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Benelli su Benelli, una moto al red carpet di Venezia

Nel 110° anniversario della casa pesarese, la pellicola proiettata alla Mostra del Cinema di Venezia, celebra la figura di Antonio Benelli detto Tonino

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È inziato il Festival del Cinema di Veneza e tra le star presenti sul red carpet del Lido c'è anche una moto. Si chiama “Benelli su Benelli” il docufilm prodotto da Genomafilms per la regia di Marta Miniucchi, con Neri Marcorè che presta la sua voce per narrare le vicende di Tonino Benelli. I suoi fratelli maggiori diedero vita, insieme alla mamma Teresa, a quella che sarebbe diventata una delle principali costruttrici di moto mentre lui è stato il pilota e collaudatore che visse a tutta velocità la sua breve ma intensa vita.

LA MOTO SUL RED CARPET

“Benelli su Benelli”, docufilm sulla vita di Tonino Benelli, il più giovane dei sei figli di Teresa Boni Bonelli, fondatrice della casa motociclistica di Pesaro sarà presentato alla 78ma edizione della Mostra del Cinema al Lido di Venezia, l'11 settembre come evento speciale di chiusura delle Giornate degli Autori. Da un'idea dell’attore Alessandro Gimelli (che vestirà i panni del protagonista), l'opera è tratta dal libro “Tonino Benelli” di Paolo Prosperi, collezionista di moto che ha anche prestato la sua consulenza storico e motoristica e racconta la breve vita, umana e sportiva, del più piccolo dei fratelli Benelli.

Attraverso immagini di quell'epoca, mixate a filmati di repertorio, interviste e ricostruzioni cinematografiche, viene raccontata la storia di una madre coraggiosa e del suo amore verso i figli, capendo e assecondando il loro orientamento e credendo nei loro sogni, la storia dei geniali fratelli che danno forma a una passione, la storia di una famiglia unita dove ognuno contribuisce al sogno con le proprie doti personali e la storia di una fabbrica che da una piccola bottega diventa un nome di riferimento internazionale. Si passa poi a raccontare la vita di Antonio Benelli, le vittoria ma anche i momenti più difficili, rischiando la vita nei circuiti d'Italia e d'Europa affidandosi al suo talento, alla sorte e fidandosi della capacità tecniche dei fratelli. Tonino riuscì a conquistare numerose vittorie e quattro titoli italiani (1297, 1928, 1930 e 1931) in sella alla moto che portava il suo cognome, Benelli su Benelli. Il documentario a novembre sarà trasmesso su Skycinema e presentato anche a Los Angeles, nell’ambito delle celebrazioni per l’intitolazione di una stella a Luciano Pavarotti sulla celebre Walk of Fame.

LA STORIA DEL MOTOCICLISMO ITALIANO

“Benelli su Benelli” è anche un'occasione per rivivere un tempo andato, epico, che noi non abbiamo potuto conoscere se non nei racconti e nei libri: il docufilm girato da Mara Miniucchi fa rivivere il clima suggestivo che caratterizzava il mondo dei motori d'inizio 1900. Una immersione nei colori, nei modi e nelle atmosfere di quegli anni, che si sviluppano a cavallo di due guerre e nel passaggio dalla realtà contadina a quella industrializzata, che porta agli albori dell'industria motociclistica italiana. E anche la numerosa famiglia Benelli, con la prematura scomparsa del padre, passa da famiglia di origini contadine a famiglia-impresa.

Quella è anche l'epoca del Futurismo, una delle prime avanguardie europee e la moto è una delle protagoniste nei dipinti di alcuni esponenti del movimento dell'inizio del XX, come Mario Sironi (dipinto del 1920), Fortunato Depero (“Motociclista”, 1923) e Mario Guido Dal Monte (1927).

CHI ERA TONINO BENELLI

Antonio Benelli, detto Tonino, è stato l'ultimo dei 6 fratelli Benelli. Il più grande, Giuseppe (1889-1957) era quello di maggior spicco e levatura tecnica della famiglia, dando vita a innovativi e a 13 brevetti. Dopo alcuni anni di lavoro presso Fiat e Isotta Fraschini, fonda con la mamma Teresa e i fratelli la ditta "Fratelli Benelli Pesaro". Dopo la Seconda Guerra Mondiale lascia l'azienda di famiglia per fondare la BBC Automobili e poi la MotoBi, la quale negli anni '60 si riunisce con la Benelli. Giovanni (1890-1981) ricopriva il ruolo di Direttore Tecnico delle Officine Benelli, laureato ingegneria meccanica in Canada, braccio destro di Giuseppe, seguiva la produzione per diventare l'artefice del rilancio nel dopoguerra, quando Giuseppe lascerà la società, ma nel 1967 segue la passioni per le armi fondando a Urbino la Benelli Armi. Il terzogenito Francesco (1892-1961) ha collaborato creando ad Ancona la prima rete commerciale, mentre Filippo (1895-1965) era il responsabile amministrativo/finanziario e Domenico, detto Mimo (1897-1975), era responsabile della gestione sportiva.

Infine ecco Antonio, detto Tonino (1902-1937), pilota quattro volte campione d'Italia in sella alla Benelli 175. Definito il "Girardengo della motocicletta" e anche il "Cigno del motore", con riferimenti al più grande ciclista dell'epoca e al suo celebre concittadino, Gioachino Rossini, soprannominato il "Cigno della musica". La sua vita purtroppo è durata poco ma anche senza quell'incidente che lo ha portato via troppo presto, sarebbe lo stesso diventata un mito riconosciuto anche fuori dai confini nazionali.

Un enorme riconoscimento viene dato alla figura della madre, la signora Teresa Boni: una mamma presente, intelligente, partecipativa e influente. È lei che nel 1911, già vedova da quattro anni, decide di aiutare, proteggere e favorire l’avventura dei suoi figli vendendo alcuni terreni per permettere la nascita della prima “officina meccanica di precisione”. Quando Tonino inizia a partecipare alle corse, però, non fa che pregare: conosce i pericoli di quelle gare e pur se spaventata è anche molto orgogliosa che il suo figlio spericolato possa offrire alle moto di famiglia fama e prestigio. Lo slogan coniato per Tonino, “Benelli su Benelli”, sarà dal 1924 al 1931, il grido ricorrente di una incalzante tifoseria in delirio, che pareva non dovesse finire mai.

SIMPATICO SCAVEZZACOLLO

Marta Miniucchi descrive un Tonino per quello che era davvero: si dice che avesse il demone della velocità. Fin da bambino ai cavallini a dondolo preferisce quelli delle moto, sulle quali arrampicarsi per correre su piste immaginarie imitando il rombo del motore con la bocca. Su un settimanale sportivo del 1927 lo scrittore pesarese Dino Garrone, a sottolineare l’inclinazione precoce del più giovane dei Benelli, immaginò la nascita di Tonino non sotto un cavolo, ma ritrovato direttamente dal fratello Giovanni “in garage, tra le ruote, con un pianto sommesso che pareva venir fuori dal motore di una moto”. Diversi gli incidenti giovanili, innocui, come la raccolta delle multe a causa delle scorribande o delle sfide con gli amici. Non era raro vederlo esibirsi in equilibrismi, sia con la moto che con il sidecar dove il malcapitato passeggero si trovava sospeso a mezz’aria a folle andatura se non addirittura nel vuoto all’estremo margine della banchina del porto, al di là delle bitte.

Ma tutto questo non gli basta, per lui il mondo viaggia a ritmo ridotto e lui sente la velocità scorrergli nelle vene. Vuole sfide vere, non quelle con gli amici per le strade di Pesaro,vuole essere sconvolto dal frastuono del motore, opporsi al vento andandogli incontro e sentire i brividi corrergli giù per la schiena. I fratelli maggiori all'inizio si rifiutano di farlo correre ma, alle sue minacce di correre con una moto con un cognome diverso dal loro, devono accontentarlo. Così una domenica di maggio de 1924, un Benelli scende in pista su una Benelli.
Diventa presto un grande pilota amato e rispettato, contribuisce allo sviluppo della fabbrica di famiglia, dal punto di vista commerciale e di immagine e come collaudatore è l’artefice di importanti migliorie al motore e alla resistenza meccanica delle moto prodotte, mettendo a punto eccezionali prototipi per le corse in un epoca in cui arrivare al traguardo era già una vittoria del marchio. A quei tempi infatti si gareggiava in circuiti misti dove non bastava aprire la manetta del gas e tirare il collo al motore fino all’estremo, ma ci voleva soprattutto cervello, perizia e una dose di coraggio fuori dal comune.

ALTRE CELEBRAZIONI

Quest'anno Benelli compie 110 anni, chissà se la signora Teresa Boni Benelli se lo sarebbe immaginato ma in cuor suo pensiamo fosse quello che si augurava. Non ha solo assicurato un futuro ai figli ma anche vinto trofei, portato il nome Benelli nella hall of fame del motociclismo mondiale e vinto competizioni internazionali. Benelli celebra i suoi 110 anni con la TRK 502 al primo posto della classifica di vendita in Italia, dimostrazione delle capacità dell'azienda marchigiana, che è riuscita a passare periodi difficili. Nell'anno del 110° anniversario di Benelli, non mancano le celebrazioni della casa di Pesaro che anche sotto la proprietà cinese, resta un nome storico del motociclismo internazionale. Oltre al nuovo logo creato appositamente, il culmine dei festeggiamenti verrà raggiunto in occasione della Benelli Week, dal 13 al 19 settembre, quando Pesaro ospiterà gli appassionati del marchio del Leoncino provenienti da tutto il mondo. Non è escluso che il docufilm “Benelli su Benelli” venga proiettato anche in occasione di questa importante manifestazione.

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