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MotoGP, I piloti sulle barricate: sta nascendo un sindacato con Guintoli portavoce

I protagonisti della MotoGP vogliono unire la loro voce in un associazione, simile alla GPDA della F1. Bagnaia: "è utile parlare fra di noi". Quartararo: "meglio per tutti se andiamo nella stessa direzione"

MotoGP: I piloti sulle barricate: sta nascendo un sindacato con Guintoli portavoce

Negli ultimi tempi, qualcosa sta cambiando nel paddock e i piloti sembrano avere capito che l’unione fa la forza. Semplice a dirsi, ma difficile a farsi per persone che sono abituati a scontrarsi l’uno contro l’altro ogni fine settimana, con rivalità più o meno accese. A volte, però, è necessario mettere da parte le antipatie personali per il bene comune e sembra essere sempre più vicino il momento in cui verrà ufficializzata un’associazione dei piloti della MotoGP. Le prime avvisaglie si erano viste in India, quando si erano riuniti per parlare dei problemi di sicurezza del Buddh Circuit in caso di gara bagnata. Si erano confrontati e, trovato un accordo, avevano fatto fronte comune: non si corre se pioverà.

Del tema è tornato a parlare in Indonesia Pecco Bagnaia: “non si tratta di un’associazione, per il momento è un gruppo in cui parlare fra di noi di più cose, delle nostre sensazioni prima di iniziare un fine settimana di gara, in India è stato molto utile farlo. Non cambierà la nostra situazione, non abbiamo grossi problemi, ma a volte è meglio parlare tutti insieme prima di fare qualcosa.

Avere una voce comune è meglio di 22 opinioni singole e anche Fabio Quartararo ne ha sottolineato l’importanza: “permette di avere una migliore comunicazione che in alcuni momenti serve, come quando dobbiamo correre sul bagnato in condizioni molto difficili. Penso che andare insieme in una direzione sia utile per tutti”.

Anche il francese ha detto che non si tratta di una vera e propria associazione (almeno per ora) anche se sempre più spesso si fa il nome di Sylvain Guintoli come portavoce. Il francese è la figura giusta: ha un carattere pacato ma forte, una grande esperienza di gare e, quindi, le idee molto chiare su quali siano le esigenze dei piloti. In Formula 1 esiste già questo organismo, è la Gran Prix Driver’s Association, fondata nel 1961, ha avuto come portavoce o presidente nomi di spicco, iniziando da Moss, passando per Stewart, Schumacher e Vettel, per citarne solo alcuni.

Nel motomondiale, fino a ora è mancata, ma servirebbe. Anche perché negli ultimi anni i piloti hanno dovuto subire le decisioni di Dorna e FIM senza neanche senza essere consultati. È stato il caso dell’introduzione della gara sprint, una novità di cui erano venuti a conoscenza dalle indiscrezioni giornalistiche, nessuno aveva pensato fosse il caso di parlargliene prima. Sono stati però lo a prenderne le conseguenze: con un format rivoluzionato e molto più stressante, anche per via dei tanti impegni promozionali aggiunti (come la parata della domenica). Senza contare che il prossimo anno la situazione potrebbe peggiorare con 22 GP e 44 gare in calendario (ne avevamo parlato QUI). L’associazione potrebbe anche aiutare i piloti più deboli, quelli di Moto2 e Moto3, che una voce non ne hanno. Nelle due classi minori ci sono stati molti casi di contratti strappati all’improvviso e di piloti lasciati a casa da un giorno all’altro, un’altra cosa che non piace.

Per adesso i piloti della MotoGP non vogliono svelare troppo su questo loro progetto, ma i tempi sono maturi perché l’associazione prenda forma.

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