MotoGP, Aprilia: basta considerarla un outsider, probabilmente è la moto migliore

Dalle prime gare del 2022 è apparso chiaro quanto sia cresciuta la RS-GP nelle mani di Aleix Espargarò, ma adesso che anche Vinales l'ha portata sul podio si deve cambiare mentalità riguardo la Casa di Noale

Scritto da Marco Caregnato - Lun, 27/06/2022 - 11:45

Nessuno ad inizio 2022 si immaginava di arrivare alla pausa estiva con Aleix Espargarò a poco più di venti punti dal leader di classifica e con vittorie e podi al proprio attivo. Alzi poi la mano chi avrebbe scommesso su Maverick Vinales in grado di salire sul podio entro la tappa di Assen. Ma la realtà è proprio questa e serve una riflessione su quale sia la percezione che si ha oggi della moto di Noale nel paddock. 

Nelle prime tappe del mondiale, si indicava soprattutto nella crescita di Aleix Espargarò e nella sua impareggiabile confidenza con la moto italiana il motivo di una competitività così inattesa. Il classico binomio perfetto, fondato su una conoscenza reciproca talmente profonda da risultare una spina nel fianco per la concorrenza. Una situazione simile per certi versi a quella vissuta in Ducati all'epoca di Stoner, quando l'australiano era l'unico in grado di far volare una Desmosedici che nelle mani di altri piloti annaspava. 

Anche nel 2007 Ducati veniva vista come una outsider, figlia di un cambio regolamentare che aveva permesso a Filippo Preziosi, all'epoca a capo del progetto, di osare in un modo impossibile da replicare per i giapponesi. C'erano addirittura dubbi sulla presenza di serbatoi nascosti sulla moto per aggirare il limite massimo di benzina utilizzabile in gara. Ma la realtà era semplicemente che Casey era l'uomo giusto, al posto giusto e nel momento giusto. 

Fino a qualche settimana fa, l'opinione abbastanza diffusa nel paddock, era che anche Aleix stesse vivendo uno scenario analogo in sella alla RS-GP, la moto che ha costruito a sua immagine e somiglianza in queste stagioni. Una situazione che da un certo punto di vista ha portato quasi a sottovalutare il lavoro svolto a Noale, indicando lo stato di forma dello spagnolo come principale ragione del successo di questa coppia italo-spagnola. Ma da qualche settimana le cose sono cambiate, perché anche Maverick Vinales ha iniziato ad andare fortissimo ed il podio di Assen deve segnare un punto di svolta. 

Si deve insomma smettere di considerare l'Aprilia come un outsider, perché semplicemente non lo è più. Non ci si dovrà sorprendere quando lotterà in qualifica per la pole e sarà lecito restare delusi se dovesse arrivare una gara in cui Aleix o Maverick non fossero in grado di salire sul podio. Massimo Rivola continuerà a sbandierare il suo cauto ottimismo, la ferma volontà di restare con i piedi per terra. Una strategia comprensibile, ma anche un modo per cercare di nascondere carte che ormai sono girate sul tavolo. 

Ieri Jack Miller ha tentato di passare Maverick Vinales per riprendersi il 3° posto, prima di essere poi passato in tromba da un grandissimo Aleix all'ultima staccata. Per un attimo abbiamo assistito ad un confronto di muscoli tra il V4 di Borgo Panigale e quello di Noale. Opinione comune è che il motore bolognese sia di gran lunga il più potente del lotto, ma ieri non ci è assolutamente sembrato di vedere questa superiorità emiliana, anzi. La RS-GP ha risposto agli assalti della GP22 con invidiabile fermezza, non ha concesso spazio di manovra ed ha costretto di fatto Jack a forzare troppo una staccata perdendo il treno del podio. 

Non si tratta ovviamente di potenza pura, ma anche di tanti altri fattori come la capacità di mettere poi quella potenza a terra, tra device, aerodinamica, elettronica ed una ciclistica equilibrata. Ecco, in questo momento la RS-GP sembra essere la moto più equilibrata del lotto, i due piloti vanno forte in tutte le sessioni di libere, ieri probabilmente Espargarò avrebbe portato a casa la seconda vittoria di stagione senza lo svarione di Quartararo ed anche il clima di totale complicità che si respira nel box suggerisce che la leadership di campionato di Quartararo non sia affatto al sicuro.

Maverick ieri ha confermato che se dovesse servire, sarebbe pronto ad aiutare Aleix nella lotta iridata e Silverstone, prossima tappa del mondiale, è il tracciato su cui entrambi vanno fortissimo. Vinales ha vinto qui la sua prima gara con la Suzuki in MotoGP, Aleix ha conquistato l'anno scorso il primo podio Aprilia in epoca moderna della top class. Gli ingredienti ci sembrano insomma quelli giusti per vedere il vantaggio di Fabio in classifica erodersi ulteriormente, considerando anche che il francese sarà costretto in gara a scontare un long lap penalty, punizione che onestamente riteniamo ingiusta, ma che in ogni caso il pilota Yamaha dovrà affrontare. Dopo arriveranno anche Aragon e Phillip Island, tracciati su cui Aleix è da sempre un osso durissimo per tutti e su cui la RS-GP 2022 potrebbe dare filo da torcere a chiunque. 

L'equazione Aprilia si farà poi ancora più interessante nel 2023, quando ci saranno altre due moto in griglia affidate a piloti di grande talento. Ci saranno infatti Miguel Oliveira e (probabilmente) Raul Fernandez in sella alle RS-GP di RNF, ed entrambi hanno moltissimo da dire e da dare. Il portoghese ha già dimostrato di essere un vincente e nelle condizioni giuste addirittura di poter dominare. Lo spagnolo è invece stato protagonista di una stagione di debutto in MotoGP molto deludente, che però non deve far dimenticare il suo talento cristallino, espresso in Moto2 nel 2021. La sua avventura in KTM è iniziata male e sta proseguendo peggio, ma ripartire da Aprilia potrebbe consentirgli di esplodere per quello che tutti immaginano sia, ovvero uno dei migliori piloti dell'attuale panorama. 

Questo panegirico di parole serve per affermare un concetto semplice: cara Aprilia, non sei più una outsider, ma un riferimento.