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MotoGP, Dopo i test: Honda rivoluziona, Ducati innova, Quartararo si preoccupa

L'inverno è finito e c'è chi è più contento di altri. Suzuki è migliorata, Aprilia sulla buona strada, KTM ancora in cerca di se stessa

MotoGP: Dopo i test: Honda rivoluziona, Ducati innova, Quartararo si preoccupa

Nei test invernali non si vince niente, quindi è un po’ come se vincessero tutti. Inoltre si fanno tonnellate di giri sulla stessa pista e quindi sono tutti veloci. Poi, alla prima gara, i nodi vengono al pettine e le illusioni scompaiono. Nonostante questo, i giorni di prove tra Sepang e Mandalika hanno dato indicazioni su cosa potremmo aspettarci in Qatar e c’è sempre  qualcuno più felice di un altro.

Tra evoluzioni, rivoluzioni e invenzioni, l’impressione è che il gruppo sarà ancora più  compatto e agguerrito. Ed è la migliore notizia per tutti i tifosi.

Aprilia: Il puzzle prende forma

Aveva spiccato a Sepang, ma i giorni bonus dati dalle concessioni erano stati un vantaggio troppo grande per promuoverla a cuor leggero. Si è riconfermata a Mandalika, segnale ben più importante su una pista nuova per tutti. Gli ingegneri hanno svolto bene i compiti a casa, i piloti hanno macinato giri a testa bassa e l’innesto di Savadori, ora collaudatore a tempo pieno, ne giova.

Veloce quanto basta sul dritto, molto agile in curva, con un’aerodinamica che ha già fatto scuola. Bisogna ancora lavorare sui dettagli ed essere sicuri che la RS-GP 2022 non patisca il freddo come succedeva con la 2021, ma la strada è quella giusta. Aleix Espargarò sa che dovrà sfruttare l’occasione per la riconferma, Vinales deve completare l’adattamento, tutto sommato il nuovo giorno è luminoso.

Ducati: Alla ricerca della perfezione

Gigi Dall’Igna e i suoi uomini non si fermano mai. La novità che ha fatto discutere è l’abbassatore anteriore, che si può usare anche durante il giro. Poi, sotto la carena che è tripudio di alette e spoiler, ci sono un nuovo motore e un altrettanto nuovo telaio (con il forcellone non più imperniato al carter del motore). I cavalli sono sempre tanti e sul dritto la GP22 non ha rivali come la GP21, bisogna però ancora sistemare l’elettronica e rendere docile la mandria del V4.

Bagnaia, ormai consapevole del suo ruolo di punta, ha guidato i lavori con calma e progressi costanti. La sensazione è che per Miller, Martin e Zarco servirà un po’ di tempo in più per capire tutti i segreti della nuova moto. La sorpresa è stato Marini, la conferma Bastianini, che con la Desmosedici 2021 e un’enciclopedia di dati a disposizione potrà avvantaggiarsi a inizio campionato.

Honda: Gioia e rivoluzione

Mai dimenticarsi chi è HRC. Questa volta i giapponesi hanno fatto sul serio, con un progetto completamente nuovo che sta rapidamente avvicinandosi alla maturità. Era tempo di cambiare la RC213V e il risultato sembra soddisfare tutti. In pista si è vista una moto meno scorbutica, più stabile e meno traditrice. La velocità c’è e ora bisogna solo scoprire come si comporterà sulle varie piste.

Avere Marquez dall’inizio non può che fare bene, per lui e per tutta la squadra. Anche Pol Espargarò è sembrato ringalluzzito, mentre Nakagami e Alex hanno lavorato sodo. La Honda non è ancora la migliore moto del lotto ma piace e va forte.

KTM: Niente di nuovo sul fronte austriaco

Francesco Guidotti e Fabiano Sterlacchini sono gli uomini che devono scrivere il nuovo capitolo di KTM in MotoGP. Sono però arrivati da poco e servirà loro tempo per dare la loro impronta. La RC16 è parsa troppo simile al passato, come se prima di fare un altro passo avanti bisognasse chiarirsi bene le idee su tutto quello che è stato fatto prima.

Binder e Oliveira hanno garantito che passi in avanti sono stati fatti, ma la falcata non ha certo l’ampiezza di quella dei migliori avversari. La moto austriaca non è da buttare via (nel 2021 ha comunque vinto due gare) ma ha bisogno di evolversi. Anche per convincere i propri piloti (chi ha detto Raul Fernandez?) a non scappare.

Suzuki: Così uguale, così diversa

Quel che si dice un bel lavoro. I giapponesi sono riusciti a migliorare i punti deboli della GSX-RR senza intaccare quelli di forza, un equilibrismo tecnico non facile da eseguire. La Suzuki non batterà mai la Ducati sul dritto, ma ora le è più vicina, senza avere perso quella guidabilità che piace tanto ai piloti. I risultati si sono visti sul cronometro, che non sbaglia mai.

L’unico pezzo che non è piaciuto è stata la nuova carena, ma ci sarà tempo durante la stagione per provvedere. Intanto Mir e Rins possono dormire sonni tranquilli e non avere più incubi notturni pensando al lungo rettilineo che li aspetta in Qatar.

Yamaha: Veloci e scontenti

Guardando la classifica (7° in Malesia e 2° a Mandalika) non verrebbe in mente la parola disastro, eppure Quartararo ha chiuso l’inverno con un diablo per capello. Perché la M1 va forte, ma come andava lo scorso anno, con gli stessi problemi. Che poi è solo uno: la velocità massima. Effettivamente la Yamaha è abbonata agli ultimi posti della classifica che premia i fulmini sul rettilineo e questo non va giù a Fabio, che deve recuperare decimi in curva. La M1 permette di farlo, ma al patto di rischiare, senza contare che in gara le cose possono peggiorare.

Alla fine è sempre la stessa storia: ormai da anni i piloti in blu si lamentano dell’immobilismo tecnico di Iwata, ma poi vincono i campionati. Per sapere se sarà lo stesso anche quest’anno, toccherà aspettare.

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