Flammini: "L' obiettivo è l'Asia"

La Superbike inserirà in calendario almeno un gara in quel Continente

Flammini: "L' obiettivo è l'Asia"

Passo dopo passo, la Superbike continua il suo percorso respingendo, nei fatti, l'attacco che gli è portato - come già avvenuto nei primi anni del 2000 - dalla Dorna e dalla MotoGP.

Lo fa senza annunci eclatanti e un po' improbabili, come quello del terzo gran premio negli Stati Uniti su un impianto che ancora non esiste (e con un accordo di dieci anni!), oppure l'ipotesi Sud America dove i circuiti sono assolutamente inadeguati e fermi al... secolo scorso.

E', però, evidente che un Campionato del Mondo non può basarsi su solo due trasferte extraeuropee, come accade per la Superbike che ha in calendario solo Phillip Island e Salt Lake City.

"Stiamo lavorando su più fronti - ci ha detto Paolo Flammini, CEO di Infront Motorsports - e tra questi c'è anche l'America. E stiamo parlando con i tre circuiti omologati FIM che si trovano negli Stati Uniti: oltre a Salt Lake City, Laguna Seca e Indianapolis. In particolare quest'ultimo ci sembra in linea con la filosofia delle gare americane che ben si sposa con la Superbike".

Peccato che Daytona Beach non sia omologato perché sarebbe quella la sede ideale per una gara di Superbike negli USA. E il "banking" (la curva sopraelevata) continua a creare ai pneumatici delle supersportive attuali.

"Ma il nostro focus dei prossimi tre anni - prosegue Flammini - è il sud-est asiatico. Ce lo chiedono i Costruttori perché ritengono quell'area strategica e a noi fa piacere unire i nostri obiettivi. Non è facile trovare dei circuiti adatti, perché in pratica c'è solo Sepang, mentre Delhi è ancora in costruzione e Sentul avrebbe bisogno di importanti adeguamenti. La Corea dopo i problemi avuti con la Formula Uno, ha ridimensionato i propri programmi. E' certo, comunque, che noi proveremo ad andare in Asia già nel 2012".

Ma non è il sud-est asiatico l'unico obiettivo delle prossime stagioni.

"In Russia ci sono tre impianti e quello in Ukraina sembra il più avanzato. Se riusciranno a finire il lavori potremmo andare in quel Paese già dal 2012. Lo sapremo verso giugno-luglio. Seguiamo con attenzione anche altri due impianti, uno già esistente ma che dovrebbe essere adeguato alla Superbike e uno in via di progettazione".

Questo significa che ci saranno cambiamenti nel calendario "europeo"?

"Noi confermiamo il nostro assetto in Europa, comprese le tre gare in Italia. Se dovessimo arrivare a 16 gare - limite che non vogliamo superare - potremmo pensare a ridurle a due, ma siamo ancora lontani da questa decisione".

LE MILLE IN MOTO GP - Un altro tema di confronto è quello della nuovo regolamento 1000 in MotoGP che potrebbe aprire un fronte potenzialmente pericoloso per la Superbike.

"Non ho commenti particolari da fare. - afferma Flammini - Non ci sono stati, infatti, avvenimenti particolari che hanno modificato la situazione. I prototipi 1000 a noi non creano problemi, per il resto staremo a vedere. Non ci preoccupa nemmeno l'ipotesi dell'ingresso della BMW in MotoGP, perché siamo sicuri che sarà realizzata un prototipo veramente all'altezza di quella categoria e che una Casa europea dalle risorse così cospicue non lascerà la Superbike".

Questo significa anche che l'incontro tra la Federazione Internazionale e la Infront comincia a dare i suo frutti?

"Da febbraio, data dell'incontro, è iniziato un percorso che sta dando i primi frutti. Il panorama su alcuni aspetti, anche regolamentari, è molto più chiaro e io credo che non ci sarà bisogno di scontri. Tutto prenderà spontaneamente il giusto assetto".

Ed allora aspettiamo, perché tra poco scenderanno in pista le prime 1000 MotoGP "artigianali" ed allora anche questo scenario sarà più chiaro.

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