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MotoGP, Di Giannantonio: "Ogni frenata con la Ducati è come un destro di Tyson"

VIDEO - "In questo momento il limite sono ancora io, servirà tempo per scoprire quello della moto. In MotoGP per riuscire ad andare forte devi essere furbo"

MotoGP, Di Giannantonio: "Ogni frenata con la Ducati è come un destro di Tyson"

Ci hanno pensato collaudatori e debuttanti a dare il via al 2022 sulla pista di Sepang. Fra loro c’era Fabio Di Giannantonio, che ha potuto sfoggiare la nuova livrea del team Gresini sulla sua Ducati e ricominciare a prendere confidenza con la MotoGP. Il pilota romano ci ha raccontato la sua giornata nel video che potete vedere qui sopra e, come suo stile, l’ha fatto con ironia.

Anche perché il Diggia ha dovuto confrontarsi con un rivale che non si aspettava: l’insonnia.

Oggi ero cotto perché questa notte non ho dormito per colpa del fuso - ci racconta - Mi ero preparato bene per quesi test, con allenamenti, il nutrizionista, poi sono arrivato qui e non ho dormito nulla, sembrava che questa notte avessi fatto festa. Ho fatto solo pochi giri, ma è solamente il primo giorno di test, c’è tempo”.

Anche se pochi, come sono stati questi primi giri?
Da paura, bellissimi! Ho aspettato per tutto l’inverno non di guidare una moto qualsiasi, ma una MotoGP, è una cosa pazzesca. Mi sento bene, la moto è figa, mi piace, ha tanti punti di forza e qualche difettuccio, come tutte. Mi piace soprattutto lavorare nel box, è tutto diverso e di più rispetto a quanto ero abituato”.

Non ti pesa stare dietro a tutti quei dati?
Potrei benissimo stare qui tutta la notte invece di andare in hotel, mi piace proprio”.

La prima volta che avevi provato la Ducati era stato a Jerez, Sepang è un circuito completamente differente.
Quando arrivi in fondo ai due rettilinei e stacchi… è come ti arrivasse in faccia un destro di Tyson! (ride) Le velocità sono altissime, la moto spinge, ma la pista è molto larga e non percepisci tanto la velocità. È bellissimo, puoi piegare tantissimo, anche a Jerez la Ducati mi era piaciuta, ma questo è un pistone”.

Hai capito su cosa dovrai lavorare nei prossimi giorni?
Su me stesso. Il limite della moto in questi tre giorni sarò io, quello della moto servirà tempo per scoprirlo. Avremo 7 giorni di test in totale, devo ancora arrivare a quel livello che mi farà capire cosa dire ai tecnici per migliorare la moto”.

Quanto sarà importante, dopo questo shakedown, essere in pista con tutti gli altri piloti sabato e domenica?
“Molto, sono un debuttante e ho guidato questa moto solo due giorni l’anno scorsa. In Ducati mi confronto molto con Michele Pirro, gli ho già chiesto se potremo fare qualche giro insieme. È una cosa molto positiva perché, seguire un pilota di esperienza, ti permette di vedere quali manovre fare che ti permettono anche di semplificarti la vita. La cosa strana della MotoGP è che quando credi di andare fortissimo vai piano, devi essere furbo per capire come essere veloce. È impegnativo, ma bello”.

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