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MotoGP, Cazeaux, dalla Suzuki all'Aprilia: "a Noale sanno come si fanno le corse"

Il capotecnico di Maverick: "Ero curioso di scoprire quanto fosse cambiato, sono sicuro che possa essere un protagonista di questo mondiale. Anche la MotoGP è cambiata: prima il pilota faceva l’80%, oggi fa il 60%"      

MotoGP: Cazeaux, dalla Suzuki all'Aprilia:

Aprilia ha fatto di tutto per mettere Maverick Vinales nelle migliori condizioni possibili. L'ha fatto perché consapevole dell'enorme potenziale del pilota spagnolo e dopo aver lavorato assieme a lui sulla moto per tentare di avvicinare le sue caratteristiche a quelle del pilota, il passaggio successivo è stato quello di crare un gruppo di lavoro attorno a Maverick che lo facesse sentire completamente a proprio agio. 

Uno degli uomini chiave della sua carriera è Manuel Cazeaux, il capotecnico che l'ha accompagnato nei suoi primi passi in MotoGP con la Suzuki e con cui Maverick aveva costruito una intesa perfetta. Quando si è diffusa la. notizia del ritiro di Suzuki, il Top Gun ha subito chiesto di poter avere al proprio fianco di nuovo Cazeaux e la Casa veneta ha deciso di accontentarlo. Una scelta giusta, perché Vinales nelle prime tre tappe di questa stagione ha dimostrato di avere in mano un'Aprilia vincente e probabilmente solo una abbondante dose di sfortuna gli ha negato risultati di spessore ancora maggiore, che però arriveranno presto. 

Abbiamo intervistato Cazeaux ad Austin, parlando con lui del cambiamento di Vinales in questi anni ed anche delle differenze tra Suzuki e Aprilia, facendo assieme a Manu anche un'analisi su quanto sia cambiata la MotoGP dal 2007, primo anno del suo impegno in questo paddock, ad oggi. 

Riusciamo a far scattare bene Vinales dalla griglia?
"Non è semplice per Maverick. Stiamo cercando di capire quale sia la migliore configurazione possibile per consentirgli di scattare bene. Si vede che adesso la sua intesa con la frizione non è al 100%. Solo che questo è uno degli ingredienti per fare una buona gara. L’altro è la velocità, e quella ce l’ha". 

Che Vinales hai ritrovato?
"Ero curioso di capire che Vinales avrei ritrovato. Ho trovato un pilota maturo, molto motivato e che ha imparato dagli errori del passato. La cosa buona è che ha la stessa velocità, lui è davvero velocissimo e da sempre il 100%. Credo che sarà uno degli attori protagonisti di questo campionato. Fino ad ora, alcune delle cose che non possiamo controllare si sono girate contro di noi. In qualifica ad Austin prima della curva 15 stava facendo un giro da prima fila, purtroppo ha beccato una bandiera gialla ed ha perso quel giro. Spesso per un motivo o per un altro non riesce a mostrare tutto il suo vero potenziale. L’unica gara in cui le cose gli sono andate in modo normale è stata a Portimao domenica, perché poi in tutte le altre è stato coinvolto in contatti con altri piloti. In ogni caso, ho trovato davvero un Maverick maturo e veloce e con tanta voglia di fare bene".

E invece come è stato il passaggio da Suzuki ad Aprilia per te?
"Ero altrettanto curioso di scoprire l’Aprilia da dentro. Perché spesso l’idea che uno può farsi dall’esterno è sbagliata. Magari pensi che la moto sia veloce in un’area piuttosto che in un’altra, invece scopri che è tutto diverso. Volevo capirlo, ed ho trovato un’azienda che sa fare le corse. Questa è stata una bella conferma, non ho mai pensato il contrario".

C'è tanto know how nel racing a Noale.
"Ci sono persone con tanta esperienza, che sanno fare moto da corsa. C’è una bellissima struttura dedicata alla costruzione di queste moto. Rispetto alla mia esperienza recente è un po’ diverso il metodo di lavoro. Non lo definirei meglio o peggio, c’è molta attenzione su certe aree della moto che altrove non curano così. Le cose funzionano, questo è l’importante". 

Ti sei in questo paddock da tanti anni. Secondo te è vero che adesso la moto conta più del pilota, un po' come avviene in F1?
"Questa è una domanda interessante. Non conosco benissimo la situazione in F1, ma se parli con colleghi che sono passati nell’altro paddock o che da lì sono venuti qui, senti che il pilota lì fa meno la differenza rispetto a quello che ancora oggi fa in MotoGP. Però secondo la mia esperienza in questi anni, devo dire che il peso della moto è diventato sempre più importante, oggi è superiore senza dubbio".

Tradotto in numeri?
"Se devo dire un numero, prima il pilota faceva l’80%, oggi direi che fa il 60%. E’ diventato molto più importante il 40% che fa la moto ed è così dal 2010, 2011 più o meno".

Ci saranno stati cambiamenti anche nel tuo lavoro da quell'epoca. 
"L’altra cosa che è cambiata tanto negli anni è il lavoro del team. Io lo dico sempre, quando ho iniziato nel 2007 per scegliere le pressioni delle gomme le decidevi con un manometro, le segnavi su un foglio di carta e ad occhio decidevi la pressione per partire in gara. Come si fa quando vai a fare un track day. Oggi hai tantissimi sensori per la gomma anteriore e per la posteriore, hai bisogno di tante analisi da parte degli ingegneri per essere al massimo della efficienza. Questo esempio che ti ho fatto con le gomme, puoi allargarlo a tutto il resto della moto. Il lavoro è diventato molto più complicato, passiamo più ore in pista e forse anche questo è il motivo per cui una buona moto ed un buon team hanno un peso maggiore che in passato. Ma per me il pilota resta ancora la cosa più importante". 

Definisci Aprilia in poche parole. 
"Aprilia è una grande azienda che sa come affrontare le corse". 

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