A Roma, le auto d'epoca "non piacciono", ed arriva il divieto. E' bufera!

"Salvare la cultura di auto e moto, la nostra storia, la nostra industria". E' così che insorgono le associazioni quali l'Automotoclub Storico Italiano, Registri Storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia che non ci stanno al blocco decretato dalla giunta capitolina. Hanno dunque deciso di presentare un Ricorso Straordinario al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al fine di ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere (di Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma).

Il Comune ha infatto emanato una delibera che impedisce per sempre la circolazione dei i veicoli storici, perché inquinanti. Anche la FMI (Federazione Motociclistica Italiana) è contro: "E' una condanna a morte", e si è già attivata per chiedere delle deroghe alla Capitale. Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, cerca di fare chiarezza: “In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli, e di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi ultimi per i quali chiediamo le tutele è del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare la risorsa culturale ed economica che sono oggi per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione”.

In effetti il blocco, appare come una cosa ridicola. Dati alla mano, a Roma circolano oltre 4 milioni di veicoli. Quanti sono quelli storici registrati presso la motorizzazione? Appena 9.945. In percentuale forse può essere più chiara la cosa: sono lo 0,25% del totale. Un'altra percentuale su cui riflettere? Quanti km percorrono annualmente? Solo lo 0,014%! Questo blocco dunque, sembra un provvedimento superfluo ai fini della riduzione dell'inquinamento. La cosa andrebbe poi a paralizzare e penalizzare il mercato di questi veicoli (pensiamo ai ricambi, ai meccanici, etc...).