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MotoGP, Michele Pirro: "Fino a 5 anni fa odiavo Gigi Dall'Igna"

"Io volevo correre, ma lui mi disse che non avrebbe trovato un altro collaudatore come me. La prima Ducati che provai fu quella del 2012 e capii subito perché Valentino aveva fallito"

MotoGP: Michele Pirro:

Da più di 10 anni Michele Pirro prova e sviluppa tutte le MotoGP che escono da Borgo Panigale. Arrivò a Borgo Panigale nel momento più buio e ha vissuto tutto il percorso che ha portato la Rossa a vincere il titolo con Pecco Bagnaia. Per la festa a Bologna era fra gli ospiti di onore e la serata poteva anche essere intitolata campioni al cubo, contando che il pugliese ha vinto il titolo nel CIV.

Gli altri titoli sono un po’ più importanti del mio e li aspettavamo da tanto tempo - sorride Michele - Rispetto a qualche anno fa, sono arrivato qui con una camminata molto più leggera! È stata una stagione, particolare, di tensione, ma bello e sono contento. Io ho iniziato a lavorare con Ducati in un momento difficile”.

Qual è stata la prima Desmosedici che hai provato?
Quella del 2012, quella dell’era Valentino. Arrivare a fare diventare la Ducati, insieme a tutti i ragazzi, la miglior moto, quella più ambita, è una grande soddisfazione”.

Se la Desmosedici per Dall’Igna è una figlia, per te è una nipote?
Nei giorni scorsi, ripensando a tutto il percorso, ho avuto un flash del debutto in pista della prima moto di Gigi, nel 2015. Eravamo a Latina, in una pista ovale, e mi ricordo la sua faccia dopo i primi giri: mi divertivo e non volevo più smettere. Lui mi ha fermato, ‘dobbiamo portarla in Malesia’ mi diceva. Ho tanti ricordi, soprattutto ci voleva un anno così”.

Con Dall’Igna hai un rapporto stretto, ma le cose tra voi non erano iniziate bene.
Fino a 5 anni fa, odiavo Gigi (ride). Io avrei dovuto fare il collaudatore per un anno, volevo correre e lui diceva che lo avrei fatto quando la moto sarebbe stata competitiva. Quando arrivò Stoner come collaudatore, pensavo di essere libero, ma Casey è durato poco in quel ruolo e quell’episodio ha segnato la mia carriera (ride). Poi Gigi mi disse: un pilota lo posso trovare, ma un collaudatore che fa quello che fai tu no. Ho metabolizzato questa cosa, anche se rimane sempre il pensiero di quello che avrei potuto fare. Gigi aveva in testa un obiettivo e si è circondato delle migliori persone per raggiungerlo.

Hai raccolto comunque delle belle soddisfazioni.
Quando sei giovane è difficile da accettare. Non penso di essere da meno di tanti altri piloti, quindi un po’ dispiace. Mi rimarrà sempre il dubbio su quale sarebbe stato il mio livello avessi corso qualche stagione completa in MotoGP. Comunque ora faccio parte di una squadra importante e alla fine sono arrivato in Ducati prima di Dall’Igna (ride)”.

Quanto era diversa la Desmosedici del 2012 da quella che ha vinto quest’anno con Bagnaia?
Quando l’ho provata, ho capito perché Valentino ha fallito nell’obiettivo di essere competitivo con la Ducati: era una moto con cui entravi in curva e non sapevi se ci saresti uscito. La gomma davanti non ti trasmetteva fiducia e dei piloti normali, nel senso di quelli che guidano con l’anteriore come Rossi o Lorenzo, facevano fatica, mentre Stoner guidava con il posteriore arrivando dal dirt track. Valentino non è riuscito a fare la differenza perché dovevi andare oltre al tuo istinto, ma quando esageravi cadevi: così facevi mezzo passo in avanti e due indietro. Quando a un pilota manca fiducia, è finita, fa fatica.

In 10 anni cosa avete fatto?
Non è facile misurare le sensazioni del pilota, non le vedi sui dati, è stato un lavoro di squadra per migliorare. Valentino era arrivato nel momento peggiore, ma Pecco, un altro pilota italiano, è riuscito poi nell’impresa”.

Cosa ci puoi dire della Desmosedici 2023?
Non ci sono stravolgimenti, ma piccoli miglioramenti in tutte le aree che dovrebbero darci un vantaggio. Poi è chiaro che le sensazioni del pilota faranno la differenza. Ci sarà da lottare, perché la Honda non starà a guardare. Come dico sempre, il miglioramento più grande lo fai in base a quello che fanno gli avversari, noi non peggioreremo di sicuro. Avremmo gli occhi di tutti addosso e abbiamo visto che ci piace vincere, quindi non bisognerà mollare perché la concorrenza è agguerrita. È una motivazione in più, inoltre arriveranno Bastianini nel team ufficiale e Alex Marquez in Ducati, ne avremo da parlare”.

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