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MotoGP, Test invernali: una prova di forza per moto e piloti

Capirossi e Martinez ci svelano nel dettaglio i particolari di Sepang, Phillip Island e Losail

Test invernali: una prova di forza per moto e piloti

Tre appuntamenti prima che il sipario si alzi definitivamente. Dalle condizioni estreme della Malesia fino al deserto Qatar, passando per l’Australia. La MotoGP lascia l’Europa per i tradizionali test che fanno da antipasto alla stagione. Ci si chiede come mai le due ruote non rimangano nel Vecchio Continente. A spiegare la ragione così come la scelta di queste tre piste sono Loris Capirossi e Juan Martinez, quest’ultimo ex tecnico Honda delle sospensioni ai tempi di Doohan, Okada e Rossi.  

Il caldo di Sepang

“La decisione di svolgere i test su questi tre circuiti è stata presa di comune accordo tra le squadre, Dorna, IRTA e il fornitore di pneumatici – sottolinea Capirossi – eravamo alla ricerca di piste dove è presente il bel tempo e anche il caldo. Il primo appuntamento sarà Sepang – aggiunge - un circuito con layout molto vario, caratterizzato da una parte tecnica ma anche una frenate lunghe e impegnative.” “In Malesia le squadre possono lavorare sulla configurazione del telaio, ma anche la durata dei pneumatici in condizioni estreme -  svela Martinez – inoltre la forma fisica dei piloti è messa a dura prova così come la durata dei motori, dal momento che simili situazioni possono verificarsi in altri circuiti come Barcellona o Mugello”.

La velocità di Phillip Island

Si tratta di uno dei tracciati con la più alta media di velocità (182 km / h), descritto da Capirossi come "molto esigente per gli pneumatici”. "Specialmente l'ultimo settore -  aggiunge Martinez - perché le curve si affrontano in modo rapido inoltre il pneumatico posteriore soffre molto. Questa è una delle piste dove il fornitore delle gomme mette a disposizione una mescola asimmetrica, con diversa rigidità da un lato rispetto all’altro”.     

Qatar, ultima fermata

Due settimane prima del via si sbarca a Losail: “Un circuito ideale per squadre ed i piloti –commenta Capirossi – perché in Qatar si svolge il primo Gran Premio e, a differenza di quanto accade in Malesia e in Australia, le squadre possono lavorare in condizioni simili a quelle che sperimenteranno in gara." Inoltre, questa pista ha determinate peculiarità: “Essendo vicino al deserto, il test consente di pulire l'asfalto dalla sabbia – analizza Martinez – è anche possibile apportare le ultime modifiche ai motori prima  che vengano sigillati per tutta la stagione."

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