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MotoGP, Hodgson: "Marquez supera il dolore perché vuole battere i record di Rossi"

L'ex campione SBK sullo spagnolo: "Marc corre oltre il limite, si prende sempre rischi enormi e la ricompensa sono i suoi otto titoli. Ma c'è chi ha vinto più di lui in MotoGP e vuole batterlo"

MotoGP: Hodgson:

Ogni pilota deve trovare le giuste motivazioni per entrare in pista e dare tutto. Per un pilota che non ha mai vinto un titolo o anche 'solo' un Gran Premio, la faccenda è molto semplice, si tratta di dare il massimo per raggiungere quell'obiettivo. Ma cosa succede nella testa di un pluricampione del mondo che non ha più nulla da dimostrare? A Valentino Rossi è sempre stato domandato cosa ci fosse alla base della sua voglia di continuare anche oltre i 40 anni in MotoGP pur non essendo più competitivo come in passato e la risposta da parte sua è sempre stata la stessa, ovvero che il motivo era semplicemente il divertimento che provava in gara in sella ad un prototipo.

Rossi ha poi deciso di smettere quando è venuto meno il divertimento, quando si è reso conto di non poter più davvero lottare per il top. Un altro pilota che forse avrebbe potuto dire basta nel passato recente è Marc Marquez, che dopo essere stato il dominatore della MotoGP dal 2013 al 2020, con la parentesi targata Lorenzo nel 2015, è entrato nel tunnel infernale rappresentato dalla caduta di Jerez. Le operazioni a ripetizione, il recupero fisico che non avveniva secondo la tempistica sperata e poi la mazzata con la caduta in motocross in allenamento che l'ha fatto anche ripiombare nell'incubo diplopia. 

Eppure lo spagnolo ha tenuto duro, e si è anche sottoposto ad una quarta operazione al braccio destro pur di tornare il Marc pre-Jerez 2020.  Pur avendo vinto moltissimo, pur avendo guadagnato moltissimo e pur sapendo di dover sfidare tutti in sella ad una Honda che di certo oggi non è ai livelli dei tempi migliori, Marquez non ha mai mollato la presa, dimostrando sempre una determinazione ai limiti dell'umana volontà. 

A dare una lettura sulle motivazioni alla base di questo impegno ci ha pensato Neil Hodgson, ex campione SBK e pilota in MotoGP, adesso impegnato nel ruolo di commentatore per BT SPort. 

"Ci sono piloti che hanno vinto più di lui in MotoGP. Lui vuole battere Valentino. Marc corre prendendosi sempre dei rischi, ma la ricompensa per questo approccio è enorme visto che ha vinto otto mondiali. Vive sul filo del rasoio, spesso in FP1 entra in pista e va subito al 100% mentre gli altri stanno ancora cercando di trovare confidenza. Spesso ho visto Marc rifilare due o tre secondi agli altri dopo due giri, con la moto che scivolava da tutte le parti. Si prende sempre dei rischi, va al limite e poi torna ai box e riesce a dare tutte le informazioni utili agli ingegneri". 

Secondo Hogdson, la Honda si è appoggiata troppo sul talento di Marc dopo il 2014. 
"Dei sei titoli MotoGP che ha vinto, la Honda ha probabilmente dato il meglio di sé nel 2014. Il problema è stato che non hanno sviluppato la moto dopo perché avevano la migliore. Poi tutti gli altri costruttori li hanno raggiunti e superati. La Honda non è più riuscita a recuperare. Da quel momento in poi è stato difficile. Marquez ha fatto la differenza. Ha rischiato sempre. Quando è umido e si può uscire con le slick, Marc esce con le slick. Chi è il primo a cambiare le gomme e a rischiare? Sempre Marc. È diverso dagli altri e ha funzionato".

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