Tu sei qui

MotoGP, Rivola: "Trackhouse ci ha chiesto moto il più simile possibile alle ufficiali"

L'ad di Aprilia Racing: "era un'opportunità che non potevamo farci scappare e ho già detto a Dorna che ora servirà un secondo Gran Premio negli Stati Uniti"

MotoGP: Rivola:

Aprilia da oggi ha un nuovo team satellite e dietro l’arrivo di Trackhouse racing in MotoGP c’è anche lo zampino di Massimo Rivola. Non per niente il manager era presente alla presentazione della squadra per dare il benvenuto nel motomondiale a Justin Marks. La collaborazione si prospetta molto stressa, come ci ha spiegato lo stesso Rivola intercettato fuori dagli studi di Sky dopo la presentazione.

Non potevamo farci scappare un’opportunità sulla carta molto stimolante, sia a livello di brand sia di mercato e anche a livello tecnico, perché le richieste di Trackhouse sono importanti per fornire moto il più vicino possibili alle ufficiali - ha sottolineato l’ad di Aprilia Racing - Siamo a dicembre, ci stiamo attrezzando per i miracoli, come si dice, cercheremo di fare il nostro meglio. È bellissimo avere un team americano in MotoGP e il fatto che sia con Aprilia per noi è fighissimo”.

L’arrivo degli americani nel motomondiale potrà essere fondamentale per entrare in un mercato molto importante.

Dovrà essere così, la prima battuta che ho fatto con Dorna è che ora servirà un secondo Gran Premio nel nord degli Stati Uniti - ha preso la palla al balzo Rivola - So che si sta lavorando per ampliare la nostra penetrazione negli USA. La Formula 1 ha un grandissimo vantaggio perché possono correre in città, noi non possiamo e dobbiamo trovare strade alternative. Credo che abbiamo uno spettacolo unico, in passato abbiamo avuto tantissimi campioni americani e chissà se in futuro non ce ne sarà un altro con Trackhouse e Aprilia”.

L’ultima battuta è sull’uscita di scena di Cryptodata, che lo scorso anno era diventato azionista di maggioranza del team RNF di Razlan Razali.

Mi sono trovato veramente bene a lavorare con Razlan, ma alla fine dello scorso anno aveva perso il title sponsor e aveva trovato una soluzione che però non ha funzionato. Mi dispiace per lui umanamente, ma sono convinto che lo rivedremo nel paddock perché si è fatto volere bene in MotoGP. Gli faccio un grande in bocca al lupo, ma oggi dobbiamo guardare in avanti, non indietro” ha concluso il manager.

Intervista raccolta da Riccardo Guglielmetti

Articoli che potrebbero interessarti