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MotoGP, Ecco come Martin ha perso la sfida in Australia con Bagnaia. Zarco sarà un alleato?

La sfida fra Jorge e Pecco si fa calda con soli 4 GP alla conclusione del mondiale. Bisogna attaccare ma soprattutto non sbagliare. Da quando potranno entrare in azione gli aiuti dai compagni di squadra?

MotoGP: Ecco come Martin ha perso la sfida in Australia con Bagnaia. Zarco sarà un alleato?

La situazione comincia a farsi tesa fra Pecco Bagnaia e Jorge Martin. Con quattro Gran Premi e quattro gare Sprint a disposizione fra Thailandia, Malesia, Qatar e Valencia, peraltro quest’ultimi tre in successione, si entra in ‘zona 8000’, dove l’aria è sottile.

I punti a disposizione, complessivamente, sono 148, ma il pilota del team Pramac insegue a -27, dopo esser stato brevemente, dopo la Sprint race in Indonesia, in testa al mondiale.

Le azioni definiscono o gli uomini, ed ancor più i piloti. Jorge è un attaccante puro, uno che addirittura nel recente passato si è giocato il posto oggi di Enea Bastianini perché giudicato non sufficientemente affidabile.

Pecco al contrario, nonostante abbia anche lui commesso diversi errori (troppi) quest’anno, è più freddo.

Sono entrambi sulla stessa moto e gestiti da uomini Ducati in entrambi i lati dei box, quindi la differenza non la fa né l’equipaggimento né le persone che hanno al fianco.

La differenza la fanno loro.

Martin paga, e duramente, la caduta in Indonesia mentre era tranquillamente al comando e la successiva, errata, scelta di gomme in Australia.

Quest’ultima più che una scelta totalmente errata, pare piuttosto la sua incapacità di fare realmente la differenza con la gomma morbida. Peraltro scelta solamente da Marc Marquez ma con un intento totalmente diverso: quello di divertirsi perlomeno per 10 giri.

Jorge infatti ha raggiunto il suo massimo vantaggio nel GP di Phillip Island al 15° dei 27 giri previsti con 3”497 di vantaggio sugli inseguitori, Binder, Di Giannantonio e, leggermente più staccati, Bagnaia e Zarco, a meno di cinque secondi.

Da quel momento in poi ha iniziato a perdere terreno. Dapprima lentamente - al 19° giro aveva ancora 3”204 di vantaggio su Diggia - quindi sempre più rapidamente.

Al 22° lo scarto positivo si era ridotto a 2”426 e da quel momento in poi c’è stato il crollo: al 24° transitava con un vantaggio di 1”787, al 25° 1”254, vantaggio che praticamente si annullava alla tornata successiva con appena 0”440 al 26°, tanto che al giro successivo veniva superato da tutti gli inseguitori e sprofondava addirittura in quinta posizione chiudendo ad un secondo dal vincitore, Johann Zarco.

L’errore di Jorge Martin, dunque, non è stato solo quello di aver puntato tutto sulla fuga invece di un sano confronto diretto che avrebbe anche potuto vincere, ma che nonostante la gomma morbida non sia riuscito ad accumulare un vantaggio sufficiente a consentirgli di gestire il finale.

Quando vantaggio avrebbe dovuto accumulare? Forse almeno 5”, magari anche di più per poter tagliare il traguardo in prima posizione.

La gestione delle gare è tutto, ad un certo punto della sfida agonistica. Cadendo in Indonesia Jorge non solo ha perso 25 punti, ma ne ha regalati 5 a Bagnaia che sarebbe arrivato secondo.

In Australia naturalmente il bilancio è stato ancora più pesante e dal -4 in classifica al terzultimo giro è precipitato all’attuale -27.

Ci sta che al momento Jorge sia più veloce di Pecco, ma ciò non basta per vincere il mondiale. Serve non commettere errori. E diciamolo: sarà divertente fra un paio di gare scoprire se Ducati, pur avendo il mondiale piloti saldamente in mano, consentirà che le rispettive secondo guide delle rispettive squadre, possano giocare a favore dell’uno o dell’altro.

Non si poteva chiedere a Zarco di rinunciare alla sua prima vittoria, e peraltro non sarebbe servito anche se avesse cercato di rallentare gli inseguitori visto il crollo di Martin, ma nelle prossime gare, chissà…

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