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MotoGP, Marquez: "Ho corso con il fantasma della caduta del 2019 in testa"

"Oggi mi sono sentito il Marc Old Style ad Austin. E' stato il mio miglior weekend e sento che passo dopo passo sto tornando quello di prima, ma la strada è lunga. Ora non sarei in condizione di lottare per un mondiale"

MotoGP: Marquez:

Lo sceriffo è davvero tornato in città, perché Marc Marquez oggi ha confermato di essere il vero padrone di Austin, conquistando il secondo successo in questa stagione dopo quello altrettanto perentorio del Sachsenring. Lo spagnolo ha davvero portato avanti una gara perfetta, scattando perfettamente e poi scavando giro dopo giro un solco così profondo da diventare incolmabile già a metà gara. Da quel momento in poi, Marc si è goduto una vera passerella fino alla bandiera a scacchi. 

Questo risultato non cancella del tutto i dubbi sulle condizioni fisiche di Marc, che è riuscito a vincere solo su due piste sinistrorse e su cui in passato ha sempre dominato. Manca la vera cartina di tornasole sul suo ritorno al top e questa potrebbe forse essere rappresentata da una gara da vero protagonista a Misano, quando il mondiale tornerà in pista tra tre settimane per la terzultima tappa del campionato 2021. 

"Un po’ mi sono sentito il Marquez old style - ha dichiarato Marc - è stata una grande domenica oggi. Al Sachsenring onestamente l’ho vissuta più come un regalo. Ad Aragon avevo faticato dal venerdì, ma dopo Misano mi sono detto che ad Austin sarei dovuto venire per spingere al massimo. Mi sono subito sentito bello cattivo venerdì in pista, ma ho capito che avrei dovuto gestire sabato, magari guidando poco. Ho fatto così, e sono arrivato al warm up molto bene, mi sentivo a mio agio ed in gara ho potuto fare tutto quello che volevo". 

La tua strategia di gara è stata perfetta. 
"Sono partito davvero benissimo e nei primi giri sono stato tranquillo per gestire le forze, poi ho spinto e creato il gap. Non mi aspettavo di poter avere tanto vantaggio su Quartararo, ma mi ha fatto piacere costruirlo perché so che in un corpo a corpo non sono ancora a posto. Si parla tanto di una quarta operazione, ma per adesso non devo farla, altrimenti avrei un’altra faccia. Dopo tre operazioni cambia un po’ la meccanica del corpo. Io prima di Misano ho fatto un controllo, e l’osso ancora non è completamente saldato. Non sembra che ci sia infezione, il dottore mi tiene tranquillo dicendo che prima o poi starò bene". 

Quindi non ti senti affatto guarito al 100%.
"Ancora non sto bene, lo so. Nel T1 di questa pista in passato ero fortissimo, mentre quest’anno ho faticato nei cambi di direzione, non potevo farli come volevo. Oggi ho fatto fatica, ma anche gli altri ne hanno fatta tanto perché questo è un circuito fisico. Il problema è che anche su piste come Misano io arrivo stanco come sono oggi, perché in sella devo lavorare con il fisico in modo strano, il doppio in pratica. Gli altri sono più puliti e meno stanchi. Io sto facendo tutto quello che mi chiede il dottore, che insiste per farmi stare molto in sella. Ho vinto due gare in questa stagione, sono salito sul podio ma non sto ancora abbastanza bene per lottare per il campionato l’anno prossimo". 

Ormai questa stagione così strana sta volgendo al termine. 
"Questa stagione per me è una stagione strana e dura. Non ho mai sentito cose del genere nella mia carriera. Il brutto è che a volte cado e non capisco il perché, come pure sono veloce o lento e non ne capisco il motivo. Passo dopo passo, sto iniziando a guidare e gestire meglio le situazioni. Ma sono ancora lontano da quella confidenza speciale che vorrei ritrovare con la moto. Purtroppo sento ancora grande differenza tra braccio destro e sinistro, in staccata non riesco a mettermi in sella come vorrei. Ho delle limitazioni, ma riesco a guidare bene la moto. Giovedì ho chiesto ai meccanici di non chiedermi niente sul braccio". 

Resta valida la legge che ti vede dominare sulle piste che girano a sinistra. 
"Le piste che girano a sinistra sono sempre state le mie preferite, ma adesso con l’infortunio al braccio destro lo sono ancora di più. Il motivo è semplice, quando devo girare a destra soffro molto di più, mentre in quella a sinistra posso guidare in modo naturale. Adesso sto guidando comunque abbastanza bene, anche se cado troppo spesso e non riesco neanche a fare i salvataggi col gomito che facevo prima. Ma ci stiamo lavorando tanto e sento che sto migliorando. So che a Misano sarà dura, ma le ultime due gare invece saranno interessanti per me. Portimao gira tutta a destra, quindi sarà un bel banco di prova". 

Questa resta la tua pista preferita anche con tutte le buche che ci sono?
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A me questa pista mi piace moltissimo, ma la sicurezza deve venire prima di tutto. Qui dalla curva due alla dieci si deve fare qualcosa. Se per caso dovesse peggiorare diventerebbe davvero troppo. Venerdì tutti erano in difficoltà, mentre dopo aver lavorato sulla moto oggi mi sembra che le cose stessero andando meglio un po’ per tutti. Alla fine ci sono le buche e devi decidere tu quanto rischiare. Se vai forte rischi di più". 

A che punto è la Honda invece?
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La nostra moto deve migliorare la gestione del posteriore. Spesso non riesco a sfruttare il grip delle gomme nuove e per questo riesco sempre ad avere un passo costante in gara, ma secondo me non è questo il modo per essere vincenti. Io preferisco avere tanto grip e poi gestirlo durante la gara. La moto non lavora male, su alcune piste abbiamo qualche problemino, ma sta migliorando. Non guido ancora in modo naturale, quando lo farò riuscirò ad essere veloce". 

Durante la gara ti è tornata in mente la tua caduta del 2019?
"Ci ho pensato molte volte alla mia caduta del 2019. Qualche volta mentre staccavo forte pensavo a quella caduta e questo mi ha aiutato a stare tranquillo. Ci ho pensato spessissimo ed in alcuni punti della pista mi sentivo tranquillo solo non dando il massimo lì. In pratica ho corso con il fantasma della caduta 2019 con me tutta la gara". 

Prima di entrare in conferenza ti abbiamo visto al telefono. Chi hai chiamato?
"Prima ho chiamato Puig, lui è una persona molto importante per il nostro team, è quello che spinge tutti al limite, dai tecnici ai meccanici agli ingegneri. Lo fa per farci essere sempre migliori ogni stagione. Non è potuto venire qui, quindi ci siamo sentiti al telefono subito dopo la gara". 

Oggi abbiamo assistito ad un brutto incidente in Moto3. 
"Oggi in Moto3 è stato un momento spaventoso. Mentre vedevamo la TV tutti nel box erano in silenzio. Non si sa mai ed è stata una stagione dura per il motociclismo. Ma quello che è successo oggi è stato causato dal singolo movimento di un singolo pilota. Penso che la penalità di due gare sia pesante, ma anche giusta per mostrare agli altri la punizione. Non puoi fare manovre come quella, sono pericolose e possono causare brutte categoria. Per me è un bene intervenire molto duramente nelle categorie di piccola cilindrata, per fermare subito certi atteggiamenti". 

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