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MotoGP, Marquez: "Sono veloce, ma la vista sarà sempre il mio tallone d'Achille"

"Sono caduto due volte, oggi: la seconda senza capire il perché. La velocità c'è, ma non so perché sono veloce. ho perso un po' di confidenza e la sensazione del limite.  Il problema alla vista? E' la prima cosa che ho chiesto ai medici: può ripresentarsi, ora o fra due anni"

MotoGP: Marquez:

Seduto su un bidone, speriamo vuoto, di benzina Marc Marquez è quello di sempre. Gli occhi saettanti mentre risponde alle domande. Sembra pieno di energie, nonostante abbia sulle spalle - e che spalle - ben 62 giri. Percorsi, bisogna ricordarlo con 35°, l'80% forse di umidità e l'asfalto a quota 70.

Il solito Marc, insomma, che quando gli dicono che deve abbandonare l'asettica telecamera della Dorna che gli porge le domande alle quali rispondere in spagnolo, inglese e catalano per gettarsi nella melee dei giornalisti si alza di scatto per sedersi con noi ad un tavolo a pochi metri di distanza. Sta calando l'oscurità sul circuito di Sepang e Marc è assolutamente, indiscutibilmente, completamente a suo agio. Un pugile a cui i secondi hanno appena tolto l'accapatoio per permettergli di tornare al suo posto abituale: il centro del ring.

“Quando sali nuovamente su una MotoGP senti l’adrenalina. Ho provato la nuova moto. Ne avevo tre nel box. È stato difficile, perché è molto diversa,  ma la considero una buona giornata", sono state le sue prime parole.

Hai fatto l'8°, con due cadute. Due scivolate diciamo. Ce le spieghi?

“La moto si comporta diversamente, dal mio punto di vista è molto diversa da quella alla quale ero abituato e dopo aver guidato per tanto tempo la vecchia, non posso dire di aver trovato, con la 2022, la direzione da prendere. Con la nuova è più facile fare il tempo, ma ciò ha creato come sempre un nuovo problema. La sensazione di contatto, la confidenza, con la gomma anteriore è diversa. Per esempio oggi: un errore è stato mio, ma quanto al secondo, non ho capito cosa sia successo. Certamente tanto tempo lontano dalla moto mi ha creato una difficoltà in più: i tempi arrivano, ma non so perché!”.

Lo dice con assoluta tranquillità, Marc. Non è una scusa e nemmeno sembra considerarlo un problema grave. E' solo che è così e te lo riporta come se ti chiedesse, il caffè lo vuoi con lo zucchero o senza?

“Oggi con la moto ho provato due assetti - prova ad entrare più nel dettaglio - Con il primo il problema della instabilità della gomma posteriore rimane, con il secondo no. Al momento però con la RC213V 2022 devo sacrificare il mio punto di forza, che è l’entrata in curva. Se forzo, cado. Certo in questo momento non siamo ancora a posto. Abbiamo più potenziale, ma non so ancora come usare questo potenziale. E’ vero che a Sepang comunque la moto funziona bene. Oggi in ogni caso non abbiamo fatto un long run. Non ho lavorato tanto con gli assetti. Non posso dire: si guida più con il posteriore o si guida più con l’anteriore, perché è possibile cambiare il comportamento della moto semplicemente modificando gli assetti.  E’ troppo presto per espreimere un giudizio”.

Forse anche perché non sei ancora completamente al 100%, fisicamente, Azzardiamo. La risposta arriva come un pallone colpito al volo.

“A proposito del mio stato di salute: questo inverno la preoccupazione sono stati gli occhi, la diplopia, ma senza perdere di vista il braccio. Mi sento meglio, fisicamente, ma non si può replicare in palestra l'utilizzo dei muscoli che adoperi quando guidi la moto. Il target di quest’anno è semplicemente di cercare di non infiammare la spalla, perché quando accade il dolore aumenta e perdo la forza”.

Come arrivi a questi test, e soprattutto come pensi di stare alla prima gara, in Qatar?

“Non avendo guidato una MotoGP così a lungo, e soprattutto non avendo praticamente quasi guidato del tutto è nato un problema...anche perché è vero che la scorsa settimana ho provato dapprima con la moto da cross e poi per due volte con due moto stradali, ma non è la stessa cosa. Comunque: la velocità non la ho persa, ma ho perso i riferimenti e la confidenza sui limite, sulle traiettorie. Cose che riprenderò solo girando in pista. Per questo oggi ho detto alla mia squadra: lasciatemi guidare, devo accumulare giri. Non proviamo troppe cose. Poi domani se riprenderò confidenza, allora faremo altri test”.

Guidi sereno o in un angolo della tua mente c'è l'incubo che una eventuale scivolata possa riprorre il tuo problema alla vista?

“Questa è stata la prima domanda che ho fatto ai miei dottori. Se dovessi cadere al GP della Malesia, o in un altra gara, per esempio, potrei avere lo stesso problema. La possibilità si ripresenti c'è. Da oggi a due anni. Se cadessi domani o fra due anni, potrebbe risuccedere. Il nervo è lì - dice indicandosi la parte destra della testa, appena vicino alla tempia - ed è debole. Mi hanno spiegato qual'è, da cosa deriva? No. Evidentemente ho ossa forti perché in tutti questi anni, con tutte le cadute che ho fatto, mi sono rotto solo l’omero (ride), ma sembra che questo nervo, io non so perché, sia il mio punto debole. E’ il mio tallone d’Achille”.

 

 

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