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SBK, Sara Cabrini: la Michele Pirro della Women’s European Cup

La giovane tester della PMT Tyres ha colto il primo podio in una gara in cui non doveva esserci: “Ho iniziato vincendo una minimoto in un bar. Il ruolo di collaudatrice è nato per gioco, adesso lo faccio con stabilità. La Carrasco una pioniera del movimento rosa”

SBK: Sara Cabrini: la Michele Pirro della Women’s European Cup

Il motociclismo regala gioie e dolori. Dai “pulcini”, agli amatori, sino ai professionisti, nessuno escluso. Elementi che lo rendono unico nel suo genere. Ciononostante, in determinate circostanze permette di riscattarsi, in forme e gesti per certi versi inusuali, che racchiudono l’essenza di questo sport. Basti chiedere a Sara Cabrini, protagonista della Women’s European Cup, passata nel giro di un mese scarso dal non dover partecipare alla gara conclusiva del 2021 al salire per la primissima occasione sul podio. Esatto, perché la giovane di Firenze si era ritrovata impossibilitata a prendervi parte giusto a poche settimane di distanza, invece, la sorte ha voluto premiarla dandole una chance sotto le insegne del Team Trasimeno (lo stesso della duplice campionessa in carica Neila Santos), per giunta tra le mura casalinghe del Mugello.

“Non è il mio tracciato preferito, però lo sarà perché è il luogo in cui ho provato l’ebrezza di salire sul podio. Venivo da un periodo travagliato, quindi è stata un’emozione indescrivibile. Ringrazio il Team Trasimeno e PMT Tyres, sono riuscita a ottenere una rivincita, chiudendo in bellezza la stagione - ha ammesso - ho dovuto sbattagliare per via delle scie e, non sapendo quanto margine avessi, ho percorso l’intero rettilineo finale con la testa voltata indietro. Tagliato il traguardo, quasi non ci credevo, infatti ho esultato un po’ fuori dai canoni tipici del pilota”.

Sara Cabrini #31 in lotta contro Sabrina Della Manna #49 sui saliscendi del Mugello

Seppur favorita dalla caduta di Roberta Ponziani, il tanto voluto terzo posto costituisce la ciliegina sulla torta nell’annata d’esordio nella realtà tutta-al-femminile in parallelo al CIV. Un’autentica impresa sportiva impreziosita dal fatto che non conoscesse né la moto né la squadra, ben diversa dal “familiare” ALS Power Kawasaki con cui ha corso quattro dei cinque round in programma. Il bilancio complessivo parla di 77 punti, un misero zero, costantemente in piena top-5 e quarta posizione in campionato. Alla faccia della debuttante!

Scherzosamente, ho detto alle colleghe che hanno aspettato proprio me per alzare il livello della serie. In ogni circuito i crono sono scesi intorno ai due secondi in confronto al 2020 e io, senza alcun tipo di riferimento, inizialmente avevo ‘l’acqua alla gola’ per raggiungerle. Tuttavia, sono soddisfatta, nonostante il cambio squadra-moto. La R3 si adatta al mio stile pulito a differenza della Ninja 400. Ciò mi ha consentito di mettermi ulteriormente alla prova, conoscere nuove persone e respirare l’ambiente di un vero team considerato che di fatto ALS Power risultava composto da soli tre membri”.

Frutto di un iter concepito dalla creazione della LayXRacing (scuola certificata dalla FMI in collaborazione con la pluricampionessa Letizia Marchetti e MotoXRacing), la WEC si sta confermando un brand in progressiva ascesa, vedi la presenza di Beatriz Neila Santos e Sara Sanchéz. Entrambe vantano apparizioni nel World SS300, al fianco della pioniera del movimento rosa: Ana Carrasco. 

Lei ha ricoperto la parte della precursore, spingendo le donne a cimentarsi in questo mondo in modo professionale. Il format della WEC è corretto. Beatriz e Sara rappresentano un punto di riferimento, stimolano noi altre a dare il massimo nel tentativo di lottare insieme a loro - ha precisato - nel momento in cui abbassiamo la visiera siamo rivali, ma, al contempo, unite. Si instaurano perfino dei rapporti di amicizia, altrove non funziona così. Personalmente mi piace poter conoscere ragazze che provengono da paesi stranieri e che condividono la mia stessa passione”.

Parallelamente, svolge (e bene) da circa un decennio il delicato incarico di collaudatrice di pneumatici da 10”, 12” e 17” per la gloriosa PMT Tyres, la quale ha sempre supportato la 24enne nel personale processo di maturazione, guarda caso al Mugello indossava la tuta con il prestigioso marchio in bella mostra. Un percorso che l’ha portata a dare risalto alle percezioni in sella.

“Ho la possibilità di comprendere nel dettaglio il comportamento della moto al variare delle gomme. Devo essere capace di ideare una specifica che non sia cucita addosso a me, bensì che possa adattarsi alle diverse prerogative dei vari piloti. Mi piacerebbe proseguire con questo ruolo, puoi girare spesso in pista, oltretutto venendo ripagata per gli sforzi fatti poiché PMT vende le proprie specifiche a livello internazionale. A prescindere dal cronometro, è importante avere ottime sensazioni, allo scopo di capire fino a dove riesco a spingermi”.

Eccellenza italiana nella progettazione e produzione di pneumatici da competizione, l’azienda romana è entrata a stretto contatto con Sara Cabrini per merito del proprio storico meccanico, Gianluca Bandini, precedente tester di PMT. Una cooperazione intrapresa per il semplice gusto di farla, trasformatasi poi in qualcosa di concreto per ambedue le parti.

“Il rapporto viene da lontano, grazie a Gianluca, all’epoca gareggiavo in minimoto. Da buon collaudatore della compagnia, mi portava con sé durante i test, qualche volta facendo sperimentare pure a me le coperture. Col passare degli anni ho acquisito maggiore esperienza, fino a quando non ho preso totalmente il suo posto. Era cominciato come un gioco, eppure è diventata una collaborazione stabile e duratura. Seguendo vari campionati, il nostro sviluppo è continuo”.

Sara Cabrini si schiera sulla griglia, spinta da Gianluca Bandini

Tenendo conto che fosse avvezza a viaggiare per lo più nei kartodromi intorno ai 70-80 km/h, (specie per via dei suoi trascorsi) “Bandella” stesso raffigura e ha raffigurato un caposaldo di spessore all’interno del box in questa inedita avventura. Una sorta di secondo padre affettivo.

“Non ha bisogno di presentazioni, in passato ha lavorato nel Mondiale Moto3 e CEV Moto2. Mi ha aiutata parecchio fino ad oggi. Discorso analogo per quanto concerne il mio telemetrista, Filippo. Devo effettuare ancora dei passi in avanti in termini di percorrenza, non sono abituata alla larghezza di determinati impianti, ci stiamo adoperando e i miglioramenti rispetto allo scorso aprile sono significativi attraverso i loro consigli.

Laureata in comunicazione pubblicitaria, amante dei cavalli e della natura, Sara Cabrini si è affezionata alle due ruote da piccola, guardando il Motomondiale assieme al padre. Il medesimo che le rispondeva che si trattava di un “esercizio da grandi”. Nella vita esiste eccome il fato e i sogni di gloria della ragazza si sono realizzati in un remoto inverno del 2008, dopo la vincita del padre alla lotteria di un piccolo bar di una minimoto cinese. Oltretutto pescando il numero 46, quello simbolo del pilota con cui è cresciuta in televisione, ovvero Valentino Rossi. Qualcuno tuttora non crede ai segni del destino?

Se non avesse vinto, non me l’avrebbe mai comprata e la mia carriera non sarebbe neanche iniziata. Me la fece trovare sotto l’albero di Natale e, col fatto che nei pressi di casa non disponevo di alcun pistino, andavo a girare nel parcheggio del cimitero di Trespiano. Dopodiché ho partecipato al campionato toscano di minimoto, giungendo seconda. Anche se, in una delle prime gare, sono rimasta coinvolta in un incidente provocato da un avversario in partenza. Mentre nel 2017, all’interno del Dodici Pollici Italian Cup, ho persino battuto un attuale iscritto al World SS300, si è trattata di una soddisfazione immensa”.

In attesa di scoprire cosa le riserverà il 2022, la fiorentina mantiene i piedi saldi al terreno. La volontà è di proseguire finché avrà l’occasione di svegliarsi la domenica mattina con l’adrenalina della gara. Una cosa è certa: a prescindere delle decisioni della Neila Santos, il Team Trasimeno è avvertito, il futuro è qui.

Mi auguro di continuare nella WEC. Sperando di concretizzare il mio intento, l’obbiettivo sarà di concludere nei primi tre posti, dando seguito alle buone prestazioni di quest’anno, avrò senza dubbio tanti occhi nonché pressione addosso. Devo compiere quel piccolo step, ma mi aspetto una concorrenza agguerrita, ha detto.

Photo credit: daniguazzetti.com

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