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MotoGP, Il mercato piloti 2023 spiegato ai manager da divano

Il passaggio di Rins in Yamaha ha scatenato definitivamente un mercato in cui tutti aspettavano la prima mossa. Cosa farà Morbidelli? Bezzecchi in Pramac o VR46? Ecco tutti gli scenari oggi

MotoGP: Il mercato piloti 2023 spiegato ai manager da divano

La notizia che Alex Rins fosse nel mirino di Yamaha l’aveva data per primo il nostro Carletto Pernat durante uno dei nostri Bar Sport ed all’inizio non sembrava plausibile che lo spagnolo lasciasse Honda dopo poche gare, anche in virtù del successo conquistato ad Austin che rischia di restare l’ultimo sussulto di HRC in questa stagione. Ma la conferma della firma di Alex per diventare il nuovo compagno di squadra di Quartararo nel 2024 ha dato il via ad una serie di manovre sommerse che stanno lentamente prendendo forma e potrebbero concretizzarsi durante il weekend del Red Bull Ring a fine agosto.

Analizziamo squadra per squadra la situazione e i possibili scenari, con cambi di colore, passaggi di consegne ed eredità da rilevare.

Ducati Factory

Non cambierà nulla. Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini saranno compagni di squadra anche nel 2024. Enea di certo non sta brillando in questa prima stagione da ufficiale, ma ci sono tantissime ragioni per cui la Bestia non si sta esprimendo sui livelli attesi. La prima riguarda l’infortunio subito a Portimao nella prima Sprint Race della stagione, che ha tolto la possibilità ad Enea di fare chilometri e prendere confidenza con una moto abbastanza diversa da quella che aveva avuto a disposizione nel 2022.

In Gresini Enea correva con una GP21 aggiornata, ma pur sempre una GP21. La Ducati GP23, a detta dei piloti, è un passo in avanti nel senso che si tratta di una moto molto diversa ed in più Enea ha perso il suo capotecnico Pigiamino che ha deciso di accettare la sfida KTM. In Ducati conoscono bene la situazione e vogliono dare altro tempo a Bastianini per ritrovare il pilota velocissimo che nel 2022 aveva dato filo da torcere a Bagnaia.

Yamaha Monster Energy

Fabio Quartararo ha cambiato da poco il suo storico manager, Eric Mahe. I motivi possono essere moltissimi, ma in tanti ritengono che la decisione sia maturata proprio dopo che il francese ha compreso quanto le promesse di Yamaha non siano state mantenute. A Fabio era infatti stato garantito un impegno tecnico di altissimo spessore per arginare lo strapotere di Ducati, ma la crescita della M1 non c’è stata ed anzi è arrivata una vera involuzione. A Silverstone Fabio girava più lento che nel 2022, anno in cui era stato velocissimo sulla pista inglese. Quartararo ha un altro anno di contratto, ma come tutti i campioni non vuole correre per qualificarsi ultimo e magari lottare con il coltello tra i denti per una top ten. In Yamaha stanno investendo, l’arrivo del gruppo di Marmorini è in funzione del 2024. Quando Fabio metterà le mani sulla prima M1 della nuova era, deciderà cosa fare, ma intanto resta lì a difendere i colori di Iwata.

Alex Rins sarà un compagno di squadra molto veloce, ha tanta esperienza su una moto simile alla Yamaha, ovvero quella che fino al 2022 era l’unica altra 4 in linea dello schieramento, una Suzuki che proprio nell’ultima stagione in cui aveva corso, era stata in grado di dimostrare che con questo frazionamento è possibile lottare ad armi pari in rettilineo con i V4.

Honda HRC

Qui la faccenda si complica parecchio. Marc Marquez resterà dove è, le manovre di KTM per schierare altre due moto non hanno funzionato, Dorna vuole lasciare i due slot liberi a qualche altro Costruttore e la IRTA (l’associazione dei team privati) ha fatto valere la sua voce, perché i posti in MotoGP restino questi, con 22 moto al via fino a che un nuovo Costruttore non decida di scendere in pista. Ma se il futuro di Marc è targato Honda almeno fino alla fine del 2024, la situazione di Joan Mir è diversa.

Nel fine settimana di Silverstone sono girate tante voci, lo stesso Pernat ci aveva detto di un Mir che aveva praticamente perso la voglia di correre in sella ad una moto che non riesce assolutamente ad interpretare. Joan è giovane, ha vinto due titoli, uno in Moto3 ed uno in MotoGP ed ha senza dubbio un enorme talento. Quando la Suzuki ha annunciato il ritiro, la scelta di andare in Honda HRC pareva ovvia e giusta. Ma oggi i risultati lo hanno portato al punto da digerire male ogni volta che deve salire in moto. Potrebbe decidere di fermarsi, rinunciando al secondo anno di contratto? Questa è la voce che gira da tempo. Un po’ come fece Zarco con KTM. Il francese trovò presto altre strade rimettendosi presto in carreggiata. Forse Mir spera di percorrere un cammino simile.

Chi salirà sulla sua moto nel caso in cui dovesse fermarsi? Il candidato numero 1 è Iker Lecuona. Lo spagnolo piace molto ad HRC, è un pilota veloce e soprattutto totalmente dedito alla causa. Se le cose non dovessero andare bene, avrebbe tutte le scuse del mondo, se invece dovesse crescere e magari fare anche qualche bel risultato, sarebbe un trionfo. Sullo sfondo c’è però l’arrivo di Zarco nelle fila di Honda. Per ora si parla di LCR, ma se davvero Mir dovesse dire basta, forse sostituirlo con un profilo come quello del francese avrebbe più senso, tanto più che già quando Zarco approdò in KTM c’era stata una proposta concreta di Honda HRC per diventare compagno di Marc Marquez.

Honda LCR

Nakagami non sembra rischiare la sella. Il giapponese sta facendo molto lavoro ‘sporco’ per Honda, porta in pista tutte le novità, non ha ambizioni di vittoria ma continua ad essere un pilota affidabile e soprattutto graditissimo allo sponsor Idemitsu. Nell’altra metà del box il saluto di Alex Rins ha scatenato tanti movimenti di mercato. Morbidelli sembrava uno dei candidati, ma Franco sta cercando di salire su una Ducati che oggi offre senza dubbio maggiori garanzie di competitività. L’ipotesi Zarco ha preso forma a Silverstone ed il francese ha confermato di essere di fatto sul mercato non avendo ricevuto proposte da Ducati. Sullo sfondo l’ipotesi di portare un rookie dalla Moto2, ovvero Tony Arbolino. Ma lo stesso Pernat ha ammesso che adesso il piano A per Tony è la permanenza in Marc VDS in Moto2. Altra chance è rappresentata da Iker Lecuona, soprattutto se in caso di fermo di Mir, Zarco fosse 'dirottato' in HRC al fianco di Marquez. 

Ducati Pramac e VR46

La faccenda scotta per varie ragioni. La prima riguarda le moto più che i piloti. Ducati vuole schierare in pista 4 moto ufficiali anche nel 2024, ma sia Dall’Igna che Ciabatti hanno confermato che per Bezzecchi ci sarà una moto Factory. Marco vuole restare in VR46, ma ha ammesso che il sogno di essere in sella ad una Ducati ufficiale lo solletica. Martìn ha garantita la moto Factory, per cui il sacrificato potrebbe essere il secondo pilota di Pramac. Zarco è stato utilissimo a Dall’Igna per sviluppare nuove soluzioni, ha dimostrato di avere la giusta sensibilità ed ha sempre accettato di buon grado ogni richiesta.

Ma se davvero Pramac dovesse ‘perdere’ una moto ufficiale, avrebbe senso tenerlo su una moto vecchia di un anno? D’altra parte se Ducati dovesse scegliere tra il fornire una moto ufficiale a Bezzecchi in VR46 ed una a Zarco in Pramac, forse oggi sarebbe molto più logico darla al primo. Ma poi ci sarebbero due team che si troverebbero a gestire due moto diverse nel box, una situazione non sempre facilissima dal punto di vista tecnico e logistico. Probabilmente Ducati spingerà per portare Bezzecchi in Pramac, lasciando libero Zarco.

Questo incastro favorirebbe l’arrivo di Franco Morbidelli in VR46, che poi sarebbe una destinazione logica visto il legame di Morbido con l’Academy. L’altro scenario, ovvero la scelta di affidare una Ducati Factory a VR46 ed una a Pramac, aprirebbe la strada anche a Tony Arbolino in Pramac. Avrebbe senso per Ducati puntare su un altro giovane e piazzarlo su una moto veloce ma non ufficiale, ed inoltre con questa scelta farebbe felice Bezzecchi, che è determinato a restare in VR46. E dunque Morbidelli?

Ducati Gresini

Ecco la destinazione per Franco nel gioco di incastri. Diventerebbe il nuovo compagno di Alex Marquez, sarebbe in una squadra italiana che è felice di accogliere un altro campione del mondo. Gresini è una delle migliori strutture nel paddock, la Ducati una delle moto migliori e Morbidelli troverebbe spazio per tornare a brillare come fece nel 2020, quando sfiorò il titolo. Sembra la classica situazione Win Win. 

KTM Factory e GasGas

Qui la situazione è apparentemente complessa, ma ci ha pensato Pol Espargaró a chiarire tutto. I piloti allo stato attuale sono 5, mentre le moto resteranno 4. Miller e Binder sono sotto contratto fino a tutto il 2024, a Silverstone è stato confermato Augusto Fernandez che aveva un contratto per una sola stagione ma sta andando forte molto spesso e si è meritato un’altra possibilità. Pol Espargaró sulla carta avrebbe un contratto valido a tutto il 2024, ma lo spagnolo è tornato in sella pieno di dubbi dopo il terribile infortunio di Portimao. Nella conferenza che precede il GP a Silverstone, Pol ha fatto una vera dichiarazione d’amore alla Factory austriaca: “la cosa che mi sta più a cuore è il bene della Factory, se non dovessi essere abbastanza veloce, mi farei da parte”.

Lasciando spazio a Pedro Acosta, aggiungeremmo. Lo spagnolo ha firmato e debutterà in MotoGP nel 2024, mentre Pol probabilmente si farà da parte scegliendo di restare in famiglia KTM, magari come collaudatore e Brand Ambassador. La sua dichiarazione alla vigilia del fine settimana va in questa direzione, Pol è abbastanza intelligente da capire la situazione e nel non creare problemi si sta anche creando un futuro professionale solido in KTM.

Aprilia Factory e RNF

Non si muove una foglia. I quattro piloti sono confermati, Massimo Rivola ha scelto la strada della continuità e manterrà questo punto. Speriamo che soprattutto Raul Fernandez cresca per ripagare la fiducia incassata e che Vinales e Oliveira esplodano definitivamente. 

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