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MotoGP, Briggs: "Rossi dava il suo meglio divertendosi, Doohan era un pugile"

Il meccanico australiano ha lavorato con entrambi i campioni: "per Valentino il box era un posto tranquillo, anche sullo schieramento rideva. Mick correva bene anche quando era arrabbiato"

MotoGP: Briggs:

Alex Briggs ha lavorato con due delle leggende del motociclismo degli ultimi 30 anni: Mick Doohan e Valentino Rossi. Il meccanico australiano ora è lontano dal paddock, ma ha tanto da raccontare. Ha aperto la sua personale valigia dei ricordi ai microfoni del podcast ‘In the Fast Lane’, mettendo a confronto i due campioni.

Erano entrambi follemente determinati a vincere, ma erano persone molto diverse, con diverse culture” ha spiegato prima di entrare maggiormente nel dettaglio.

Valentino correva al suo meglio quando era felice, rideva e si divertiva, era ancora determinato ma era quello il suo atteggiamento esterno - ha raccontato Briggs - Mick era più un combattente, un pugile, gli piaceva darsi la carica, anche se era un po’ arrabbiato avrebbe guidato bene”.

Anche il loro atteggiamento nei box era diverso.

Valentino entrava sapendo che era un posto tranquillo, dove poteva parlare con persone che non cercavano di fregarlo - ha continuato - Anche sulla schieramento si potevano scambiare due di chiacchiere, uno sguardo, una parola, si poteva scherzare su qualcosa di stupido. Qualcosa di molto semplice: credo che gli piacesse, perché era proprio lì che voleva stare".

Alex ha anche commentato la decisione di ritirare il numero 46 dalla MotoGP.

La gente potrebbe volere rendergli omaggio - la sua opinione - Sono tornato in Australia e ho visto piloti che correvano con il numero 46 sulla moto, erano ragazzi giovani che avevano il poster di Valentino sul muro. Se quel ragazzino arriva a correre in MotoGP, non potrà più avere il numero che ha avuto per tutta la vita grazie al suo idolo. Credo di non essere un fan di questo”.

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