Tu sei qui

Moto3, Migno: “Valentino Rossi? Ho visto una stella cadente e l’ho incontrato”

“L’Academy è una realtà invidiabile ed è una fortuna far parte di questo gruppo di ragazzi fantastici ed essere tra le mani del miglior pilota della storia. Il nostro gruppo è un bellissimo fuoco che arde ancora e l’abbiamo dimostrato in Argentina”

Moto3, Migno: “Valentino Rossi? Ho visto una stella cadente e l’ho incontrato”

Dopo la delusione per essere rimasto senza moto, Andrea Migno è tornato a riassaporare la gioia di un terzo posto in Moto3, sfruttando la sua prima gara da sostituto di Fellon per salire sul podio dell’Argentina. Una grande soddisfazione per Andrea, che nell’ultima puntata del nostro Bar Sport ci ha raccontato le emozioni vissute a Termas de Rio Hondo e come sta vivendo questo delicato momento della sua carriera.

“Un mese fa ero pensieroso. Ho perso un po’ la terra da sotto ai piedi. Adesso sono sempre pensieroso, ma queste tre gare mi danno un po’ più di respiro, nel senso che posso concentrarmi su queste tre gare e farle divertendomi, senza stare continuamente a pensare al dopo, che mi toglierebbe energia. In questo momento me le godo, poi quando torno a casa continuo a pensare e a organizzare il mio futuro” ci ha raccontato il romagnolo.

Una delle immagini simbolo dell’Argentina è il tuo arrivo nel Parco Chiuso, con l’abbraccio a Bezzecchi e Morbidelli che ti tirava gli schiaffi. Ce li racconti?
“Bez è un ragazzo con cui condividiamo la nostra romagnolità, la nostra schiettezza, i nostri sorrisi e il modo di fare. Abbiamo molte cose che ci accomunano, essendo romagnoli. Quando sono arrivato nel Parco Chiuso ha mostrato la sua ‘ferocia’ nel festeggiare. Questo è il Bez. È uno di quelli con cui mi metto d’accordo quando giriamo insieme per tirare due sportellate. Lo facciamo proprio per divertirci, spudoratamente. Franco, invece, è brasiliano, lunatico, filosofico. Un giorno si sveglia in una maniera e il giorno dopo ti chiedi se è sempre lui. Però è anche lui una persona eccezionale, con cui ho condiviso molti momenti e con cui mi ritrovo su certi aspetti. Anche con lui condivido diverse cose anche se meno, visto che è di Roma. Adesso ormai è innestato qua a Tavullia e anche con lui il rapporto è splendido. Ha un sacco di sfaccettature”.

Pensi che l’Argentina possa essere il punto di svolta per Franco?
“Dopo la Sprint Race, in cui aveva fatto bene, gli ho scritto: ‘primi passi verso una rinascita, una risurrezione… tra l’altro settimana prossima è anche Pasqua. Vedi tu. Il periodo potrebbe anche coincidere’. Franco è alla ricerca di risultati, di velocità e di dimostrare ancora quello che lo ha portato nel team ufficiale Yamaha. Franco è un pilota che può stare sempre là davanti. Non ho la sfera di cristallo per vedere quello che sarà, ma speriamo che sia di buon auspicio e il primo passo per un ritorno là davanti”.

Marini e Bagnaia, invece, che tipi sono?
“Marini lo reputo un ragazzo molto intelligente e quadrato. È molto maturo e lo rispetto molto. È un grande, un ragazzo splendido. Abbiamo iniziato il CEV insieme nel 2014 e ho un bellissimo rapporto anche con lui. Pecco lo prendo in giro e gli dico sempre che mi viene da ridere quando penso a lui, perché è un tipo un po’ particolare. Ogni tanto gli dico che è un personaggio e non si capisce come faccia ad andare così forte in moto. Poi va in pista e fa paura e quando ci vediamo viene da ridere entrambi. Questi ragazzi dell’Academy sono tutti splendidi e l’hanno dimostrato anche nel mio Parco Chiuso. Il nostro gruppo è un bellissimo fuoco che arde ancora”.

Quanto è cambiata l’Academy da quando sei entrato? 
“Ho avuto la fortuna di essere i primi a entrare nell’Academy e sono stati sicuramente gli anni più belli della mia vita, perché mi hanno dato tutto. Hanno alimentato i miei sogni, mi hanno dato tutte le possibilità possibili e immaginabili per inseguire la mia carriera e non potrei mai ringraziarli abbastanza o pareggiare i conti. Tutt’ora è una realtà invidiabile ed è una fortuna far parte di questo gruppo di ragazzi fantastici ed essere tra le mani del miglior pilota della storia, Valentino Rossi, che ha deciso di aiutarci, come sta facendo. È cambiata molto durante gli anni, perché sono entrati e usciti dei piloti e ogni anno ci sono dei piccoli cambiamenti. Si è trasformata, come tutte le cose, ma si è sempre fatta valere. In Argentina c’erano quattro piloti dell’Academy là davanti, quindi si vede che quello che succede dentro l’Academy qualcosa lo produce. Sono felice e orgoglioso di farne parte”.

Come è stato il tuo primo incontro con Valentino?
“Innanzitutto devo raccontare un aneddoto, anche se è difficile da credere. Ero fuori dal bar del circolo di Città del Monte. Avevo 14-15 anni, era piena estate e mi ero sdraiato con i miei amici sulla sella del motorino, per guardare il cielo. Ho visto una stella cadente e ho desiderato di conoscere Valentino Rossi. Neanche un mese dopo c’erano i test a Misano con la Ducati, era il 2012 e un amico in comune ci ha invitato ad andare. È stato lì che l’ho conosciuto la prima volta. Poi a settembre sono andato a vedere il Ranch e e una cosa ha tirato l’altra”.

Articoli che potrebbero interessarti