L'elogio della follia di Honda
L' ANALISI -Una MotoGP replica, che capovolge le prospettive
Scritto da Flavio Atzori - Ven, 12/06/2015 - 10:11
Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.
L'Elogio di Erasmo da Rotterdam per un popolo lontano, e che visto con il binocolo si allontana quanto più possibile dall'idea di follia, per abbracciare sì l'onore, la dedizione, la ricerca della perfezione. Meccanica, anche quella. Che con due ruote però, per molti porta ad un'anima.
Tecnica ed emozioni, ne abbiamo parlato tante volte. Scatenano sogni e desideri degli appassionati, per quella loro vetta, quel brivido d'alta quota ma con l'asfalto sotto i piedi. Moto da corsa, che tutti abbiamo desiderato di possedere, cavalcare, goderne. Guardate negli occhi quella luce quando ad un appassionato parlate di qualche 500 replica degli anni '80 o di una NR a Pistoni Ovali. Devo esser sincero, quando ho letto la cartella stampa con quei 159 cavalli di potenza ho storto il naso. Si, va bene, si arriva a 215 con il kit da pista, ma dalla RC213V-S, la Motogp stadale mi sarei atteso qualcosa di più. Avrei voluto l'elitè, l'esclusività assoluta. E' la moto con cui Stoner ha corso nel 2013, con cui Marquez ha dominato lo scorso anno. L'acme di ogni moto da corsa, con targa e fanali. Ho ascoltato le
Perchè quelle son moto di serie, pronte alla vendita e l'utilizzo. La RC213V-S no. Anzi, sono solo 213 esemplari. Non è la nuova Superbike in preparazione al canto del cigno dell'oramai anziana Fireblade. Non riuscivo a capirla questa operazione. Perchè una casa, anzi, la più grande casa del mondo doveva aver bisogno di rispondere all'offensiva avversa in questo modo? Una risposta veloce? Una pezza per far capire che "si, potete fare quel che volete, ma noi potremmo fare una Motogp Replica". Disquisizioni, pensieri. Niente di tutto ciò. Perchè l'Ala qua ha cambiato mondo, ribaltato approccio. Non ha guardato le altre. La RC213V-S non è l'elogio dell'apollineo e dionisiaco dato da una moto che deve, vuole, pretende di offrire emozioni e prestazioni da corsa in serie. No, qui si tratta di un oggetto che non vuole compromessi.
E' l'elogio della follia, realizzato da un popolo pragmatico. Ed allora, un volta cambiata prospettiva tutto cambia. 159 cavalli a 11.000 giri è vero. Una BMW XR o una Multistrada ne ha di più. Ma è la pragmaticitá giapponese non della prestazione, ma nel portare il sogno di un prototipo a pochi fortunati. Quei 159 cavalli escono da "quel motore", non da un'unità che sembrasse quella dell'RCV di Marquez. Eccolo l'elogio della pragmatica follia. Questa è una Motogp da pista, e non si tratta di uno slogan. Non importa la prestazione in se - per quello oltretutto c'è il kit - ma la vicinanza all'obiettivo. "Volevamo che fosse proprio 'quel' motore. Il propulsore è un V4 nato per correre, con dimensioni del motore della Motogp. Rientrare nelle normative anti inquinamento e di rumore ha portato al taglio di potenza. Altri motori stradali delle superbike odierne nascono per la strada, quindi sono più “grossi” e questo aiuta a contenere il rumore meccanico".
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