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SBK, Il Calendario 2024 spacca la Superbike: chi lo promuove e chi lo boccia

Denning (Yamaha): "Dorna deve iniziare a proteggere la SBK". Puccetti (Kawasaki): "calendario eccezionale, possiamo portare gli sponsor in tutte le tappe". Camier (Honda): "spero che le piste siano adatte". Sacchetti (Ducati): "troppo tempo fra le gare"

SBK: Il Calendario 2024 spacca la Superbike: chi lo promuove e chi lo boccia

Il calendario 2024 del mondiale SBK è stato accolto in modo decisamente variegato dal paddock. Parlando con i team manager delle varie squadre, appare chiaro quanto siano diversi i punti di vista secondo il ruolo ricoperto. Chi è a capo di squadre ufficiali pare meno entusiasta di un mondiale che rischia di diventare un europeo vista la sola tappa di Phillip Island fuori dai confini del vecchio continente. Chi invece gestisce un team indipendente apprezza un programma meno impegnativo dal punto di vista economico, con costi di trasferta più abbordabili e forse vicini alle attuali esigenze economiche generali. 

Abbiamo intervistato diversi personaggi proprio per rappresentare al meglio queste diverse realtà e cogliere l'umore del paddock riguardo certe decisione che in ogni caso non sembrano affatto accontentare i big player del mondiale. 

Partiamo da Paul Denning, Team Manager di Crescent Yamaha. Paul ha una lunghissima esperienza di paddock, diviso tra BSB, mondiale MotoGP e SBK. Ecco le sue parole al riguardo. 

"Per prima cosa devo dire che non mi piace questo calendario. Poi tutti sono d’accordo che una sola gara extra Europa non è sostenibile per il futuro del mondiale SBK. Ci sono difficoltà commerciali per quanto riguarda i costi, di questo sono certo. Dobbiamo anche ricordare che Lombok aveva un accordo di 10 anni con Dorna per la SBK che ha rotto, Argentina aveva un contratto che ha rotto. Quindi questo li ha lasciati in una posizione difficile per i piani a breve termine. Le intenzioni erano buone, ma non è dipeso solo da Dorna. Detto questo, devo dire che come team manager penso che Dorna debba iniziare a proteggere la SBK e fare il massimo per dare forza a questo campionato. Il valore che c’è per i tifosi, per gli sponsor, per i Costruttori. Dorna ha sempre cercato di trovare il modo di avere successo con la SBK senza danneggiare troppo la MotoGP, ma penso che sia andata un po’ oltre in questa direzione. Andare avanti in questa direzione potrebbe creare problemi a questo campionato, alla FIM, a tutti insomma".

Pensi che in futuro la SBK tornerà a correre su tracciato fuori dai confini europei?
"So che Dorna ha un memorandum di intesa con due tracciati extra europei per il 2025, il che sarebbe ottimo. Penso che forse un errore di Dorna sia stato quello di annunciare il calendario 2024 senza spiegare alcune cose. Penso che condividere più informazioni ed anche le soluzioni future forse avrebbe funzionato meglio. Ci sono anche cose positive comunque, come Balaton e Cremona. Anche se tutti gli italiani mi sembrano sotto shock per questa scelta, ma so che c’è un piano di 5 anni di investimenti per quel tracciato. Ma visto che l’Italia è uno dei mercati più importanti, perché non dare info già precise. La vedo come un errore di comunicazione. So che cambieranno tante cose, ma perché non dirlo e spiegarlo?".

Non sembri molto contento in ogni caso. 
"Penso che Dorna debba aiutare a sviluppare meglio la SBK per il futuro, può fare un lavoro migliore. Non serve creare un campionato che danneggi e minacci la MotoGP, me serve prendersi cura della SBK altrimenti qualcosa succederà".

Di parere completamente diverso Manuel Puccetti, a capo di una realtà diversa e che trova diversi vantaggi in un calendario come questo. 
"
Per me è un calendario eccezionale. Sono tutte tappe europee tranne l’Australia e possiamo portare gli ospiti dei nostri sponsor in tutte le tappe, perché sono vicine. Sappiamo che Cremona è un po’ una scommessa, indubbiamente. Una gara che per noi sarà di casa, verranno tutti a vederci. Sappiamo che servono adeguamenti in termini di tracciato e spazi, ma sarà una bella sfida. A me fa piacere questo calendario perché dal mio punto di vista andare a correre in Indonesia o Thailandia in posti sperduti, se non ci sono particolari motivazioni di business, per me è tempo perso. Preferisco correre in Europa dove possiamo avere più iterazioni con i nostri sponsor, portare l’hospitality e fare contenti tutti".

Non sei preoccupato insomma per la mancanza di gare extra europee?
"A me non cambia nulla, possiamo fare anche 15 gare in Europa. Per me è più importante fare un bel lavoro con i nostri sponsor e far contenti loro".

Midori Moriwaki sembrava una delle persone più daneggiate visto il munifico sponsor Petronas, che però non potrà contare su una tappa in Asia. Ma la manager giapponese non perde l'ottimismo. 
"Adesso è difficile avere tante gare extra Europa, ma onestamente non conosco benissimo la situazione. A me avrebbe fatto comodo avere almeno un altro round in Asia, in Indonesia sarebbe stato perfetto e so che ci mancherà molto Mandalika. Il 2024 sarà così, ma penso che nel 2025 torneranno altre gare extra Europa. E’ facile parlare e criticare, tutti vorremmo atre gare come Phillip Island, ma la situazione è quella che è ed è inutile nascondersi dietro ad un dito".

Non ti preoccupa un eventuale calo di interesse di Petronas?
"Non sono preoccupata per Petronas, loro capiscono la nostra sfida, il progetto Academy che abbiamo con loro. Ogni squadra ha un compito e Moriwaki ha il suo come tutti. Il calendario non cambierà la nostra situazione, lo vedo come un'altra sfida. La vita alla fine è sempre piena di sfide e questa è solo una in più".

Leon Camier, Team Manager di Honda HRC avrebbe preferito più trasferte fuori dall'Europa, ma non pare preoccupato per il futuro della SBK. 
"Dal mio punto di vista sarebbe stato bello andare di più in altri posti extra Europa. Ma le cose stanno così, conosco un po’ la strategia di Dorna dietro questa decisione e so che stanno lavorando per tornare a correre in altre piste ed anche per aprire nuovi mercati. Non lo vedo un problema enorme, secondo me la cosa importante sarà più che le piste dove andremo siano adatte, che il livello sia adeguato al mondiale e questo lo vedo un dovere di FIM".

Non temi che possa essere una sorta di declino per la SBK?
"Non penso che sia come l’inizio della fine, penso che il campionato si adatterà. In passato il mondiale SBK ha aperto nuovi mercati, è stato il primo ad andare in Thailandia ed anche in Indonesia. Un po’ anche per capire quanto queste piste fossero adatte per poi andarci con la MotoGP. La SBK esiste dal tanto tempo, penso che si adatterà anche a questo nuovo scenario".

Pur essendo a capo di un team italiano, Denis Sacchetti è apparso invece preoccupato soprattutto per le ripercussioni sugli sponsor. 
"E’ un calendario particolare, nella prima parte della stagione c’è troppo tempo tra una gara e l’altra e dopo si concentra tutto nella seconda metà di stagione e questa è una cosa che non lascia spazio allo spettatore per seguire bene le cose. Dispiace avere solo una gara extra Europa che è l’Australia. Per noi sarebbe stato importante farne di più, perché per quanto siamo un team italiano e privato, abbiamo degli sponsor asiatici a cui interessava avere tappe nella loro zona geografica. Sarà difficile per noi gestire questa cosa con i nostri partner".

Secondo te è ancora un mondiale, o rischia di perdere troppo interesse?
"Un campionato come la SBK deve essere presente in diversi continenti, non solo in Europa, è chiaro. Oggi parte del budget viene dall’Asia, quindi è un peccato non sfruttare questa cosa, questo interesse. Sono propensi al racing, hanno passione e non lo stiamo sfruttando. Poi in questi giorni si parla di Cremona, che sicuramente ha dei pregi e difetti. Certo, è vicino a Milano, un bacino importante che puoi raccogliere. Però  servono tanti lavori per adeguarsi al nostro campionato e non parlo solo delle tribune che si fanno anche velocemente. Ma penso al paddock, ai servizi, ai box, agli alberghi. Insomma ci sono tante cose da sistemare".

Tra i manager c'è anche chi è entusiasta della scelta di Cremona, come Lorenzo Mauri di Motocorsa, che vede il 2024 come un anno di transizione.  
"Secondo me il 2024 sarà un anno di transizione dettato da tanti fattori, compreso qualche fattore politico esterno. Inutile nascondersi dietro ad un dito, ci sono guerre adesso nel mondo. Mi dispiace di non andare più a Mandalika e in Argentina, ma per me sarà un anno di passaggio. Poi c’è da ricordare che soldi ce ne sono pochi in giro oggi, quindi penso che per l’organizzatore forzare le squadre a tante gare extra europee sarebbe stato difficile. Magari tra uno o due anni ce ne saranno altre, ma adesso la vedo una scelta ponderata. Non è semplice raccogliere budget oggi, quindi forzare oggi non avrebbe senso".

Non ti preoccupa lasciare mercati importanti come quelli asiatici?
"Si, è vero che lasciare l’Asia è un peccato. Ma servirà riorganizzare questo campionato con più gare extraeuropee quando si potranno sostenere. Chiaro che alcuni main sponsor non sono felici, fare una sola gara fuori Europa non fa piacere a loro. Ma se fanno fatica le squadre ufficiali, pensate ai privati. Comunque a me piacciono le piste scelte, anche se alcune tappe non sono bilanciate tanto per i viaggi e per gli autisti che devono attraversare l’Europa avanti e indietro. Da fuori è facile criticare, perché incastrare da dentro tutto è molto più difficile e lo capisco".

Cremona ti piace come scelta? Era in gioco anche Vallelunga.
"Per quanto riguarda Cremona, io sono entusiasta. So che gli imprenditori che ci sono dietro sono molto seri, ho visto tutte le modifiche che arriveranno e so che faranno un tour de force. Sono convinto che avendo vicino Milano, sarà una tappa di successo del mondiale. Vallelunga è bellissima, ma il paddock è distribuito su tre piani, è complesso montare certe strutture lì".

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