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MotoGP, Marini: "Binder è venuto a scusarsi, è stata solo sfortuna"

"Ha preso una sbacchettata e gli si sono aperte le pastiglie, per questo ha fatto il lungo. Il secondo long lap? Magari in futuro potremmo avere un sistema come nel calcio, con cartellino giallo e poi rosso"

MotoGP: Marini:

Luca Marini sperava oggi di ripetere la bella prestazione offerta ieri a Mandalika, con un secondo posto conquistato nella Sprint dopo essersi preso la pole position in qualifica. Ma i suoi sogni di gloria si sono purtroppo infranti contro la carena della KTM di Brad Binder, che con un attacco che all'inizio sembrava troppo aggressivo ha dato una spallata a Luca mettendo fine alla sua gara. 

I due in realtà si sono chiariti dopo la fine della gara, e Marini ha accettato le scuse di Brad, per un incidente che in realtà è stato causato da un piccolo problema ai freni per il sudafricano. 

"Era impossibile restare in piedi per quel contatto, ho visto solo un flash e sono caduto. Binder è venuto nel mio ufficio e mi ha spiegato quello che era successo. Quando ha tagliato sul cordolo della 9 gli è sbacchettato l’anteriore e le pastiglie gli si sono aperte. Purtroppo è un episodio che può succedere, capita ed è successa una cosa simile a me proprio qui. Solo tanta sfortuna".

Dopo hai fatto il long lap penalty, ma in realtà non dovevi. 
"Io non lo sapevo, infatti ho riacceso la moto per fare il long lap penalty e non doverlo scontare al prossimo Gran Premio. Ma in realtà mi hanno spiegato che non funziona così, perché una volta che parti in una gara, anche se cadi alla prima curva, vale come se lo avessi scontato. Io per togliermi il dubbio sono andato a farlo! L’ho pensato mentre stavo cadendo. Mi sembra una cosa intelligente in ogni caso".

Sei il primo pilota che parla bene degli steward. 
"E’ un lavoro difficile quello degli steward, non possiamo sempre accusarli e dargli responsabilità. E’ difficile prendere una decisione, se ti metti nei loro panni capisci che è difficile il loro lavoro".

Sembra che tu abbia ritrovato la confidenza con questa Ducati. Cosa è cambiato? 
"Non ho cambiato molte cose sulla moto, ho iniziato a lavorare su una posizione leggermente diversa del mio corpo in sella ed ora le sensazioni sono ottime e anche meglio di quelle che avevo a Le Mans. Vediamo in Australia come può andare, ma intanto la clavicola sta bene quindi spero di stare meglio lì".

Peccato per il contatto. 
"In realtà sono un po’ più dispiaciuto per la partenza. Non ero partito male, ma quando Jorge mi ha passato, ho dovuto chiudere il gas per non avere contatti. Ho perso due posizioni e per questo dopo mi sono ritrovato dove non sarei dovuto essere. E’ stato un buon weekend per quanto riguarda la velocità, quindi direi che è tutto ok".

Secondo te era corretto il secondo long lap a Binder dopo il contatto con Oliveira, o la punizione doveva essere maggiore?
"Si, è un argomento di cui magari parleremo perché penso che sia la prima volta che succede una cosa del genere. Magari la seconda penalità potrebbe essere leggermente più rigida della prima in casi come questo. Magari come se ci fosse un cartellino giallo e poi uno rosso, qualcosa del genere. Ne parleremo perché tutti vogliamo più sicurezza in pista, sarà un argomento nella safety Commission".

E cosa pensi dei discorsi riguardo il salario minimo dei piloti?
"Penso che il salario minimo sia qualcosa davvero difficile da raggiungere per i piloti. Ma mi sembra una buona opzione, soprattutto per i piloti nelle squadre satellite. Ma è vero che adesso lo stress è enorme per i piloti. Durante il weekend di gara un pilota non ha praticamente mai pause, sono impegni continui e diventa difficile. Se sei in buone condizioni con la moto e vai forte, allora diventa più facile. Se hai problemi e devi passare ore con gli ingegneri nel box a sistemare le cose, diventa tutto molto complesso e hai bisogno di qualche ora libera in più. Magari con più soldi sarebbero tutti più felici!".

Arrivato a fine stagione, pensi che funzioni l'attuale format o che debba cambiare?
"Penso di aver capito meglio rispetto ad inizio stagione come funzionano le Sprint Race. Ho un piano migliore adesso, la gestisco meglio. Con più tempo ed esperienza, ci adatteremo tutti. Penso che il format che abbiamo oggi difficilmente cambierà, anche perché è un sistema che funziona. C’è spettacolo con le Sprint Race, il pubblico si diverte. Piace ai tifosi. Non c’è tempo di lavorare bene sulle moto, ma per me che guido una Ducati non è un problema. Magari lo è per chi ha moto che non funzionano così bene".

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