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MotoGP, Marquez: "Sono un piccolo bastardo a cui piace giocare con il limite"

"Prima vincevo sempre, sembravo un supereroe ma sono umano ed è venuto il momento di soffrire. Il mio braccio? Va meglio, ma devo ancora scoprire quale sarà il suo massimo"

MotoGP: Marquez:

Per Marc Marquez questo inverno sarà fondamentale. Avrà il tempo per continuare il recupero al braccio destro e scoprire quali sono effettivamente le sue condizioni. Poi scenderà in pista e avanti al cronometro vedrà se sarà tornato il campione che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni.

Ogni anno pensi sia quello giusto - ha spiegato davanti alle telecamere di motogp.com - Il fatto è che non so quale sia il 100% del mio braccio destro, sicuramente non sarà come il sinistro, è stato operato 4 volte e non è normale. Quest’inverno dovrò capire quale è il suo massimo”.

Per adesso, tutto sta procedendo per il meglio.

Sto iniziando ad avere una vita normale, ho ricominciato a giocare a padel e fare motocross, ma so che devo ancora aspettare, ho dei limiti - ha continuato Marc - Ogni settimana mi sento meglio ed è importante, arriverà un giorno in cui questa progressione finirà e allora capirò qual è il limite del mio braccio”.

Del resto, a partire da quella caduta al GP di Jerez nel 2020 è iniziato un calvario che non è ancora finito, anche se Marquez può iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel. Per raccontare la sua rinascita, ha accettato anche di essere il protagonista di un documentario, intitolato ‘All In' che sarà disponibile a febbraio su Prime Video.

Abbiamo iniziato il documentario a marzo con l’obiettivo di raccontare il mio ritorno al top, ma poi durante l’anno sono successe tante cose, la diplopia, un'altra operazione - ha detto il campione spagnolo - Mi hanno seguito ovunque, mi sono svegliato dall’operazione e avevo le telecamere al mio fianco, la gente potrà vedere un’altra parte della mia vita. Prima i documentari su di me sembravano dedicati a un supereroe, vincevo sempre, ma io sono umano e non si può vincere sempre, ora è il momento di soffrire.

Forse quella serie risponderà alla domanda: chi è veramente Marquez?

Le persone mi descrivono in molti modi, io lo faccio con una parola: ‘putilla’ - ha sorriso - In spagnolo significa piccolo bastardo, una persona che cerca sempre di trovare il limite e giocarci. Sono così: mi piace giocare con il limite. Nel documentario a volte mi si vede piangere, non sono sempre felice, è un’altra parte di me. Di solito non apro le porte di casa mia, ma questa volta l’ho fatto”.

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