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MotoGP, VIDEO, Uncini: " i piloti sempre stati aggressivi, ma ora c'è più sicurezza"

"In passato non c'erano nè una Direzione Gara nè le telecamere, ora insegnamo ai giovani ad avere rispetto in pista. La maggior parte dei circuiti è sicura per la MotoGP di oggi. I protagonisti del 2023? Aspetto la sfida in casa tra Enea e Pecco ed il ritorno di Marquez"

MotoGP, VIDEO, Uncini: " i piloti sempre stati aggressivi, ma ora c'è più sicurezza"

Abbiamo incontrato Franco Uncini a Vallelunga, ed è stata l'occasione per una giornata a cavallo tra passato e presente, affiancato da una parte dalla 750SS Spaggiari-Ducati del 1975, dall'altra una Panigale V4S. Franco, classe 1955, campione iridato nel 1982, ha vissuto tra le moto da sempre, diventando anche team manager di Ducati Corse in Superbike nel 1991, per poi approdare nel motomondiale in qualità prima di delegato dei piloti per la sicurezza per conto dell'IRTA, e poi responsabile della sicurezza dei Gran Premi per conto della FIM dal 2013.

"Questa 750SS ha una bella storia!" - esordisce Franco emozionato.

In realtà la sua carriera cominciò con un Laverda SFC, ma andava così forte che la Ducati con lungimiranza gli mise subito gli occhi addosso, consegnandogli questa 750SS con cui dominò.
"Mi trovai benissimo su questa moto - continua - quella stagione del 1975 me la ricordo bene, fu bellissima. E' emozionante rivederla qui proprio a Vallelunga, proprio il tracciato in cui ottenni le mie vittorie".

Averla qui non è stato facile, dobbiamo ringraziare tutta la Ducati per la possibilità di riaverla qui dove tutto ha avuto inizio. Oggi però non hai girato con questa, bensì con la nuovissima Panigale.
"E' stata una esperienza incredibile, la frizione si usa solo per partire, non sono abituato! L'equilibrio tra stabilità e potenza è perfetto. Rispetto al passato sono stati compiuti passi in avanti enormi, ora è il pilota che avrebbe bisogno di un aggiornamento!",  scherza Franco.

Anche le gomme sono cambiate, oggi hai girato con le Supercorsa Pirelli V4, una gomma stradale in mescola. E poi con una V4S 'kittata' con le slick SC3 200/65, le più usate nel mondiale Superbike.
"Sono rimasto veramente colpito dall'aderenza, anche se ammetto di esserci andato cauto, ma non mi aspettavo queste prestazioni anche da una mescola destinata ad un uso stradale".

Rispetto alla nostra epoca, i tempi adesso sono cambiati molto. Oggi i piloti di MotoGP devono allenarsi continuamente, era così anche per te?
"Il mio allenamento era andare in moto. Il ritorno dopo un inverno senza gare era sempre difficile, ma già dalla seconda gara si riprendeva subito il ritmo".

Dopo la 750 sei passato per la 250, hai corso con la Aermacchi-Harley Davidson con Walter Villa, per approdare poi al mondiale comprandoti una Suzuki RG500, che impressioni ti fece?
"La 500 era sempre stata il mio sogno, specialmente dopo aver avuto la possibilità di correre in 250 e 350 con delle squadre affermate. Per me che venivo dalle derivate, moto più pesanti, non fu così difficile perché fisicamente ero in grado di gestirle".

 

Ora ti sei ritirato definitivamente da responsabile della sicurezza della MotoGP. Dall'esterno che impressioni stai avendo di questo mondiale 2023? Cosa hai pensato delle polemiche dei sassi a Portimao e degli incidenti di queste prime gare?
"Il mondiale in se mi sta piacendo molto, mi dispiace per Bagnaia, che ha già commesso due errori pesanti, uno forse più grave dell'altro, ma ricordiamo che anche l'anno scorso ebbe un calo e poi si riprese benissimo, quindi non sono preoccupato per lui".

Tornando a parlare di moto, oggi abbiamo girato con una Panigale V4S ed una V4S 'kittata' on scarichi e centralina, ma le motoGP sono ancora più potenti. Facendo tesoro della tua esperienza, pensi che i circuiti stiano diventando inadeguati a contenere i passi in avanti tecnici, tra aerodinamica ed elettronica sempre più all'avanguardia?
"In realtà buona parte dei circuiti sono ancora abbastanza sicuri. Quando in passato abbiamo fatto richiesta di allungare le vie di fuga su alcuni circuiti, lo abbiamo fatto con un occhio rivolto al futuro, tenendoci larghi e preventivando gli inevitabili miglioramenti cui lo sport sta andando incontro".

Un altro lato della sicurezza è sicuramente però dato anche dal comportamento dei piloti. Anche in passato ci si toccava e si era aggressivi.
"E' vero, ma all'epoca non c'era alcuna direzione gara, né telecamere in HD a riprendere o replay di alcun tipo".

Anche tu hai avuto la tua buona dose di contatti e incidenti.
"Naturalmente, anche se credo di aver sempre avuto una guida abbastanza pulita. Mi ricordo quell'incidente che feci su Freddie Spencer, dopo un sorpasso di Mamola lo centrai. All'epoca molti di questi episodi passavano in sordina. Oggi si cerca di insegnare ai piloti, sopratutto quelli più giovani, a rispettare gli altri in pista, e direi che nel complesso le cose stiano funzionando abbastanza bene".

Mi ricordo con emozione la grande rivalità tra te e Lucchinelli, entrambi avete due caratteri forti. Ci fu il dualismo tra Kenny Roberts e Freddie Spencer, quello tra Biaggi e Rossi, chi vedi oggi tra i protagonisti?
"Purtroppo Bastianini si è infortunato ad inizio campionato, ma anche la mancanza di Marquez non solo quest'anno si è fatta sentire. Credo che lo spagnolo se sarà riuscito a risolvere tutti i propri problemi potrebbe tornare ad essere protagonista. In casa Ducati non abbiamo ancora assistito alla sfida che tutti ci aspettavamo tra Enea e Pecco, anche se Bagnaia al momento rimane l'uomo da battere".

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