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MotoGP, Ramon Forcada: “C’è qualcosa che non va in Yamaha”

Il team manager di RNF MotoE fa il punto sulla crisi delle Case giapponesi: “Hanno paura di sbagliare e poca capacità di improvvisazione. Prima vincevano perché gli altri non facevano bene”

MotoGP: Ramon Forcada: “C’è qualcosa che non va in Yamaha”

Attuale Team Manager della compagine RNF MotoE, Ramon Forcada è senza ombra di dubbio una delle figure più esperte del paddock del Motomondiale, con alle spalle oltre trent’anni di esperienza in Top Class accanto a piloti del calibro di John Kocinski; Carlos Checa, Jorge Lorenzo; Maverick Vinales e, in tempi più recenti, Franco Morbidelli e Andrea Dovizioso. Un passato tra Honda e Yamaha che fa del tecnico spagnolo una delle personalità più autorevoli a cui chiedere un parere sulla crisi che stanno attraversando le due Case giapponesi, fanalini di coda di questa stagione della MotoGP.

“Non sono latini. Hanno paura di sbagliare, hanno poca capacità di improvvisazione e, soprattutto, il carattere giapponese del voler fare tutto bene è quello che fa la differenza. La Ducati può portare dieci novità a ogni Gran Premio e i giapponesi una novità ogni dieci GP. Se di queste dieci cose in Ducati ne funziona solo una o nessuna, va bene, non succede niente. I giapponesi non lavorano così”, ha spiegato Ramon in un’intervista concessa alla testata spagnola SoloMoto.

Prima vincevano perché gli altri non facevano bene - ha continuato il tecnico - Nelle corse non devi correre molto, devi correre più degli altri. Se il tuo avversario decide di schierare otto moto e tu ne perdi due di quelle che hai, come è successo con la Yamaha, andiamo male. Hanno offerto a RNF Racing un contratto di un anno pensando che avrebbero detto di sì, ma Razali ha detto di no. Yamaha non l'ha capito, ma a quest'uomo è stato detto di no a un biennale un venerdì sera alle 22 e alle 8 del mattino aveva già firmato un accordo con l'Aprilia”.

Un errore di valutazione che non stupisce Forcada, convinto che ci sia qualcosa che non funziona a dovere ai vertici della Casa di Iwata. “Non è stata la prima volta - ha chiosato l’iberico - Valentino è andato alla Ducati, prima di tornare indietro. Jorge è andato alla Ducati. La questione Maverick è stata gestita male. Guardando i risultati, c'è qualcosa che non funziona in Yamaha”.

Così come in Yamaha, anche in Honda le cose non sembrano andare nel verso giusto, tanto che nessuno degli alfieri della Casa dell’Ala è riuscito ad andare a punti lo scorso fine settimana a Silverstone. Nessuno compreso Marc Marquez, che ha deciso di cambiare il suo approccio in sella alla RC213V e tirare i remi in barca, per non prendersi troppi rischi.

“Arrivava al limite anche quando aveva la moto per stare davanti. Non credo sia colpa della moto. Ha vinto otto Campionati del Mondo perché è fatto così, non perché è alto o bello - ha commentato Forcada - Una moto che non funziona, non vince gare, non fa podi, non fa pole, non fa niente. La moto non è ideale, certo. E nemmeno la situazione. Ma quando si mettono tutte le uova in un solo paniere si corre il rischio che si rompano. Hanno messo tutto nelle mani di Marc e se non c'è Marc, non c'è nessuno nella squadra ufficiale. L'unico che ha vinto è in un team satellite, con la stessa moto o una più vecchia. Peccato per la fabbrica che non ha preso sul serio gli avvertimenti di Marquez e non ha reagito”.

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