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MotoGP, Di Giannantonio: “Rossi mi ha detto: chiedimi quello che vuoi”

“Essere il primo pilota non Academy del team VR46 è la prima cosa in cui sono primo quest’anno e spero che sia di buon auspicio. Si sente che questo è il team di Vale perché il pilota è al centro del progetto”

MotoGP: Di Giannantonio: “Rossi mi ha detto: chiedimi quello che vuoi”

Il team Pertamina Enduro VR46 Racing ha ridato il sorriso a Fabio Di Giannantonio, dopo le incertezze sul suo futuro con cui ha dovuto convivere sul finire del 2023. E questo ritrovato entusiasmo del 25enne si è visto a tutto tondo sul palco del Palariccione, dove il pilota romano ha tolto il velo alla Desmosedici giallo fluo che guiderà nel 2024.

“L’anno scorso abbiamo fatto un grandissimo percorso di crescita, ma adesso è importante focalizzarsi sul presente e sul mio nuovo cammino con questo team pazzesco e ultra fluo! Sono molto carico e contento di fare parte di questo team e secondo me faremo un bell’anno insieme ha affermato il Diggia, impaziente di tornare in sella nei prossimi test a Sepang: “Sono mesi che non tocchiamo la MotoGP e dovrò concentrarmi prima di tutto sulla ricerca del feeling perché ti puoi anche allenare a casa, ma la MotoGP è sempre una storia a sé. Sarà importante ricominciare e riprendere il ritmo e gli automatismi che ti crei durante l’anno, perché fare tante gare ti aiuta a creare quella fiducia e scioltezza di guida che sarà importante ritrovare presto”. 

Dopo essersi attestato tra i protagonisti del campionato sul finire della passata stagione, Fabio punta a riconfermasi nel 2024 ed è convinto di avere a disposizione tutto ciò di cui ha bisogno per centrare il suo obiettivo.

“La nuova Ducati è migliorativa in alcune aree, mentre in altre c’è da lavorare un po’ però sono sicuro che con la squadra che ho quest’anno potremo fare un ottimo lavoro. Sarà importante iniziare subito a lavorare dai primi test per arrivare pronti in Qatar - ha spiegato - La GP22 e la GP23 sono due moto simili, ma un po’ diverse. La GP23 va un po’ più forte e può essere usata in maniera un po’ diversa. Potrebbe essere veramente un grande step per noi e mi sono dato alcune risposte sul perché a volte non riuscivamo a essere super competitivi. Secondo me con questa moto, che ha un grande potenziale, si può andare molto più forte

Anche la squadra non ha tradito le aspettative del pilota romano, che si è sentito a suo agio sin dal primo momento.

Il team mi ha accolto in maniera pazzesca e mi ha confermato di essere una squadra molto professionale. La cosa che mi ha colpito è che si sente che è il team è stato creato da un pilota come Vale perché il pilota è veramente al centro del progetto. È una cosa molto bella, nuova per me, e mi piace perché il team si mette a disposizione per qualsiasi esigenza del pilota per cercare di andare poi il più forte possibile in pista, che è l’obiettivo finale - ha raccontato - Ho scambiato poche parole con Vale sul lavoro da fare insieme perché abbiamo appena iniziato, però lui è stato molto carino perché mi ha detto che posso chiedergli qualsiasi cosa di cui abbia bisogno. Sono molto grato e orgoglioso di questo, anche perché penso che si possa soltanto imparare da il più grande pilota di tutti i tempi”.

Anche il fatto di essere il primo pilota non Academy della storia della squadra di Tavullia non sarà un problema per Di Giannatonio, che ha già iniziato a studiare con la squadra il modo migliore per continuare la sua preparazione.

“È figo perché è la prima cosa in cui sono primo quest’anno, quindi magari è di buon auspicio - ha commentato ridendo il 25enne - Con me abbiamo un creato un po’ la storia perché sono il primo pilota non Academy nel team VR46. Quindi, stiamo vedendo insieme come impostare il lavoro e come integrare il lavoro che già faccio a casa con il loro. Non essendo un pilota Academy, comunque, la mia preparazione di base resterà la stessa, anche perché sembra aver funzionato l’anno scorso, ma cercheremo ovviamente di integrarla con tutto ciò che può essere meglio per me”.

La concorrenza sarà agguerrita nel 2024, a cominciare dal suo nuovo compagno di squadra, Marco Bezzecchi, e da altre vecchie conoscenze del pilota di Roma. 

“Mi è capitato in diverse occasioni di essere in griglia, di guardarmi in giro e rendermi conto che siamo sempre io Bez, Enea e Pecco sin da quando siamo piccoli. Siamo sempre noi, solo con delle moto più grandi e più colorate e mi fa piacere sapere di aver fatto il percorso insieme ed essere arrivati in MotoGP - ha sottolineato il Diggia, che parlando degli avversari da tenere d’occhio ha aggiunto: In MotoGP bisogna sempre stare attenti a tutti. Noi otto Ducati saremo veloci ma c’è sempre qualche Casa che sta lavorando molto e a cui bisogna stare attenti. Honda sta lavorando tanto e anche la Yamaha ha fatto dei buoni acquisti a livello di tecnici. Secondo me saremo in tanti ad andare forte quest’anno”.

Uno dei più attesi sarà certamente Marc Marquez, ma il fatto di avere la stessa moto dell’otto volte iridato non sarà una motivazione extra per Fabio, che ha ben altri stimoli per dare il massimo:La mia più grande motivazione è quella di non avere ancora con me la stella del Campione del Mondo - ha concluso - Ciò ciò che mi spinge ad alzarmi alla mattina, andare in palestra e a fare tutto il resto è cercare di essere il numero 1”.
 

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