Ducati Multistrada 1260: l'uovo di Colombo
Sono bastati pochi interventi e la “Multi” è ancora più amica, di viaggi e divertimento. La sport-tourer bolognese trova la sua maturazione
Scritto da William Toscani - Dom, 10/12/2017 - 00:54
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La differenza, spesso, sta nei dettagli. Soprattutto quando i dettagli hanno il loro bel peso, giusti o sbagliati che siano. Ovviamente quando a mettere mano ai particolari è una casa come la Ducati di oggi, i risultati si vedono e, soprattutto, si sentono. Chi pensa che la nuova Multistrada 1260 sia solo una versione "oversize" della precedente 1200, si sbaglia. Gli affinamenti apportati a ciclistica e motore hanno avuto il merito di aver reso la 'multibike' bolognese un mezzo dal bell'equilibrio, molto ben guidabile e con un motore Testastretta DVT facile da gestire e robusto nella erogazione.
Si è perso qualcosa in fase di reattività del mezzo, ma si è guadagnato tanto (e di più) gusto nella guida. Il merito va al calibrato lavoro di raccordatura tra la maggiore coppia del bicilindrico da 1262 cc e le quote ora più "aperte" della ciclistica. Insomma pochi interventi ed azzeccati, con la nuova cilindrata che dona secondo noi uno step in sù alla nuova "Multi" che adesso raggiunge forse la sua maturità di grande tourer sportiva. Per saperne di più su come è fatta vi rimandiamo alla nostra analisi tecnica, ora scopriamo insieme come và .
MOTO AMICA - Ogni manovra è fatta di discese in piega facili, ma graduali, con il gusto della "pennellata" che arriva da una stabilità dell'avantreno decisamente appagante. La nuova Ducati Multistrada 1260 è una moto più amica, ma senza risultare fiacca nelle svolte o quando si decide di aprire il gas. Con la mappa Sport tira fuori grinta da vendere, da veri affamati di curve, con la Touring il motore sale invece più graduale fino ai 6000 giri/min per poi partire verso regimi elevati con la stessa grinta della Sport.
COPPIA DA VENDERE -Tra i gomitoli di curve, dove abbiamo avuto modo di testare la novità Ducati nella nostra prima presa di contatto, la Multistrada non ha offerto fianco a critiche. Il feeling con la manopola è decisamente buono: il comando gas (con ride-by-wire, migliorato e che arriva pari pari dalla Panigale) riesce a dare un collegamento con il motore immediato, rendendo possibile giocare con la manopola come e quando lo si desideri. Erogazione che si fa apprezzare per la bella schiena ai medi regimi dove il rivisto motore sfodera grandi doti di elasticità e spunto alle aperture, non mostrando incertezze già dalla soglia 2000 giri. Nulla da segnalare sul fronte frizione e cambio dove tutto risponde in modo morbido e preciso, così come per quello che riguarda la frenata, ben modulabile e dal buon mordente. In ultimo si è rivelata molto curata, oltre che di facile lettura, la nuova strumentazione TFT (non presente sulla Standard) dalla quale è possibile accedere al menù dei numerosi settaggi in maniera semplice ed intuitiva, grazie anche ad una nuova grafica che aiuta meglio l'utente a destreggiarsi tra le diverse voci.
Sul fronte del comfort ci è piaciuta la sella, ben sagomata e comoda, un po' meno il cupolino (regolabile su 5 posizioni) che per chi è di alta statura, facendo propendere verso qualche centimetro in più di riparo (in optional è disponibile comunque un plexiglass più protettivo).
La Multistrada 1260 costa 17.990 euro nella versione Standard, 20.390 euro la S e 21.150 euro la S D|Air. La sportiva Pikes Peak è invece proposta a 24.990 euro.
PIACE: erogazione motore, mix tra stabilità e maneggevolezza
NON PIACE: protettività plexiglass di serie per piloti più alti
Per la nostra prova in sella alla nuova Multistrada 1260 abbiamo utilizzato