivati nei pressi di Châteaudouble, svoltiamo a destra in direzione Aups. Le curve si fanno sempre più strette, la moto reagisce sempre bene, pare consumare veramente poco (torneremo con un altro approfondimento sull'argomento) ed in poco tempo siamo a Les Salles-sur-Verdon. Siamo più alti del Lac de Sainte-Croix e dall'alto vediamo le sue acque limpide ed azzurre. E' qui che il fiume Verdon "si rilassa", dopo aver affrontato tutti i 25 km delle gole. Regna la tranquillità, la pace, il silenzio, il rispetto per le altre persone.

A Les Salles-sur-Verdon ci fermiamo per uno spuntino. Scegliamo il ristorante La Fringale, ma non prima di aver visitato la piccola chiesa in centro, Eglise Sainte-Anne. Piccola, spartana, ma con delle vetrate coloratissime che la illuminano di un azzurro chiarissimo. Un hamburger ed un filetto in salsa di funghi ci rifocillano. Il resto, lo fanno le patate fritte (in Francia le mettono praticamente in ogni piatto!) e la simpatia del cameriere, che conosce qualche parola in italiano.

Con "la panza piena", ripartiamo. Il monoammortizzatore ha già praticamente precarico ed estensione chiusi. Fa quello che può anche in caso di avvallamenti, ma risponde sempre in modo estremamente regolare, anche quando forziamo un po' il ritmo per combattere l'abbiocco post-pranzo. Pochi metri e ci siamo, finalmente quell'indicazione che sognamo da quando siamo partiti da Roma: D71!

D71: un tripudio di curve con paesaggi mozzafiato

Prendiamo la D71, ed iniziamo a salire. Una strada piuttosto strettina ricavata sul costone della montagna, dove difficilmente si mette la quarta marcia. La Suzuki V-Strom 1050 "scala" la montagna senza problemi, con una spinta vigorosa, soprattutto oltre i 5.000 giri/min. Il bicilindrico, quando si chiamano i CV, risponde pronto e accorcia le distanze tra una curva e l'altra. La moto è stabile, corre su un binario, grazie ad una forcella quasi perfetta che si "mangia" qualsiasi cosa, ma dopo qualche chilometro il panorama prende il sopravvento.

Alla nostra sinistra, ogni due o tre km ci sono dei piccoli spazi ove fermarsi per fare qualche fotografia. Il panorama è impressionante. Si vede l'altra parte del costone ed in mezzo, in fondo, la lingua verde del fiume Verdon, piena di puntini bianchi, ovvero persone che girano in canoa o con piccolissime imbarcazioni. Per chi soffre di vertigini, non è un bel vedere, ma basta rimanere all'interno, senza sporgersi. Il nastro d'asfalto è perfetto, ma si procede lentamente, tra il panorama alla nostra sinistra e la roccia scavata sulla destra.

Dietro una curva, in salita, troviamo un ulteriore spiazzo. Siamo alla Source de Vaumale, una piccola fonte sita a 1.180 metri dove sgorga un'acqua ghiacciata che definire buona e dissetante è poco! Svuotiamo il camel-back e lo riempiamo del prezioso liquido (sgorga un litro ogni due secondi), due litri che ti accompagneranno fino al nostro rientro a Nizza. Rimontiamo in sella, e arriviamo fino al Ponte dell'Artuby, famoso perché da qui si può fare Bungee jumping. E' uno dei punti dove le gole sono più strette, e dove infatti passiamo dall'altra parte. A questo punto, dopo una breve salita, iniziamo a scendere, per arrivare al Tunnel du Fayet, a 940 metri. Da qui la vista sulle gole è pazzesca, lascia senza fiato. Verrebbe voglia, se solo avessimo le ali, di buttarci giù, per farci portare dal vento, fino a tornare nuovamente indietro al lago.

Il rientro

Purtroppo la giostra è già finita, e dunque rientriamo per la D90 in direzione Trigance, per poi svoltare a sinistra dopo pochi km per la D952, in direzione Castellane. Abbiamo davanti a noi altre due ore di strada e circa 120 km, percorrendo a questo punto la D4085, per poi girare a sinistra verso la D2, la D3 e la D6. Una discesa costante verso Nizza, dove la ciclistica della Suzuki ci consente, in alcuni punti, anche un'andatura sostenuta. I freni si rivelano potenti e modulabili, mentre le Bridgestone Battlax A41 di primo equipaggiamento fanno il resto, consentendo pieghe di tutto rispetto. Giungiamo a Nizza stanchissimi ma soddisfatti. Nella nostra testa, quel verde smeraldo che rimarrà per sempre con noi, misto al profumo dell'umidità delle rocce. Lungo la strada del rientro, sulla dritta autostrada, le immagini di un posto che merita di essere visitato anche qualche giorno in più. Il tempo è tiranno, le ferie sono finite, e purtroppo noi, dobbiamo già rientrare nella Capitale...

 La moto del viaggio: Suzuki V-Strom 1050 XT Pro

Come avrete letto, la Suzuki V-Strom 1050 XT Pro si è rivelata una compagna ideale per questo viaggio. Comoda, disponibile ad essere caricata, anche a pieno carico non ha mai mostrato il limite (se non il paramotore in piena piega quando si prendono degli avvallamenti). Nera, con quei cerchi gialli, attira gli sguardi dei passanti, con quel becco "Big 800" che fa tanto primi anni '90. L'erogazione pastosa del motore, i comandi morbidi, consentono di macinare km su km, sicuri di un controllo di trazione e di un ABS ben tarati che "mettono una pezza" quando si esagera o il fondo si fa bagnato. Una moto matura, che sarebbe perfetta con le manopole riscaldabili, comoda anche per il passeggero. Costa 15.790 euro di listino, un prezzo interessante che include non solo le borse laterali in alluminio, ma anche le pedane maggiorate, il puntale in alluminio e le barre paramotore.

Si ringrazia la passeggera, Bernadette, che anche quest'anno si è sparata una buona dose di chilometri.
A questo link trovate invece il viaggio del Tris delle Nazioni - Francia-Italia-Svizzera.

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