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MotoGP, Marini: “La tenuta fisica al COTA? Non so come staremo dopo la Sprint”

“Questa è la pista peggiore in assoluto dal punto di vista fisico e se hai un camion lo sforzo per il pilota è notevole. La Ducati ha il miglior pacchetto, ma non è più così facile superare in accelerazione”

MotoGP: Marini: “La tenuta fisica al COTA? Non so come staremo dopo la Sprint”

Conquistato il primo podio in carriera in MotoGP nel Gran Premio d’Argentina, Luca Marini arriva in Texas con la consapevolezza che non sarà semplice ripetere sul Circuito delle Americhe la performance di Termas de Rio Hondo. Tante le incognite ad Austin, a cominciare dalle condizioni dell’asfalto della pista statunitense, le cui sconnessioni potrebbero mettere a dura prova le moto e la tenuta fisica dei piloti.

Come credi si comporterà la Ducati sulle sconnessioni del tracciato? 
“La Ducati è molto morbida perché ha molta potenza che deve scaricare a terra e si muove molto sulle sconnessioni. Credo faticheremo un po’ sui dossi. Anche in Argentina la nostra moto si muoveva un po’ di più rispetto alle altre, ma non è un grosso problema per le prestazioni. Sarà importante vedere in che condizioni si presenta il tracciato, perché l’anno scorso abbiamo chiesto dei miglioramenti, anche per motivi di sicurezza. Mi ricordo che Curva 10 era un casino, ma da quanto ho capito qui in America provano a levigare i dossi e basta. Non so se così si risolva tutto o meno. Saranno interessanti le FP1 di domani mattina”.

Credi sarebbe meglio avere una moto un po’ più rigida?
“Secondo me è una questione di telaio e forcella. Puoi provare a rendere la moto più morbida o più rigida, ma è questione di DNA della moto, del modo in cui è stata costruita. Non avendone provate altre, non so se le altre moto siano più stabili o come si comportino in queste condizioni. La nostra si muove un pochino, ma è anche carina come cosa”.

Pensi che la velocità massima sarà ancora il vostro punto di forza, o gli altri saranno più vicini?
“Ora siamo tutti più vicini, per via dell’aerodinamica. Abbiamo un sacco di ali, quindi è normale. Acceleriamo meglio delle altre, ma alla fine del rettilineo, quando siamo in sesta marcia, la nostra velocità non è molto più elevata. Al momento abbiamo il pacchetto migliore a livello di tempo sul giro, ma non è così facile superare le altre moto. In Argentina ho visto molti sorpassi subito in uscita di curva di Curva 4. Ho visto Bezzecchi è Zarco superare non appena rialzavano la moto, in quarta marcia. Ricordo che in passato Dovi superava facilmente in quinta o sesta marcia, per via della velocità più elevata. Ora guadagnamo in maniera differente”.

Come ti trovi con la Ducati nella sezione dello snake?
“È pesante. Nei cambi di direzione è molto esigente dal punto di vista fisico. Questa è la pista peggiore in assoluto. Mi sono allenato abbastanza e mi sono sentito bene in questa stagione, ma su questa pista non si sa mai. La cosa più importate è sentirti a tuo agio con la moto dalle FP1. Se hai una moto semplice è decisamente meglio, ma se hai un camion, una moto lunga, lo sforzo per il pilota è molto elevato”. 

Sei preoccupato per la tua tenuta fisica? 
“Ci si stanca anche nella Sprint e sarà importante per tutti capire le proprie condizioni fisiche dopo la gara del sabato. Mi sono allenato bene e mi sento preparato, ma dovremo vedere. Se sei veloce e sei nelle prime tre posizioni è più semplice che se ti trovi a lottare nella giungla”.

Analizzando i dati hai capito come mai non hai ritrovato le sensazioni dei test?
“In Argentina mi sono sentito abbastanza bene ed ero piuttosto forte sull’asciutto, ma ho faticato sul bagnato. In Portimao è stato un po’ più strano, ma è stato anche per colpa mia, che sono caduto nel giro d’uscita delle FP3. Non avevo un buon feeling con la moto numero 1, che è anche quella con cui ho corso a Portimao. Infatti, ho fatto una brutta gara. Poi però in Argentina ho usato la moto numero due ed era perfetta. Il piano è quello di usarla anche qui. I meccanici hanno cambiato diverse parti sulla moto 1, ma in Argentina non avevo comunque le stesse sensazioni che avevo con l’altra. Hanno cambiato altre cose per questa gara e se avremo tempo, magari nelle FP2, proveremo entrambe le moto per vedere se il feeling è tornato normale, perché in MotoGP è importante avere due moto, visto che non abbiamo abbastanza tempo per provare tutto”.

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