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MotoGP, Petrucci: “non si può rifiutare di guidare la Ducati campione del mondo”

“Non mi sarei mai aspettato di tornare a vestire di Rosso. Credevo che la Thailandia fosse la mia ultima gara in MotoGP e oggi penso lo stesso. Ho accettato da tempo che non c’è più fisicamente spazio per me sulle moto. Forse ho più margine alla Dakar”  

MotoGP: Petrucci: “non si può rifiutare di guidare la Ducati campione del mondo”

Sembra di essere tornati indietro nel tempo in questo giovedì pomeriggio a Le Mans, con Danilo Petrucci pronto a salire sulla Desmosedici GP ufficiale per disputare il GP di Francia. Proprio l’ultima gara vinta dal ternano in MotoGP con la Ducati, nel 2020. Tanto invece è cambiato in questi ultimi tre anni, a cominciare dalle consapevolezze di Danilo, che non nasconde l’emozione per essere tornato un’altra volta a vestire di Rosso

È un’altra di quelle cose che non mi aspettavo nella mia vita, ma ne ho fatte tante nell’ultimo anno e sono davvero felice e orgoglioso di essere tornato qui. Ho dei bei ricordi, perché l’ultima volta che sono stato a Le Mans con la Ducati ho vinto la gara e non posso che essere contento e grato alla Ducati - ha chiosato Petrux - È una missione abbastanza impossibile, perché è piuttosto difficile buttarsi in un fine settimana di gara senza test né niente. Però penso che sarà un po’ più semplice rispetto allo scorso ottobre in Thailandia, perché in quell’occasione era tutto nuovo a parte il tracciato, mentre adesso conosco tutta la squadra, abbiamo già avuto un briefing, disponiamo di un set-up e conosco la moto, che è anche migliorata rispetto a tre anni fa. Credo che i piloti della SBK stiano disputando i test a Misano in questo momento, ma non puoi dire di no quando ti offrono di guidare la moto che ha vinto il Mondiale lo scorso anno. Quindi, eccomi qui”.

Quando è arrivata la proposta?
“Venerdì, durante il weekend di gara. Pirro voleva correre nel campionato italiano, quindi io credo di essere l’unico che avesse già guidato questa moto. È pazzesco, perché sto sostituendo Bastianini, che ha vinto nel 2022, mentre io ho vinto nel 2020. È come se fosse un segno, ma spero che Enea rientrerà più forte al Mugello”.

Hai visto Pedrosa a Jerez? Credi di poter fare quel che ha fatto lui?
“Sì. Lo vorrei (ha riso ndr.), ma Dani è Dani e penso che abbia macinato tantissimi chilometri a Jerez con questa moto. In più, credo che nessuno abbia nulla da insegnare a Dani a Jerez. È come se si trovasse nel cortile di casa. Le Mans lo è un po’ per me, perché sono salito sul podio tre volte di fila, ma adesso i piloti della MotoGP sono davvero veloci. Da quel che so, possiamo utilizzare il set-up che avevo qui tre anni fa, anche perché tutti si stanno muovendo in quella direzione. Ho fiducia nel fatto che troverò un’ottima moto, ma l’anno scorso in Thailandia ero veramente felice per aver compiuto due sorpassi e non aver chiuso ultimo. Credo potrebbe essere un obiettivo anche per questo weekend”.

Speri nell’arrivo della pioggia?
“Vorrei prima provare la moto sull’asciutto per capire come è cambiata, poi sì, anche per la mia condizione fisica, spero che piova perché vado meglio sul bagnato. Comunque so già che domenica pomeriggio sarò contento in ogni caso. Sono già felice di essere qui e ogni volta che torno in questo paddock, sono tutti molto carini con me e credo che questa sia la vittoria più grande. È complicato per me attraversare il paddock, perché non so quante mani ho stretto! Questo è il più grande traguardo che ho raggiunto”.

Cosa ti aspetti salendo sulla Ducati?
“Fortunatamente, hanno ancora tutti i dati del 2020, inclusa la posizione di guida, che posso ancora usare. Sarà davvero come avere la mia moto. Non so come sia cambiata la Desmosedici, non me l’hanno detto, ma credo sia migliorata tanto. Siamo pronti per partire, poi avrò bisogno di fare chilometri per capire com’è la moto”.

Pensi che la Sprint Race sarà come la Superpole Race della SBK?
“Non saprei, anche perché odio la Superpole Race. Sono arrivato senza alette nelle prime due gare in Australia e Indonesia, perché tutti mi colpivano da una parte e dall’altra e in ogni fine settimana di gara sono molto nervoso e preoccupato per la Superpole Race, perché fatico con le gomme nuove. A volte vengono usate delle gomme specifiche per la Superpole Race, mentre qui credo che useremo le stesse soft che vengono usate in gara, quindi puoi spingere di più senza però avere del grip extra. Non so davvero cosa aspettarmi, ma mi sono divertito a guardare la MotoGP da fuori”.

Come vivi queste sostituzioni una tantum?
“Quella dell’anno scorso l’avevo vista proprio come un premio, un ‘grazie’ non solo della Ducati, che mi ha permesso di correre con la Suzuki e quest’anno con la MotoGP. Nel 2022 è stata messa in mezzo anche la Dorna ed è stato veramente un regalo che mi è stato fatto e quest’anno penso sia anche un premio per quello che ho fatto e sto facendo in Ducati. Anche se chiaramente vorrei fare di più. Lo vivo più come un ringraziamento che delle apparizioni a spot, anche se c’è il rischio di rovinarsi, perché facendo delle gare così, in fai 18° o 20°, uno dice: ‘ormai viene perché è un vecchio derelitto’. L’anno scorso credevo che quella sarebbe stata la mia ultima gara in MotoGP e quest’anno penso lo stesso. La prendo come un viaggio premio qui in Francia. È difficile fare delle valutazione di quelli che saranno i risultati. Spero ovviamente di far bene, ma credo sarà uno dei miei ultimi weekend su una MotoGP, quindi cercherò solo di godermelo. Voglio vedere la parte bella della cosa”.

Parli come se fossi vecchio…
“Sono vecchio per la MotoGP (ha sorriso ndr.). Più che altro, per la MotoGP sono pesante. Io non penso di non essere più competitivo. Alla Dakar ho scoperto che in moto ci so andare. Poi lì sentivo il camelback di 4kg sulla schiena e tra me e Martin o Bautista ballano 30 kg di differenza, figuriamoci aggiungerne altri 25! Quando avevamo un’altra costruzione della gomma posteriore, tra il 2017 e 2019, spesso qua a Le Mans, ad Assen o al Mugello, facevo il record della pista nelle FP3, perché il mio peso in più era un vantaggio in quelle condizioni, perché riuscivo a scaldare la gomma e questa teneva. Al contempo, Bautista e Pedrosa non ce la facevano, quindi penso ci sia una spiegazione tecnica a tutto questo. Ma penso anche che siamo tornati all’epoca in cui essere leggeri fa la differenza ed è un problema per me che sono extra large”. 

È un problema che hai anche in Superbike?
“Anche in Superbike soffro quando devo tirar giù l’ultimo secondo con gomma nuova, perché apro il gas ma la gomma non mi sostiene. Stiamo lavorando ma il problema è sempre stato lo stesso dal primo giorno di test e questo è un problema per le gare, perché non riesco a partire davanti. All’inizio subisco tanti sorpassi, poi riesco a recuperare e questo fa incazzare perché negli ultimi 5 giri mi avvicino alle posizioni del podio, ma sono a 5”. Vedo come va, ma se perdo l’entusiasmo non ho voglia di continuare a tribolare. Faccio quel che riesco con serenità. Il fatto che non c’è fisicamente più tanto spazio per me sulle moto è una cosa che ho affrontato diversi anni fa. Mi piacerebbe ritornare alla Dakar per farla meglio, perché forse lì ho più margine per migliorare”.

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