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SBK, Danilo Petrucci: un guerriero a due ruote rimasto uomo

IL PERSONAGGIO - Dalla vittoria al Mugello contro Marquez fino al podio di Donington passando per la Dakar e il MotoAmerica. Petrucci: un campione tra la gente, che mai si è arreso e ha deciso di essere semplicemente se stesso      

SBK: Danilo Petrucci: un guerriero a due ruote rimasto uomo

Quando domenica ha tagliato il traguardo di Gara 2 in terza posizione tutti gli addetti ai lavori presenti in sala stampa a Donington si sono lasciati andare ad un lungo applauso condiviso. Le dimostrazioni di affetto e stima nei suoi confronti sono poi proseguite al parco chiuso, sotto al podio e infine nel momento in cui si è presentato ai microfoni nel post gara.

Siamo convinti che Gara 2 a Donington abbia lasciato un ricordo indelebile nella mente di Danilo Petrucci, soprattutto se pensiamo da dove era partito.

In questi anni Danilo lo abbiamo raccontato e seguito lungo le sue avventure in giro per il mondo. Lo abbiamo esaltato in occasione del suo primo podio a Silverstone, in seguito lo abbiamo celebrato quando al Mugello vinse la sua prima gara MotoGP dopo un duello incandescente con Marquez e Dovizioso all’ultima curva. E che dire poi del suo trionfo di tappa alla Dakar senza dimenticare la sfida a stelle e strisce negli States contro Gagne nel MotoAmerica.

Seguendolo da vicino in tutti questi anni lo abbiamo conosciuto sempre meglio e la cosa più bella di Danilo è forse una: quel Petrucci che festeggiava sul gradino più alto del Mugello quattro anni fa è rimasto lo stesso ragazzo che abbiamo visto sorridere sul podio di Donington domenica scorsa.

Una persona semplice, umile, a cui non interessa indossare maschere o atteggiarsi per ciò che non è, ma preferisce essere semplicemente se stessa, diretta e senza filtri. Una persona che ama ridere, scherzare, condividere, intrattenere e al tempo stesso ironizzare su se stesso, ammettendo senza paura e timori reverenziali i propri limiti.

Una volta però abbassata la visiera del casco emerge quello che è il suo animo guerriero e combattente, che non conosce la parola arrendersi. Lo abbiamo visto ai tempi della MotoGP e in seguito alla Dakar: era il 3 gennaio quando venne elitrasportato per il problema tecnico accusato alla KTM dove perse passaporto e cellulare. La sua corsa sembrava finita e forse la scelta più saggia era quella di tornare a casa. Non per Danilo, che l’indomani decise di tornare in sella alla sua 450 a sfidare il deserto per poi conquistare quella storica vittoria due giorni dopo. La sua tenacia l’hanno conosciuta anche in America, dove Danilo si cimentò in una sfida inedita  arrivando a giocarsi il titolo contro Gagne all’ultima gara nonostante una stagione condizionata dagli infortuni.

Il resto è storia di pochi giorni fa: circa un mese fa Danilo sembrava pronto a dover salutare la Superbike dopo nemmeno una stagione dal sua arrivo per via delle tante difficoltà incontrate con la Panigale V4. Come se non bastasse, la caduta di Misano pareva essere quella goccia a dover far traboccare il vaso. E invece adesso Danilo è lì, a festeggiare questo podio che lo premia di tutti gli sforzi profusi assieme al buon team Barni.

L’immagine di Donington è anche un messaggio di vita che Petrux riserva al suo pubblico, ovvero di non arrendersi mai di fronte ai problemi, ma di rimboccarsi le maniche ogni volta e ripartire un passo alla volta.

E questo Danilo Petrucci: un campione tra la gente, che mai si è arreso e ha deciso di essere semplicemente se stesso, un uomo. Ecco perché è così tanto amato!   

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