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MotoGP, Mir: “Facciamo progressi, ma non ho ancora i giusti automatismi con la Honda”

“Memorizzare tutto è un incubo perché la Suzuki era diversa. La moto impenna molto sul dosso e tutti i piloti Honda si lamentano della frizione in partenza, ma vedere Kawauchi nel box mi dà fiducia”

MotoGP: Mir: “Facciamo progressi, ma non ho ancora i giusti automatismi con la Honda”

Con il 13° tempo siglato domenica, Joan Mir ha chiuso i test a Portimao come primo dei piloti Honda, con 16 millesimi di vantaggio sul compagno di squadra Marc Marquez. Un risultato sintomo dei miglioramenti compiuti dal maiorchino nel suo percorso di adattamento alla RC213V, ma che evidenzia anche il fatto che in Honda c’è ancora diverso lavoro da fare per raggiungere i migliori

“Siamo riusciti a fare ulteriori progressi nell'adattamento alla Honda. Devo ancora imparare e adeguarmi a molte cose, perché è una moto nuova e alcuni aspetti non mi vengono ancora in modo naturale. Ci avviciniamo alle prime gare con la voglia di continuare a migliorare e di vedere cosa possiamo fare”, ha dichiarato il 25enne. 

Una grossa sfida per Joan che, oltre a disimparare gli automatismi acquisiti in quattro stagioni sulla Suzuki, deve anche imparare a conoscere il carattere della Honda e il modo per sfruttare al meglio il suo V4. Proprio una delle ragione per cui il Campione del Mondo 2020 fatica a fare in pieno il dosso di Portimao.

“Credo sia più che altro una questione di carattere del motore. Bisogna abituarsi alla gestione dell’accelerazione. Devi essere molto preciso e sapere cosa vuoi fare. L’erogazione di coppia di questa moto è completamente diversa da quella della Suzuki e questo mi rende difficile capire il momento in cui aprire il gas - ha spiegato Mir - Quando sei abituato a qualcosa per anni hai bisogno di un po’ di tempo, ma alla fine andava meglio. Avevo meno impennamento e riuscivo a gestirlo meglio, ma dobbiamo capirne perché lì impenniamo molto, mentre con la Suzuki non avevo alcun problema. Ci dobbiamo lavorare, perché ogni volta che impenni, con queste alette, perdi portanza ed è difficile rimettere la ruota a terra”.

Tra gli aspetti su cui intervenire c’è sicuramente la gestione della frizione in partenza, che in questo fine settimana ha dato più di un grattacapo ai piloti Honda.

“Con questa frizione è molto difficile essere precisi. Domenica è andata meglio rispetto a sabato, che è stato un incubo. La seconda prova è stata un disastro, ma la prima e l’ultima erano un po’ meglio. Credo che tutti i piloti Honda si lamentino e dovremo lavorarci, perché avremo due partenze importanti nel corso del weekend” ha sottolineato l’iberico, entrando poi più nel dettaglio della mancanza di automatismi con la Honda che lo sta condizionando.

Memorizzare tutto è incubo, perché devi compiere un sacco di azioni. Devi regolare il dispositivo anteriore, settare il launch control, controllare che sia tutto ok e poi partire. Sulla Suzuki avevo tutto in un’altra maniera e ora è complicato cambiare, ma è solo questione di tempo - ha spiegato - Probabilmente nella quinta gara mi sarà automatico, ma adesso devo controllare tutto quanto”.

A dare più conforto e speranza al maiorchino in questo processo di adattamento è la presenza ai box di un volto noto come quello del nuovo direttore tecnico Ken Kawauchi, riferimento per Joan in Suzuki.

“Vedere Ken al box mi dà fiducia. Abbiamo raggiunto dei risultati incredibili insieme e averlo in questo progetto è grandioso. È qualcosa di cui sono molto grato, perché penso possa fare un ottimo lavoro, come ha fatto in Suzuki - ha chiosato Mir - Abbiamo bisogno entrambi di un po’ di tempo per ambientarci, ma siamo sulla strada giusta”.

Con tante cose di cui occuparsi durante i test, il pilota Honda ha raccontato di non essere riuscito a lavorare al meglio sull’attacco al tempo e sulla simulazione della Sprint Race, la grande novità di questo 2023.

“Alla fine ho fatto un time attack, ma non penso che la moto avesse la giusta messa a punto per fare un vero e proprio attacco al tempo. Ho attaccato più di quanto avrei dovuto e non è il modo giusto per farlo, perché con questa moto è rischioso e sabato sono caduto - ha spiegato - Domenica ci siamo concentrati su alcuni dettagli, mentre sabato ho fatto otto giri consecutivi ma con gomme usate, che non sono quelle giuste per la gara sprint. Sono riuscito a girare sul passo dell’1’39” alto, mentre con quelle nuove è 39” basso, quindi non siamo troppo lontani. Dobbiamo essere ottimisti”.

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