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SBK, Razgatlioglu: "Io e Verstappen aggressivi? Qualcuno lo pensa ma sbaglia"

"Io e Max abbiamo stili di guida simili anche se io quest'anno non ho avuto incidenti con altri piloti. Proverò la MotoGP nel 2022 e spero di debuttare nel motomondiale nel 2023"

SBK: Razgatlioglu:

DESENZANO DEL GARDA - Alla festa organizzata da Yamaha per celebrare l’anno perfetto della Casa di Iwata nel campionato SBK l’ospite d’onore è stato sicuramente Toprak Razgatlioglu, il pilota che è riuscito a strappare lo scettro di campione del mondo dalle mani di Jonathan Rea dopo 6 anni di dominio e che ha portato la Casa di Iwata al successo nelle derivate di serie 12 anni dopo l’ultima volta. Nel 2009 era stato l’americano Ben Spies a vincere in sella alla R1, ora la palla è passata nelle mani del turco che potrebbe fare un percorso simile rispetto a quello di Spies, arrivato in MotoGP dalla SBK.

“Proverò la M1 in occasione di un paio di test privati nel 2022 – ha detto Toprak sul palco del teatro Alberti, cornice della serata – In queste giornate sarò con Cal Crutchlow e spero di debuttare in MotoGP già nel 2023 anche se ora tutta la mia concentrazione è sulla Superbike e sulla prossima stagione”. 

La voglia, dunque, c’è. E non potrebbe essere altrimenti visto che Toprak è un talentuosissimo venticinquenne, nel pieno della sua carriera e vede una MotoGP ed un motorsport d’alto livello sempre più aperto ai giovani come dimostra la vittoria di Max Verstappen (un anno più piccolo di Razga) nel mondiale di Formula 1. Tra i due piloti, oltre allo sponsor Red Bull, ci sono delle interessanti analogie: giovani, pieni di talento puro, duri, spettacolari in pista come pochi altri e portabandiera di quella filosofia di “hard e late braker” (che poi in italiano si traduce “staccatori da paura”) che tanto va tra i giovani, ed oltre a tutto questo entrambi, con la vittoria del loro primo titolo mondiale, hanno messo la parola fine ad un dominio, quello di Hamilton nelle quattro ruote e quello di Rea nelle due. 

“Si, il nostro stile di guida è simile – ha detto il pilota Yamaha – ma io quest’anno non ho avuto incidenti con altri piloti. Siamo entrambi aggressivi, o meglio, qualcuno pensa che lo siamo, secondo me no. Io provo sempre a frenare tardissimo e spalancare il gas il prima possibile, non penso di essere un pericolo in pista”. 

La vittoria di un campionato del mondo importante come quello della Superbike è uno spartiacque importante per ogni pilota, un momento in cui ci si ferma a riflettere forse più del solito, pensando a cosa si è fatto e a quello che è stato voltando lo sguardo all’indietro anche solo per qualche istante, per assaporare ancor di più il gusto della vittoria. 

“Quest’anno ho vinto il mondiale per mio padre che non c’è più, questa vittoria è per lui, è sua e gliela dedico. Magari il prossimo anno vincerò per me stesso”. 

La stagione è stata piena di battaglie, colpi di scena sorpassi e contro sorpassi sia in classifica che in pista. Qual è stato il momento più bello?

“Il 2021 è stato un bell’anno per via della battaglia con Rea, lui è una leggenda in SBK e non dev’essere stato facile nemmeno per lui. Se dovessi scegliere un sorpasso, però, direi quello su Redding nella gara di Most”. 

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