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Marquez al centro di ogni lode o polemica: la singolarità della MotoGP 2024

Fino a ieri era necessario avere due grandi personalità per fare uno scontro, oggi Marc basta da solo per dividere i tifosi e oggi che siamo ad Austin, 'casa' del Marziano, siamo tutti col fiato sospeso non sapendo cosa aspettarci. E il fuso orario non ci aiuta      

Marquez al centro di ogni lode o polemica: la singolarità della MotoGP 2024

Il fuso orario di Austin non ci aiuta e così l’attesa per conoscere le prestazioni di Marc Marquez nella ‘sua’ Austin è ancora più pesante perché diciamocelo: siamo tutti curiosi.

Già perché l’attenzione di questa prima parte del campionato è polarizzata da Marc: non importa che si sia suoi tifosi o detrattori. Si voglia vederlo vincente o sconfitto. Anzi, questa dicotomia fa sì che tutti se ne occupino e per il motomondiale vissuto, fino ad ora, sullo scontro di grandi personaggi è singolare che ad occupare la scena sia, invece, un singolo pilota.

Abbiamo vissuto, fino ad oggi, grandi rivalità. Lasciamo perdere il passato, Agostini contro Read o, più avanti, Roberts vs Sheene, Lawson contro Spencer, Lucchinelli e Uncini, Rainey e Schwantz. Sino ad arrivare al vero e proprio antagonismo: Valentino Rossi e Max Biaggi, e poi Valentino Rossi contro Casey Stoner prima e Jorge Lorenzo poi.

Insomma era necessario avere due grandi personalità per fare uno scontro, per dividere i tifosi e ciò è normale perché agli appassionati piace identificarsi e finché l’odio - brutta parola ma definisce - è solo sportivo va bene. Funziona così in ogni attività.

Ti piace il campione a cui tutto va bene, estroverso e simpatico? Tifi Valentino. Preferisci l’uomo tormentato, introverso e (non sempre) perdente, ecco lì che per te c’è Max.

Ma ora? Si potrebbe dire che, orfani di Biaggi e memori del fatidico 2015 i detrattori di Marquez si siano coalizzati contro di lui, ma non è così. E oggi che manca il deuteragonista ciò è evidente.

Guardate a Portimao: si è parlato più della collisione fra Bagnaia e Marquez che della vittoria di Martin. Si è salvato solo Pedro Acosta, perché rappresenta il nuovo che avanza, il possibile antagonista, ma il pilota della GasGas ancora non si presenta come tale e poiché i suoi avversari lo lodano, non si può essere per lui e contro gli altri. E’ un ragazzo molto intelligente.

Così non resta che tifare Marc Marquez: pro o contro. Schierarsi contro il nulla, od un fantasma del passato, purché si occupi uno dei due schieramenti. Si gioca una partita in cui non ci sono avversari, perché se si gioisce per Marc, lo si fa a prescindere, per i trascorsi onusti di gloria o per l’ordalia passata dal 2020 in poi. Se, al contrario si tifa contro, non conta chi vince, purché Marc non brilli. Incredibile vero?

Marquez è, attualmente, come un buco nero che attrae ogni luce e chiunque entri nella sua orbita ne viene fagocitato. Così l’assurdo è che chiunque lo batta, oggi, non acquisti splendore ma, al contrario, lo perde se solo gli arriva vicino.

Non durerà a lungo, o almeno lo speriamo, una simile assurdità, ma questo dimostra quanto la MotoGP abbia bisogno non solo di piloti veloci, questi per carità esistono, ma di personaggi e con questa parola non definiamo pagliacci, ma semplicemente uomini con personalità. Qualcosa da dire che non sia scontato. Ieri Pedro Acosta ha affermato qualcosa di simile citando Schwantz e Stoner. Meno male che lo ha fatto un giovane, di talento e, per il momento, vincente. Perché se lo avesse detto il vostro scriba sarebbe stato facile dargli di nostalgico del passato.

 

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