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SBK, Gregg Black: "Ho visto il TT ed ammiro ancora di più i piloti che ci corrono"

Black è compagno di Guintoli in SERT Motul Yoshimura: "Sono rimasto impressionato, conoscono alla perfezione ogni singolo centimetro di un percorso lungo oltre 60 km. L'Endurance? Essere in squadra con Guintoli è un onore"

SBK: Gregg Black:

Nella nostra avventura al Tourist Trophy 2023 (potete leggere QUI la storia) tra i nostri compagni di viaggio c'era Gregg Black, pilota del Team SERT Motul Yoshimura nell'EWC. E' stato con noi ad osservare da vicini i piloti del TT affrontare la compressione di Bray Hill, si è scattato foto al fianco della statua di Joey Dunlop ed ha salutato tanti vecchi amici che vivono sia nel paddock dell'Endurance che tra le Road Races. 

Abbiamo atteso la fine dell'evento per parlare con lui e farci raccontare le emozioni che il TT ha saputo regalargli. Gregg questo weekend sarà impegnato a SPA per la 24 Ore EWC in programma e dopo sarà in pista a Suzuka per tentare di ripetere il magico podio del 2022 e magari sognare ancora più in grande. 

"Per me è stata la prima volta qui all’Isola di Man ed è un evento davvero grandioso - ci ha raccontato - era molto tempo che desideravo esserci, da pilota direi che ho un punto di vista leggermente diverso su alcune cose. Ho visto le traiettorie che fanno qui, il modo in cui guidano ed onestamente non è tanto questo che mi ha impressionato, perché sono abituato a vedere certe cose. La cosa che mi ha lasciato senza parole è il modo in cui imparano ogni centimetro del tracciato. Si tratta di un percorso di più di 60 km, non è facile impararlo e per me sarebbe impensabile imparare così bene un tracciato così lungo. Loro sono tutti piloti intelligenti, attenti. Conoscono il limite della pista ed i propri limiti. Ho un grandissimo rispetto per loro, per quello che fanno. Noi in pista facciamo stint più brevi, non abbiamo muretti, abbiamo poco di cui preoccuparci attorno a noi. Possiamo spingere al massimo sempre, qui è diverso". 

Pensi che dal punto di vista fisico sia più impegnativo l'Endurance?
"Le Endurance di 24 ore sono senza dubbio le gare più dure che si possano affrontare. Che si tratti del Bol D’Or, di SPA, di Le Mans, sono molto dure. Gli stint durano un’ora circa, ma dipende dalla pista. A SPA sarà molto fisico, il tracciato è lungo e veloce. Ci sono sempre molti sorpassi da fare durante la gara e non sempre è facile farli, devi saperti adattare alle situazioni. E’ una gara molto dura, lo sono tutte le 24 Ore, che si tratti di auto o di moto". 

Nel 2022 Suzuki ha detto basta con la MotoGP, qualche volta hai temuto che potesse voler dire basta anche con l'EWC. Ufficialmente si è tirata indietro, ma il supporto c'è ancora.
"E’ sempre difficile capire cosa pensano i giapponesi e dove vogliono andare. La cosa di cui posso essere sicuro, è che siamo contenti di avere un buon supporto da Suzuki tramite Yoshimura. E’ leggermente diverso dal passato, ma funziona lo stesso con SERT. La moto è del 2017, ma ogni anno l’hanno sviluppata, hanno portato pezzi nuovi ed anche quest’anno stanno lavorando ancora per migliorare. Penso che ci siano altri passi da poter fare, ma la moto va già molto bene oggi. Penso che al momento il nostro pacchetto sia ottimo e che sia ancora vincente. Per il futuro onestamente non so che direzione prenderemo. Magari arriverà una moto nuova da Suzuki, ma al momento possiamo solo concentrarci su quello che abbiamo tentando di vincere gare e poi il titolo". 

Tra poco c'è Suzuka, secondo te il podio è alla vostra portata?
"Essere sul podio a Suzuka nel 2022 è stato incredibile. E’ stata una delle prime volte in cui un equipaggio europeo finiva sul podio a Suzuka. Le Case giapponesi investono molto lì, hanno sempre ottime moto e squadre. La pista è molto difficile, cambia ogni ora. Ci vuole un grande investimento per essere veloci lì ed essere sul podio nel 2022 è stato davvero un sogno. Honda ha delle implicazioni molto profonde a Suzuka, è la pista di casa per loro, vogliono vincere. Sono i più difficili da battere. Quest’anno mancherà Kawasaki, ma Yamaha Yart ci sarà e sarà forte. Penso che la cosa più importante per noi sia fare tanti punti lì, perché puntiamo al titolo". 

Tu sei in squadra con Guintoli, un ex campione del mondo in SBK, ex tester Suzuki in MotoGP. Cosa puoi dirci di lui?
"Per me essere in squadra con Sylvain è un vero onore, guardavo le gare quando ero ragazzino con lui in MotoGP e SBK. Essere suo compagno di squadra è un qualcosa che neanche sognavo, un vero onore. All’inizio ero impressionato di essere compagno di un pilota con il suo palmares, ma poi abbiamo realizzato di essere molto simili come stile di guida, posizione in sella e velocità. E’ facile per me capirlo come è facile per lui capire me. Ha molta esperienza tecnica ed io ho cercato di apprendere più che potevo da lui. Adesso siamo davvero complementari, penso che siamo un’ottima squadra oggi". 

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